Genitori e figli

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GENITORI E FIGLI: AGITARE BENE PRIMA DELL’USOdi Giovanni VeronesiItalia 2010 ————-Due episodi si intersecano nella nuova storia del regista di Manuale d’amore, accomunati dalla voce narrante di Chiara Passarelli,
quindicenne alla disperata ricerca della perdita della verginità; figlia della coppia scoppiata formata da Silvio Orlando (che tradisce la moglie con la migliore amica Elena Sofia Ricci) e Luciana Littizzetto (che tradisce il marito col collega Max Tortora), e sorella maggiore di un bambino dalle velleità razziste; innamorata del “bello” della scuola Vittorio Emanuele Propizio. La ragazzina redige in classe un tema dal titolo “Genitori e figli: istruzioni per l’uso” su incarico del professore Michele Placido, marito di Margherita Buy, il cui figlio Andrea Facchinetti (ci si guarda bene dal dire che è figlio di Ornella Muti) è scappato di casa alternandosi tra aspirazioni no global e provini del Grande Fratello.
Il film rispecchia perfettamente lo stato sociale di gran parte dell’Italia contemporanea, ovvero: il vuoto assoluto. Il desolante squallore odierno lascia basiti: se si è giovani si aspira al successo facile o alle conquiste sessuali e si tagga l’ultimo video ridicolo su facebook, se si è adulti si rimane schiavi di una serie di luoghi comuni, meschinerie, bugie a go-go. Tra le due generazioni (tre se consideriamo quella della nonna) non esiste, ovviamente, la minima speranza di comunicabilità (o comunque mediazione): o si urla, o si va via di casa. Due ore che avanzano faticosamente tra gag malriuscite, battute già sentite mille volte, comicità preoccupata esclusivamente di smarcarsi dall’immagine cinepanettoniana che oggi va per la maggiore, piacioneria di basso livello (con la colonna sonora posta sotto la dittatura della Nannini, che in cambio regala un cammeo). Cast evanescente e svogliato (non a caso l’unico a distinguersi è in sessanta secondi Sergio Rubini nascosto da una mascherina); particolarmente sprecati Tortora e Propizio.

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