Il sindaco Bonini: manteniamo il crocifisso nelle aule

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Il sindaco di Barga, Marco Bonini, ha mandato ieri alle scuole un invito ufficiale a mantenere il crocifisso nelle aule. Non una vera e propria ordinanza, ma comunque un invito del primo cittadino a continuare a mantenere affisso il crocifisso nelle scuole del comune; la lettera infatti è stata inviata alla dirigente dell’Istituto Comprensivo di Barga, Iolanda Bocci, e alla dirigente dell’ISI, Giovanna Mannelli.Nel documento a firma di Bonini si richiama la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo che di fatto vieta di tenere il crocifisso negli edifici scolastici. D’altro canto è idea del sindaco che il crocifisso sia significativo per la storia dell’Italia e per i valori religiosi, ma anche civili e etici che rappresenta come il rispetto, la tolleranza, libertà e solidarietà. Alla base del documento anche l’invito dell’UNCEM, l’unione dei Comuni montani, a pronunciarsi come Amministrazione comunale in difesa dell’affissione del crocifisso come espressione dei fondamentali valori civili e culturali dello Stato. Da qui la difesa convinta dell’amministrazione nel voler mantenere questo simbolo nelle scuole del comune di Barga, compresi gli Istituti superiori.

Commenti

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  1. CaAndrea Salvoni


    Laicità dello stato
    Non potendo scrivere direttamente dalla pagina di riferimento dell’articolo riguardante l’ “invito” di Bonini a mantenere il crocifisso nelle scuole del territorio, proverò egualmente a comunicare al Giornale di Barga l’opinione di un cittadino del Comune che tiene ancora al valore della laicità dello stato italiano. Fa molto strano vedere come, in tempi di un generale revival religioso, le rappresentanze politiche si rincorrino le une le altre nel confronto fra chi di loro sia più pio e pronto alla resa di fronte alle prime richiamate all’ordine della gerarchia cattolica. Fa strano, e dispiace, soprattutto perchè l’Italia, non ce lo dimentichiamo, NON è uno Stato confessionale, ma laico e democratico… o almeno così la pensavano i nostri padri costituenti. Personalmente, da cristiano che cerca di esserlo ogni giorno seguendo il più aderentemente possibile il messaggio evangelico, rabbrividisco quando Colui che è il Signore della vita, che è morto e risorto, e che dovrebbe rappresentare per noi il massimo esempio d’accoglienza ed amore, è invece brandito da certi atei devoti nella loro presunta (e costruitissima) crociata contro il relativismo culturale, l’invasione islamica e le terrotistiche ingerenze laiciste. Penso, quale componente di una esigua minoranza protestante quale è la Chiesa Valdese, che il cristiano di oggi debba entare finalmente in quella che Bonhoeffer chiamava “l’età adulta” della fede, cioè nella fede matura e che si è ormai emancipata dal concetto di un Dio-tappabuchi e da una dimensione tradizionalista del vivere la propria persuasione religiosa. A quanto pare invece, anche nella nostra piccola realtà territoriale, si continua a guardare all’indietro, continuando ad aspirare ad una “società totale” fatta di convenzioni ed estetica religiosa, di tradizione e perbenismo piccolo-borghese, cioè a quella realtà farisaica e di ostentazione religiosa che più di una volta Gesù ha criticato, ed anche con un certo rigor! e. Da cittadino di uno Stato libero e democratico, ma anche da cristiano profondamente convinto del valore della differenza, dell’incontro fra diversità e del grande significato di una religiosità più interiore che esteriore, continuo a credere nell’oltrepassamento dei simboli e degli steccati identitari, per approdare a quella che Capitini chiamava una “nuova socialità”, una nuova con-vivenza all’insegna del rispetto e della tramutazione radicale di tutti i valori del quieto vivere borghese. Da cristiano inoltre continuo ad interrogarmi sulle responsabilità di noi cristiani, su quelle di ieri e soprattutto su quelle di oggi; con tutta onestà, credo che sia ormai l’ora di finirla con l’interpretazione del crocefisso come espressione di una cultura nazionale, e sia invece doveroso ritornare all’autentica testimonianza cristiana, che è benigna, non si gonfia, non si vanta, proprio come è espresso dall’amore paolino; tornare alla Parola Vivente, e vivente in mezzo agli uomini, e che non ha bisogno di nascondersi e ritrarsi dietro l’imposizione di un simbolo. Così si preserva la Laicità, e si pratica al contempo la legge dell’Amore. Andrea Salvoni, Fornaci di Barga


