La Provincia di Lucca avvia le celebrazioni per il centenario della nascita di Arrigo Benedetti, grande giornalista lucchese la cui collezione di libri, per volontà della famiglia, è custodita presso la biblioteca di Barga. Le iniziative sono state presentate lunedì 24 maggio a Palazzo Ducale, dal presidente della Provincia, Stefano Baccelli, dal senatore Andrea Marcucci e dai sindaci di Lucca, Mauro Favilla e di Barga, Marco Bonini.
«Esattamente un anno fa – commenta il presidente della Provincia, Stefano Baccelli – Palazzo Ducale ha ospitato Eugenio Scalfari, che, nell’incontro, ha delineato la figura e l’importanza di Arrigo Benedetti e di un altro grande lucchese del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita, Mario Pannunzio. In quell’occasione abbiamo potuto assistere all’ulteriore, apprezzabile manifestazione di un forte impegno civile per tutelare e trasmettere il senso di un percorso culturale e politico che ha costituito, e costituisce, una risorsa importante per il nostro Paese. Un modo adeguato di avvicinarsi alla ricorrenza dei 100 anni della nascita dei nostri illustri concittadini. L’incontro di quest’anno intende proseguire sullo stesso cammino di consapevolezza della nostra storia recente, attraverso la testimonianza di grandi personaggi, come il nostro ospite, Sergio Zavoli, che ne hanno registrato i fatti e, al tempo stesso, intende diffondere la conoscenza di questi nostri concittadini, ai quali il nostro Paese deve molto».
Ha parlato del riconoscimento giornalistico, il sindaco di Barga, Marco Bonini: «Abbiamo istituito questo premio – dice – che partirà nel 2011 per il miglior articolo pubblicato su web e scritto sia da chi è già giornalista, sia dagli studenti delle scuole superiori. Un omaggio ad Arrigo Benedetti, la cui famiglia ha fatto un’importante donazione alla nostra biblioteca comunale di oltre 1400 pubblicazioni, con dediche originali al fondatore de L’Espresso».
La giornata del 4 giugno sarà quella che darà inizio alle celebrazioni e si aprirà alle 10,30 con un incontro al Liceo Classico ‘Machiavelli’ di Lucca, dove Arrigo Benedetti conseguì la maturità. Il tema affrontato sarà il rapporto tra lo scrittore e la città che gli ha dato i natali. Interverranno il preside del Liceo, Vittorio Barsotti, il presidente Stefano Baccelli; il sindaco di Lucca, Mauro Favilla; il nipote di Arrigo, Alessandro Benedetti e il caporedattore de ‘Il Tirreno’ Lucca, Marco Innocenti. Alessandro Breccia, invece, terrà una lezione sulle opere e la vita di Arrigo Benedetti.
Nel pomeriggio, alle ore 16, a Palazzo Ducale, si aprirà un convegno, incentrato sull’importanza che Arrigo Benedetti ha avuto per il mondo del giornalismo («Arrigo Benedetti, l’uomo che trasformò i giornali»). Dopo l’introduzione, affidata al presidente Baccelli e al sindaco Favilla, il professor Umberto Sereni, docente di Storia Contemporanea si confronterà con il nipote di Arrigo, Arrigo Benedetti jr. sul tema «Arrigo Benedetti, l’uomo che trasformò i giornali».
Successivamente verrà presentato dal sindaco Bonini il Premio giornalistico Arrigo Benedetti – Città di Barga e l’incontro sarà moderato dal caposervizio de ‘La Nazione’, Remo Santini.
Alle 17 si parlerà de «La lezione di Benedetti: la libertà di informazione oggi», moderato dal senatore Andrea Marcucci e che vedrà confrontarsi Sergio Zavoli, presidente della Commissione vigilanza Rai Tv, Paolo Ermini, direttore responsabile de ‘Il Corriere Fiorentino’.
Nell’occasione sarà letto un contributo di Bruno Manfellotto, direttore editoriale Quotidiani Locali del Gruppo Espresso, che fu giovane caposervizio di Benedetti a Paese Sera.
