Più di 700 euro raccolti e almeno una cinquantina di persone in silenziosa attenzione nell’ascoltare i frutti e i progetti dell’associazione: questo in due parole il bilancio dell’asta benefica promossa da AMOA e Venti d’Arte nello spazio di via provinciale a Fornaci giovedì 22 aprile.Il tutto per acquistare una mola per realizzare lenti da vista nella missione senegalese di M’Bour, dove AMOA (Associazione Medici Oculisti per l’Africa) sta lavorando da anni per ridare la vista ai tanti colpiti da cataratta, tracoma e altre infezioni oculari che, se in Europa sono curabilissime, in Africa ancora possono provocare cecità anche tra i più giovani.
A raccontare le esperienze dirette maturate nelle missioni, Michele Foli, ottico e optometrista fornacino membro di AMOA e volontario nella missione di M’Bour, Lido Stefani, medico filecchiese da tutti conosciuto e stimato per il suo impegno per il Rwanda, dove ha realizzato un ospedale ed è stato partner di AMOA nell’aprire un ambulatorio di oculistica presso la missione di Muhura. Anche Michela Russo, dottoressa bolognese e coordinatrice di AMOA ha portato la sua testimonianza, seguita dalle parole del dott. Ivano Lazzeri, oftalmologo, che hanno descritto la vita, le necessità e gli aspetti medici del problema della cecità in Africa, stimato dall’OMS come causa di morte 4 volte superiore confronto ad altre aree. Ma la più reale delle testimonianze è stato forse il video realizzato da Gianluca Laffi, presidente di AMOA, durante i viaggi e le attività in Senegal: è incredibile rendersi conto come una piccola lesione, anche accidentale, sia per noi un problema risolvibile con un collirio, una pomata, una benda, mentre in altre parti del mondo possa nella migliore delle ipotesi portare a perdere l’occhio. Ma dato che l’intento della serata –oltre a sensibilizzare– era anche quello di contribuire a raccogliere i 15.000 euro per l’acquisto di un macchinario per la realizzazione di lenti, la serata si è conclusa con la vendita di pezzi di artigianato provenienti dalle diverse Nazioni africane: collane in ceramica, statue e maschere intagliate nel legno, dipinti a batik sono stati battuti all’asta, in certi casi con dei sostanziosi rilanci. Ne è valsa la pena: oltre ad aggiudicarsi dei begli oggetti prodotti nelle missioni (e quindi etici), sono stati raccolti quei settecento euro di cui parlavamo sopra che andranno a contribuire all’investimento di AMOA per restituire la vista, e quindi la vita (si stima che tra i cinque sensi la vista fornisca l’86% delle percezioni) ai più sfortunati abitanti del Senegal.
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