  2. Laicità dello stato2
    Condivido in pieno, da credente, il commento a firma di Andrea Salvoni, riguardo all’iniziativa del sindaco di inviare una nota alle scuole, a favore della presenza del crocifisso nelle aule. A dire il vero, mi sento anche imbarazzata ed offesa da questa “attenzione” formale ed un pò pagana ad un simbolo che ha valore e senso altissimo in un ottica di fede. Non mi interessa , anzi trovo che sia anticristiano che si usi per farne una bandiera pro o contro. Io sono cattolica e la dottrina ed il magistero della chiesa cattolica rifiutano lo stato confessionale, anche se mi rendo conto che la coerenza non è , spesso, il “nostro” forte. Ultima cosa: perchè per gli articoli riguardanti l’amministrazione comunale non è previsto la possibilità di inviare commenti?


  3. il crocifisso è nella nostra storia
    Non voglio alimentare ipocrisie, non credo che i ragazzi ed i professori, quando passano davanti ad un crocefisso, si facciano ogni volta un segno di croce! Probabilmente l’attenzione che viene riservata a quel Gesù umiliato , eppure trionfante, non è quella che si meriterebbe un Salvatore del proprio popolo. In questi casi però a fare clamore non è la presenza del simbolo ma la sua rimozione…siamo oramai abituati a vivere in un mondo largamente secolarizzato, che relega la dimensione spirituale in secondo piano, nel convincimento che il benessere materiale (finché ce n’è…) sia l’obiettivo ultimo dell’esistenza. Bisogna ammettere che spesso, come cristiano, ti trovi in difficoltà a parlare di concetti come anima, purezza, vita eterna… rischi per essere preso per scemo o membro di una strana setta! Penso che sia proprio l’ora di farla finita di tenere un atteggiamento pavido di fronte al mondo, dobbiamo riappropiarci del nostro orgoglio cristiano e cattolico! A chi da fastidio un simbolo di pace, accoglienza,mitezza? Solo ai nemici giurati della Chiesa o a chi ha sempre pensato che i valori dell’occidente cristiano e libero fossero l’origine di tutti i mali!


  4. Rusposta per Cassandra
    Cara Cassandra (ma il tuo nome vero proprio no eh?),rispondo volentieri alla domanda che peraltro hanno già posto altri. Voi pensate subito male (“Eh! non lascia commentare gli articoli che parlano del comune!!!”), ma non è così. Semplicemente non possono essere commentati gli articoli il cui accesso totale è riservato agli abbonati. Tutti gli articoli di questo sito sono commentabili, nessuno escluso, ma in alcuni casi, se l’accesso è riservato, non è possibile in quanto non si è in grado di accedere alla pagina completa del servizio. Tutto qui.

  5. Sara Moscardini


    Si deve passare per un’altra strada…
    Sono cattolica, credente e praticante e, grazie a Dio (è proprio il caso di dirlo!) e all’educazione della mia famiglia, profondamente laica. Sono però convinta che la laicità dello stato (che supporto in pieno) non la si raggiunga togliendo il crocifisso (un bellissimo simbolo che ci parla di valori positivi e condivisibili). Per interagire con gli altri non dobbiamo annullare la nostra identità, anzi: la diversità è un bene prezioso e ciò che è necessario è incanalarla in condotti positivi. Perciò, bando alle sterili discussioni: per raggiungere l’integrazione ci vogliono impegno e giuste iniziative, per raggiungere la laicità statale le riforme!


  6. grazie
    Ringrazio il direttore per la risposta sul modulo si, modulo, no. Riguardo al nome, Cassandra, lasciamo così, tanto il mio nome non le direbbe assolutamente nulla. A Sara , vorrei dire che è proprio un problema di indentità, cioè cosa testimonia “veramente” la nostra identità? Sterili discussioni su un simbolo o un impegno gratuito perchè lo stato sia riformato e l’integrazione resa possibile a partire da noi? Il crocifisso è il segno di una sconfitta che per chi crede è fonte di salvezza. Fare attenzione al binomio : sconfitta-salvezza! Ha senso imporlo per legge? E’ proprio questo che ci compete, come credenti? Grazie per l’ospitalità.


