Inaugurato il nuovo parcheggio di San Pietro in Campo

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Giornata di inaugurazioni ieri nel comune di Barga. Si è iniziato ieri mattina con l’apertura del nuovo parcheggio a servizio della comunità di San Pietro in Campo, intitolato nell’occasione alla figura di Giovanni Da Prato , pioniere dell’emigrazione barghigiana negli Stati Uniti. Da Prato infatti, con i fratelli Pietro, Raffaello, Luigi e Carlo partì da San Pietro in Campo per creare l’azienda “Da Prato statuary company”; grande stabilimento di statuaria sacra a Chicago. Fu sindaco della cittadina di Iron Montain e dal 1913 al 1920 e nel 1931/32 deputato della Contea su Dickintson dello Stato del Michigan.
All’inaugurazione del parcheggio è intervenuta numerosa tutta la comunità del paese che ha voluto anche salutare il sindaco Sereni, ormai agli ultimi giorni del suo mandato. Tra le autorità presenti il presidente della Comunità Montana, Marco Bonini con l’assessore Onesti e l’assessore comunale Luigi Salvi che ha portato avanti questa operazione che è costata all’Amministrazione 80mila euro; 20 i posti destinati alle auto, ai quali vanno aggiunti il posto riservato alle persone diversamente abili, e 10 posti per moto e motorini. Sono stati anche realizzati anche l’illuminazione, una recinzione in legno, un accesso dal parcheggio al campo polivalente, adottando tutte soluzioni architettoniche che si integrano con l’esistente. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta Panza srl.
Il parcheggio realizzato risponde poi a una precisa richiesta dei cittadini di San Pietro in Campo e accolta dall’Amministrazione anche in considerazione dello sviluppo edilizio di questa zona e dei vari eventi organizzati nell’anno nell’area del vicino circolo e campo polivalente. Proprio l’edificio che oggi ospita il circolo sarà ampliato in modo da avere maggiore spazio per le attività e adeguati spogliatoi.
La mattinata si è conclusa con un rinfresco offerto dal Comitato Paesano di San Pietro in Campo, gestore peraltro del vicino centro polisportivo che troiverà notevole beneficio da questo nuovo parcheggio.

Commenti

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  1. emilio bertoncini


    Re: Un pugno di pecore per un grande sogno
    L’avventura di cui parla questo articolo parte da uno zero relativo che è quello di una famiglia (genitori, nonni, zii) che mettono a disposizione ciò che tecnicamente si definisce “patrimonio fondiario”. Esso è frutto della storia pregressa della famiglia ed è una fortuna che esista. Non sarebbe niente, però, senza una “vision utopica” propria di chi con sette pecore intende coltivare il sogno di un’accoglienza fuori dagli schemi convenzionali e capace di riportare l’agricoltura in un territorio dal quale questa attività è quasi scomparsa.

    Partire da zero è più difficile solo se c’è tale visione, altrimenti le proprietà terriere (sia chiaro che nel caso in esame si parla di qualche campo) rischiano di essere un imbarazzo più che una risorsa.

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