“A scuola senza zaino” un progetto che aiuta gli scolari di montagna

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E’ alle porte il nuovo anno scolastico e per le famiglie italiane ricomincia il dramma dell’aumento di prezzo per zaini ed altro materiale didattico, tanto che Federconsumatori stima che per ogni bambino la spesa per l’ “avviamento” scolastico potrebbe toccare punte di 900 euro.Zaini, astucci, quaderni e diari rispetto al 2008 potrebbero costare fino al 16% in più, in particolare sui prodotti di marca.Anche i libri – vera dote scolastica per gli scolari – subiranno un lieve incremento di prezzo fino al 5% portando la spesa attorno ai 450
euro.
“Purtroppo – dice Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico, piccolo comune in provincia di Lucca, nonchè presidente di Uncem Toscana che si occupa di ben 160 comuni montani – a questo peso economico occorre aggiungere il disagio per famiglie e scolari che vivono in montagna. Infatti al costo dei libri ed altro materiale didattico occcorre aggiungere la spesa per la mobilità”.
Cosa fare? “C’è una chiara necessità di salvaguardare e tutelare gli interessi degli abitanti dei paesi di montagna, in quanto questi
territori soffrono la difficile situazione geomorfologica che inevitabilmente porta con sè una grande quantità di problematiche”.
Intanto qualcosa si muove: in alcuni comuni della Toscana (capofila Fabbriche di Vallico) è stato introdotto il progetto “a scuola senza
zaino”, che consiste nel mandare i bambini a scuola senza zaino. Non solo! Ma vengono acquistati in comune quaderni, diario, penne e
pennarelli, astuccio, gomme, forbici, colla, lapis, appunta – lapis, fogli, tempere, pennelli, squadre, righe e cosi via, che restano
patrimonio della scuola.
I genitori delle classi coinvolte hanno deciso, con il benestare delle insegnanti e del direttore, di mettere una quota in comune per acquistare il materiale. Risultato: un calcio al consumismo e una sensibile riduzione dei costi perché comprare tutti assieme significa risparmiare. Inoltre il materiale acquistato – con il consiglio dei docenti – è più funzionale. Dunque quantità (costi bassi) e qualità (alta efficienza).
“E’ un modo molto pratico – conclude Giurlani – per impegnarsi nella salvaguardia delle nostre montagne, anche se i problemi restano e fanno la differena con quelli della pianura, come i costi che gli enti locali devono sopportare per la mobilità e le mense scolastiche.

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