Ecco l’architrave restaurato del Biduino

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Domenica pomeriggio nel Duomo di Barga si è svolta la cerimonia di inaugurazione del delicati interventi di restauro realizzati ai bellissimi portali del Duomo. Restauri finanziati grazie al contributo della Fondazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e fondi propri della Propositura di San Cristoforo I restauri hanno interessato in particolare il famoso architrave del Biduino che si trova sulla facciata a nord del Duomo.L’operazione partì nel 2007 dopo che alcuni frammenti erano caduti dall’arco in pietra arenaria sopra l’architrave. Il progetto di ripristino, con perni in acciaio e interventi di lavaggio dell’architrave stesso e di consolidamento delle fessurazioni dei marmi delle colonne del portale centrale, era necessario a causa
delle conseguenze di deterioramento in seguito delle precipitazioni meteoriche.
II lavoro è stato eseguito dal restauratore Massimo Moretti sotto la guida dalla Dottoressa Antonia D’Aniello della Soprintendenza di Lucca, entrambi presenti alla cerimonia inaugurale nella quale ha fatto gli onori di casa il proposto mons. Stefano Serafini. E’ intervenuto alla cerimonia anche il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Arturo Lattanzi. Con lui l’assessore provinciale Alessandro Adami ed il vice sindaco di Barga, Alberto Giovannetti.

Il portale

Gli ultimi giorni di agosto del 2007, alcuni turisti in visita al Duomo, trovarono dei frammenti di arenaria che consegnarono alla ragazza in ser­vizio presso il museo civico «Antonio Mordini». La ragazza mi avvisò di questo ritrovamento e ci accorgemmo che era­no caduti dalla parte superiore dell’arco del portale situato sul fronte nord del Duomo.
Erano alcune decorazioni ancora ben visibili e fortunatamente non si sbriciolarono del tutto nel cadere a terra. In seguito a questa segnalazione, in collaborazione con la dott. Francesca Barsotti dell’Ufficio Beni Culturali della dio­cesi di Pisa, la dott. Antonia d’Aniello, e grazie ad un contri­buto della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è stata avviata una operazione di restauro e ripulitura da ciò che agenti atmosferici negli anni hanno causato e anche il risa­namento di crepe e danni in seguito ai bombardamenti, pre­senti nei portali artistici del Duomo. La direzione dei lavori è stata effettuata dell’ing. Elisabetta Lorenzini e l’operazione realizzata dal restauratore Massimo Moretti. Il portale, la porta d’ingresso frontale e laterale del Duomo, esprimono nell’ornamento e nella decorazione, una valenza simbolica trascendente che qualifica la bellezza di questo elemento come un primo incontro con la bellezza della chie­sa stessa e della festa che vi si celebra; infatti alcuni Cerimo­niali invitavano a decorare con fiori e frutti i portali nelle gran di festività. La porta allora, non è solo un ‘buco’ nella pa­rete per entrare e uscire dall’edificio, ma richiama al suo si­gnificato cristologico e, particolarmente in certi portali me­dievali, si trova tutta una iconografia e un compendio della storia della Salvezza e della vita dell’uomo. Tutta la storia della salvezza è collocata tra due porte: la porta del Paradiso da cui i progenitori vengono cacciati dopo il Peccato originale, e la porta della Gerusalemme celeste attraverso la quale si en­trerà nella salvezza eterna.
Al centro di queste si trova quel­l’affermazione di Gesù «lo sono la porta: se uno entra attra­verso di me, sarà salvato» (Gv. 10,9). Il portale diventa così, luogo di passaggio da una realtà a un’altra e contempora­neamente luogo di separazione, soglia, confine che stabili­sce l’accoglienza e l’esclusione; la porta aperta è sempre un invito a oltrepassarla per comprendere che è un luogo di so­sta per tutti, un invito alla casa di Dio. Quindi si crea un raccordo tra «il fuori» e «il dentro», tra «il feriale» e «il festivo». Il primo elemento che ci introduce nel­la Chiesa, che ci invita alla festa, è dunque il portale d’in­gresso. Dalla porta si apre un cammino che comincia già fuori dell’edificio, attraverso quello spazio che è il sagrato e che dispiegandosi lungo la navata giunge all’altare, luogo del sacrificio e centro di salvezza, (cf. Micaela Soranzo in Vi­ta Pastorale).
La porta di una chiesa, dunque, è sempre stata vista come il passaggio di cui gli uomini devono servirsi per avere acces­so al Padre,per mezzo di Cristo, per ascoltare la sua Parola, per partecipare alla frazione del pane e alla preghiera. Le porte delle nostre Chiese sono aperte, con tutti i timori , con il rischio di e profanazioni, ma nella volontà di ac­cogliere sia chi entra per un momento di preghiera, sia chi vuol ammirare un’opera d’arte, chi cerca un po’ di silenzio per ritrovare se stessi e mettersi alla presenza del mistero di Dio, o per accogliere i fedeli nella santa assemblea per par­tecipare alla celebrazione del mistero pasquale di Cristo.
Mons. Stefano Serafini

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