  7. Viviamo davvero in una società “cristiana”?
    ” … dobbiamo riappropiarci del nostro orgoglio cristiano e cattolico! A chi da fastidio un simbolo di pace, accoglienza,mitezza? ” In uno degli interventi è stato scritto questo; bé, mi chiedo come, in un’ottica evangelica ma anche volendo conservare un minimo di coerenza logico-semantica, come vadano insieme questa sorta di “orgoglio” e i valori di “pace, accoglienza, mitezza”; credo sia un bel da farsi mettere insieme le quattro cose. Ci aiuta quella bella invenzione che è il Dizionario della Lingua Italiana; guardiamo alla voce orgoglio: stima esagerata di sè, della propria dignità, dei propri meriti, per cui ci si sente in tutto superiori agli altri (Dizionario Gabrielli 2008). Andiamo ora a vedere come Norberto Bobbio definisce la mitezza: “Anzitutto la mitezza è il contrario dell’arroganza, intesa come opinione esagerata dei propri meriti, che giustifica la sopraffazione. Il mite non ha grande opinione di sè, non già perchè si disistima, ma perchè è propenso a credere più alla miseria che alla grandezza dell’uomo, ed egli è un uomo come tutti gli altri. (…) Identifico il mite con il nonviolento, la mitezza con il rifiuto di esercitare violenza contro chicchessia” da Elogio della mitezza, Net, 2006, pp. 39 e 47. Ecco, ognuno faccia i suoi conti, non aggiungo altro, ma visto che “non vogliamo alimentare ipocrisie” forse era meglio essere più precisi, tutto qua. Lamento pure io, assieme a Cassandra, questa sorta di reverenza profana nei confronti del crocefisso, e mi imbarazza molto vedere come tanti cristiani ed atei devotissimi lo brandiscano come strumento di protervia ed assoggettamento, il tutto in nome di quei valori dell’ “occidente cristiano” che affama i popoli del sud del mondo, che stupra la natura per il suo benessere, che respinge i dannati della terra dalle sue coste, che marchia i migranti con l’infamia delle sue leggi xenofobe; e questi sarebbero i valori della “società occidentale cristiana”? Evviva l’ “orgoglio cristiano” allora, evviva.Andrea SalvoniFornaci di Bargaandreasalvoni2001@yahoo.it


  8. Il mio personalissimo pensiero….
    Ritengo innanzitutto vergognoso vedere religione e politica mescolarsi assieme come già accaduto nei secoli passati: sbaglio o siamo cittadini dello Stato italiano?! Personalmente vedo la religione come fattore intimo alla persona e trovo molto giusto non ostentarlo. Vogliono togliere il crocifisso e (pouf!) spuntano i contemporanei fanatici cristiani come il passato ha già avuto?!?! I passati pontefici hanno tanto parlato di integrazione, dialogo e pacifica coesistenza quindi non vedo inafferrabile l’esistenza di uno stato laico composto da cittadini cristiani, musulmani, ortodossi, ebraici, laici, agnostici ecc…ma, forse, ritengo tale mia visione totalmente utopica (sciocca!) se osservo quanta voglia d’integrazione e pacifica convivenza fuoriesce dai pori di molti nostri concittadini. Molto sciocco è, secondo me, giustificare la presenza di tale simulacro (emblema di un fattore culturale) negli ambienti pubblici (ovvero di tutti); considerato ciò mi chiedo: allora è così avventuroso e impervio venerarlo nell’apposito ambiente chiamato chiesa????!!! A conclusione di queste mie insignificanti e mere parole ribadire la priorità del rispetto per l’altro evitando la demagogia esercitata da quest’“occidente cristiano orgoglioso e libero” che si riempie la bocca di parole cariche di buonismo, bigottismo, ignoranza e ipocrisia.

  9. Gesualdo Pieroni


    Sostengo l’ iniziativa di bonini
    Sono profondamente vicino a Marco Bonini, che ha avuto la saggia decisione di scrivere una pregiata lettera alla direttrice scolastica, da me condivisa in pieno.

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