Finalmente, il Crocifisso ligneo del 1400, che fino a pochi mesi fa si credeva perduto è tornato a casa con una grande evento che si inseriva nel più ampio programma delle feste per il Santo Patrono San Michele Arcangelo. L’opera d’arte era da alcuni giorni arrivata n ma solo questa mattina alle ore 11 è stato possibile vederla. Infatti il Vicario Generale Mons. Michelangelo Giannotti togliendo il drappo ha mostrato l’opera alla folla di fedeli che ha reagito con uno scrosciante applauso di ammirazione. Durante la Santa Messa l’opera è stata benedetta.Nel pomeriggio si è tenuta un interessante lezione del professor Valerio Ascani Docente di Arte Sacra Medievale all’Università di Pisa. Alla sera al
teatro comunale “A. Bambi” è stata la volta di un concerto vocale che ha chiuso in bellezza la festa del Santo patrono. Le celebrazioni erano iniziate venerdì con una solenne processione, una rievocazione storica e un concerto della Filarmonica “A.Catalani”. Durante questi due giorni è stato possibile visitare il mercatino dell’artigianato e dell’antiquariato. L’importante ritorno dell’opera d’arte sacra è stato patrocinato da Regione Toscana, provincia di Lucca e Comune di Coreglia con la collaborazione dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi e del Museo della Cattedrale di Lucca.
Ma cosa era successo a questo Crocifisso? Che fine aveva fatto? Ad accorgersene sono stati i componenti di Rinascita per Coreglia ONLUS, un associazione fondata dall’ingegner Guido Paoli, nel 2008 per salvaguardare e proteggere il patrimonio artistico coreglino. Mentre stavano progettando la segnaletica turistica infatti, i soci dell’Associazione, si sono accorti che qualcosa nella chiesa principale del paese, quella dedicata a San Michele, non tornava…. mancava il grande Crocifisso del 1400 ricordato anche dal professor Guglielmo Lera nel “Giornale Storico della Lunigiana” nel dicembre 1960 e da molti altri storici e critici d’arte.
Scriveva il Lera “Nella Chiesa parrocchiale di San Michele, a Coreglia, si trova un grande crocifisso ligneo, molto bello specie nel capo e nella modellatura del corpo che farebbero pensare a un lavoro del 1400 con interferenze di gusto germanico. Necessiterebbe di una totale ripulitura anche per offrire esatte possibilità di giudizio.”
Perchè il Crocifisso non era al suo posto? Si sono chiesti i componenti dell’Associazione. Il caso è scoppiato e in paese per giorni non si è parlato d’altro. Chi diceva che era stato rubato, chi che non c’era mai stato e chi cercava di ricordarsi se e fino a quando l’aveva visto.
“Nella indisponibilità della documentazione su tale opera- dice l’ingegner Paoli- l’Associazione si è messa pazientemente alla ricerca di documenti che testimoniassero la presenza dell’opera in tempi recenti trovando una foto degli anni 70 in cui il crocifisso appare sullo sfondo di un matrimonio.” Così, poco a poco, Paoli è riuscito a svelare il mistero.
Fino al 1980 il Crocifisso è rimasto nella chiesa coreglina (ridotto in condizioni pietose per il degrado del legno e per alcune modifiche apportate nel corso dei secoli). L’anno seguente viene affidato al restauratore Fausto Gianni Trapani che, per gravi problemi familiari e per impegni di lavoro, lo tiene per circa 10 anni in deposito. Poi all’inizio degli anni novanta Trapani si mette al lavoro dopo avere concordato con il parroco di Coreglia i lavori da apportare. Finito il restauro. Coreglia non ritira il suo Crocifisso per difficoltà a reperire l’importo necessario. Gli anni passano e, alla fine del 2008, Trapani telefona alla Curia Arcivescovile di Lucca dando un ultimatum: se qualcuno lo vuole bene sennò lo vende. La Curia, logicamente si reca sul posto e riconosciuto il valore dell’opera, l’ acquista e da quel momento il Cristo si trova nei locali della Curia lucchese. L’opera, prima di tornare a Coreglia, è stata esposta nel Museo della Cattedrale dal 3 aprile al 2 maggio.
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