ARRIGO BENEDETTI – UNA VITA AL SERVIZIO DELL’INFORMAZIONE
Il primo giugno avrebbe compiuto cento anni, Arrigo Benedetti, giornalista, scrittore e partigiano. Un testimone dei suoi tempi, entrato nella storia del giornalismo italiano del Dopoguerra, avendo fondato e diretto testate quali ‘L’Europeo’, ‘L’Espresso’ e ‘Oggi’. Benedetti si è diplomato al Liceo Classico ‘Machiavelli’ di Lucca. Conseguita la maturità classica, frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Pisa. Entra in contatto con un’altra importante figura lucchese del giornalismo, Mario Pannunzio, suo coetaneo e che vive in un appartamento vicino al suo. L’amicizia che nasce tra i due è destinata ad essere solida e accompagnarli per tutta la vita.
Nel 1937 lascia gli studi universitari e decide di raggiungere Pannunzio a Roma: il suo desiderio è divenire scrittore e, pertanto, inizia a collaborare a periodici culturali, tra i quali ‘Il Libro Italiano’ (rivista bibliografica).
Pubblica i suoi primi racconti, nei quali interpreta la vita quotidiana della sua terra, la lucchesia.
Assieme a Pannunzio, conosce Leo Longanesi che ha appena fondato il settimanale ‘Omnibus’. Longanesi diviene una sorta di maestro per Benedetti e, grazie alla sua guida, compie le prime esperienze come giornalista. In breve, la professione giornalistica cattura Benedetti e diviene una passione: decide, così, di specializzarsi in questa professione, abbandonando l’idea di divenire scrittore.
Nel 1939, il Regime Fascista decide la soppressione di ‘Omnibus’ a soli due anni dalla sua nascita.
L’anno prima (1938), Arrigo Benedetti si era sposato con Caterina, una sua lontana parente che conosceva e frequentava fin da bambino.
Dopo la chiusura di ‘Omnibus’, si mette a lavoro e, con Pannunzio, fonda ‘Tutto’ e ‘Oggi’: anche questi due settimanali, però, non sono graditi dal Regime e nel 1941 vengono soppressi.
Nel 1943 nasce il primo figlio di Benedetti, Alberto. Sono questi gli anni della Resistenza: dopo l’8 settembre, Benedetti trova rifugio sull’Appennino Tosco-Emiliano e prende parte ai movimenti della Resistenza italiana. Viene incarcerato a Reggio Emilia, da dove riesce a evadere e arriva a Milano.
Dopo la Liberazione, accetta l’incarico di critico teatrale per il Corriere Lombardo, un quotidiano che usciva nel pomeriggio.
Ha, così, ufficialmente inizio la sua brillante carriera giornalistica.
Nel 1945, con l’imprenditore Gianni Mazzocchi, fonda e dirige un nuovo settimanale di informazione ‘L’Europeo’: una rivista che riscuote immediatamente un forte successo e che porta al giornalista lucchese ampio apprezzamento da parte del mondo culturale e non solo dell’Italia del Dopoguerra.
Nel 1953 la testata cambia proprietario e viene acquisita da Angelo Rizzoli: un cambiamento che non porta niente di buono, poiché tra direttore e proprietà non nasce quella sintonia necessaria. Gli scontri si fanno sempre più duri, fino ad arrivare all’apice, quando viene alla luce lo scandalo dell’omicidio di Wilma Montesi: in un clima teso, a causa delle notizie sui risvolti politici del fatto di cronaca, Benedetti rassegna le dimissioni, a causa «di dissensi di ordine politico ed editoriale», come spiegò lui stesso.
Uscito dal ‘L’Europeo’, dopo circa due anni, fonda un settimanale destinato a dominare la scena dell’informazione anche ai giorni nostri, ‘L’Espresso’, che diviene immediatamente uno dei più importanti periodici del Dopoguerra.
Dal 1969 al 1972 Benedetti dirige ‘Il Mondo’, mentre dal 1975 fino alla morte, avvenuta nel 1976, sarà alla guida di ‘Paese Sera’.
Nel corso della sua lunga carriera, ha ‘insegnato’ il mestiere di giornalista a personaggi che, a loro volta, sono diventati dei veri punti di riferimento della professione, quali, tra i vari: Camilla Cederna, Ugo Stille, Alfredo Todisco, Giancarlo Fusco, Manlio Cancogni.
Arrigo Benedetti non ha mai abbandonato la prima aspirazione di diventare scrittore e si devono a lui numerosi romanzi: si ricordano ‘La figlia del capitano’, pubblicato nel 1938; ‘I misteri della città’ (1941) e ‘Paura all’alba’, un romanzo autobiografico.
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