Io e Marilyn

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IO E MARILYNItalia 2009di Leonardo Pieraccioni ————Gualtiero Marchesi (“come il cuoco, ma non sono il cuoco”) è un riparatore di piscine separato dalla moglie (Barbara Tabita) che gli ha preferito il domatore di tigri del circo Posillipo (Biagio Izzo). Sofferente per la solitudine, con a cuore la stima della figlia adolescente Martina (Marta Gastini), durante una seduta spiritica improvvisata col cugino (Massimo Ceccherini) e il compagno di lui Petronio (Luca
Laurenti), invoca il fantasma di Marilyn Monroe (la sosia Suzie Kennedy) che prontamente appare: il solo inconveniente è che proprio Gualtiero, avendola chiamata, è l’unico in grado di vederla. Convinto di essere in preda ad un esaurimento nervoso l’uomo si rivolge ad un esimio psichiatra (Francesco Guccini); intanto però, col passare del tempo, finisce per affezionarsi al simpatico fantasma, approdando così ad una serie di equivoci, avventure e dilemmi nel tentativo di rimettere insieme la sua famiglia proprio dietro ai preziosi consigli della diva.
La comicità di Pieraccioni ha una ripresa dopo l’ultimo, non brillante lavoro di Una moglie bellissima. Quelli del regista sono i soliti toni di commedia leggera che non scade troppo nel volgare ed elargisce buonismo in discrete quantità; la levità si riflette nella scorrevole pellicola e regala parecchi sorrisi, toccando in questo caso anche la corda della malinconia nel ricordo affettuoso della Monroe, qui rappresentata non come bionda svampita ma come preziosa e sensibile collaboratrice, cui non ci si può non affezionare, inteneriti dalla sua condanna all’eterna solitudine.
Solitudine che viene combattuta fieramente da Pieraccioni diventando sottile critica della cosiddetta “famiglia allargata”: così come non può sopportare l’idea di stare in bilico tra il dentro e il fuori di un tovagliolo, il protagonista si afferma come portatore del valore e del senso tradizionale di nucleo familiare (si noti che, prima volta in un film di Pieraccioni, il tentativo di (ri)conquista non sia nei confronti della moglie, fidanzata o consimile ma di una figlia, figura inedita nella sua filmografia) oltreché di valori quotidiani quali l’operosità e la semplicità, in contrapposizione alle straordinarie imprese dai più paventate oggigiorno. Senso tradizionale della famiglia, nota bene, che non sfocia nel conservatorismo: si dà ampio spazio alla quotidiana realtà omosessuale coi bravi Ceccherini e Laurenti che rappresentano un nucleo affettivo tradizionale di coppia,con le solite ripicche e gelosie.

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