Si torna a parlare dell’atterraggio di jet privati all’aeroporto Lucca Tassignano. Come nell’ottobre scorso, sembra che ci siano degli imprenditori russi, tra i quali il magnate Roman Abramovich, che vorrebbero investire in questo piccolo aeroporto, attrezzandolo per lo specifico atterraggio di velivoli a reazione.
L’interesse in questo aeroporto deriva dal fatto che è ubicato vicino al mare e anche alle città di Pisa e Firenze. Inoltre, per i jet privati, è spesso un problema atterrare negli aeroporti delle grandi città perché intasati dal traffico aereo di linea.
A parte il “no comment” del presidente della società “aeroporto di Lucca Tassignano Spa”, Piero Giampaoli, non ci sono state risposte ufficiali in proposito. L’assessore provinciale alla protezione civile Emiliano Favilla si è espresso come “sorpreso dell’interessamento di Abramovich”.
Per contro il presidente dell’Aeroclub ‘Carlo Del Prete’ Paolo Brotini spiega che “la concessione a cui si fa riferimento riguarda circa un quinto dello spazio complessivo dello scalo, insufficiente per realizzare una pista che consenta l’atterraggio dei jet di cui parla Abramovich o qualche suo portavoce. Per quel tipo di velivoli servono almeno 1.300 metri, – continua Brotini – mentre attualmente quelli utilizzabili sono solo 830. Mi sembra strano che un privato sia interessato a investire denaro in un simile progetto, ma tutto può essere… L’unica cosa che posso confermare è che nello scorso autunno c’erano state delle voci di russi pronti a sbarcare a Tassignano ma che, poco dopo, erano svanite nel nulla.”
Dell’ampliamento della pista si parla sin dal Governo Prodi che aveva previsto un piano di investimento per la creazione di una seconda pista, lunga 1.300 – 1.400 metri, capace di ricevere i jet. Doveva essere costruita entro il 2012 e avrebbe permesso all’aeroporto di fare un salto di qualità.
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