Matrimoni e altri disastri

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MATRIMONI E ALTRI DISASTRIdi Nina Di MajoItalia 2010Nanà (Margherita Buy) e Beatrice (Francesca Inaudi) sono due sorelle appartenenti ad una famiglia dell’alta borghesia fiorentina. La prima è sempre stata la bruttina studiosa di casa e, arrivata single a quarant’anni dopo che il fidanzato di una vita ha deciso di preferirle l’abito talare, gestisce una libreria con l’amica Benedetta (Luciana Littizzetto); il suo pc ogni mattina non manca di ricordarle il numero dei giorni trascorsi dall’ultima volta che ha fatto sesso. La secondogenita, piena di verve e insopportabilmente
sicura di sé, sta per convolare a nozze col manager Alessandro (Fabio Volo), mal adocchiato dalla famiglia in quanto simpatico ed arrogante parvenu. Con la scusa di un lungo viaggio all’estero (che poi si rivelerà di ben altra natura) Beatrice convince Nanà ad aiutarla ad organizzare il matrimonio con l’insopportabile Alessandro. I lunghi giorni di preparazione la porteranno a ricredersi su molte cose e sul futuro cognato; forse anche troppo.
Un personaggio molto gradevole ed originale quello interpretato dalla Buy, che per una volta si libera dai ruoli ripetitivi e stereotipati che le sono stati imposti negli ultimi anni: una via di mezzo tra una simpatica ed imbranatissima Bridget Jones e una poetica e ottimista Amelie. A discapito della sua “singletudine”, status ancora oggi considerato poco lusinghieramente dall’ipocrita società, Nanà non fugge i piccoli e troppo inesplorati piaceri della vita: commuoversi leggendo A Silvia, emozionarsi ad un reading, scrivere poesie, uscire con la simpatica amica o avere una cotta per l’intellettuale (francamente insopportabile) della porta accanto. Il limite di Nanà non è dovuto al suo status ma piuttosto all’educazione e all’ambientazione borghese da cui sempre è stata circondata: borghesia vista sia in senso positivo (basti pensare al forte legame col padre, professore universitario, al loro operativo casale di campagna) che negativo (la moderna borghesia intenta a trascorrere le serate tra cene e opera, criticando tutto quanto è estraneo a tal mondo). Il personaggio di Fabio Volo (divertentissimo seppur delineato con qualche ingenuità) è la chiave che apre a Nanà la porta di un atteggiamento sconosciuto, in cui si parcheggia in sosta vietata, si desidera una famiglia numerosa e la sera ci si diverte con semplicità andando a mangiare lampredotto e fagioli all’uccelletta; tutto questo mentre la famiglia tradizionale e apparentemente solida si sfascia sotto i colpi di bugie, verità nascoste e incomprensioni.
L’asse su cui regge il film (oltre alla divertente e briosa interpretazione della Littizzetto, cui il cinema finora non ha dato giustizia) è il rapporto Buy – Volo che si dipana tra gag, dubbi e genuini sentimenti; e difatti il film si affatica notevolmente nella seconda parte, quando l’attrice si ritrova ad affrontare da sola tutta una sfilza di tragicomici drammi familiari di scarso interesse. E Nanà, che forse avrebbe più diritto di tutti a lamentarsi, accetta con sacrificio e leggerezza l’ignoranza di tutti i “normali” familiari e conoscenti che la circondano, con un sottofinale all’insegna della normalità, ma che forse avremmo desiderato diverso.

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