Al risveglio, stamani Barga ha trovato i suoi Istituti Superiori occupati dagli studenti. Arriva così anche da noi la protesta contro la finanziaria che già sta dilagando nelle scuole della Provincia e d’Italia. Il motivo della contestazione, almeno per i ragazzi dell’ISI di Barga, i tagli paventati dalla contestatissima riforma Gelmini e il rischio di privatizzazione delle scuole pubbliche previsto dal disegno di legge “Aprea”.
In particolare, il primo provvedimento porterebbe alla riduzione del personale della scuola, diminuendo docenti, tecnici e custodi, di conseguenza riducendo l’orario scolastico e aumentando il rapporto tra numero di docenti e alunni. Una cosa che ai ragazzi non piace, soprattutto a chi frequenta istituti tecnici e professionali: il rischio è infatti quello che vengano drasticamente ridotte le ore di applicazione pratica per la mancanza di tempo e di tecnici. Michele Biagioni, in rappresentanza dell’Istituto Alberghiero ci parla proprio di questo: “Che senso ha fare un istituto come l’alberghiero rischiando di non avere poi il tempo per il laboratori?”. In effetti, sala bar, cucina, ricevimento e quant’altro sono materie da approfondire con tanta pratica. L’altro argomento contestato è un disegno di legge, il 953 o “Aprea”, dal titolo “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti”, che per snellire la gestione degli istituti vorrebbe inserire nei consigli d’istituto anche organi privati che valutino l’efficienza e l’efficacia dell’azienda-scuola come un vero consiglio di amministrazione. Ma non solo. Secondo questo disegno di legge, anche le risorse economiche verrebbero erogate agli istituti in base a numero di alunni, localizzazione geografica e altri indicatori, invitando pertanto i singoli istituti a cercare partner finanziari che sostengano e patrocinino la scuola. Una sorta di privatizzazione, insomma.
Neanche questo piace ai ragazzi dell’ISI, che contano di protestare ben consapevoli che solo l’unione fa la forza, e quindi occupano la scuola sperando che si crei una reazione da cima a fondo l’Italia per far rivedere queste riforme agli amministratori.
Negli Istituti barghigiani comunque, l’occupazione è più che civile e Paolo Marotta e Lorenzo Nannizzi ci spiegano che il metodo di protesta è stato messo addirittura ai voti durante l’ultima assemblea di istituto, offrendo diverse possibilità: l’occupazione è risultata quella più desiderata, e da stamani, quasi a sorpresa, è stato dichiarato l’inizio della protesta. Le lezioni sono ferme, ma i metodi non sono bruschi: agli insegnanti è stata lasciata un’intera ala dell’edificio e già in mattinata si è tenuta un’assemblea per organizzare le attività da svolgere in autogestione durante le prossime mattinate. I rappresentanti hanno redatto anche una dichiarazione nella quale gli studenti si impegnano a non ledere la volontà di chi comunque intende svolgere lezione normalmente, a non danneggiare cose o strutture dell’istituto, ben distinguendo le aree dell’istituto che restano occupate da quelle che restano a disposizione dell’amministrazione o di chi segue le lezioni.
Continuerà così a oltranza la protesta, sotto la supervisione della dirigente scolastica Giovanna Mannelli delle forze dell’ordine, che già stamani hanno raggiunto gli studenti per spiegar loro i rischi che comporta un atto del genere.
Tag: scuole superiori, ISI, occupazione, barga
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