Giornata importante quella vissuta il 27 maggio all’Ospedale “San Francesco” di Barga dove si è svolta l’inaugurazione delle nuove sale parto, uno degli ultimi passi verso la conclusione di un lungo percorso che ha portato all’adeguamento antisismico ed antincendio del padiglione D dello stabilimento ospedaliero ed alla riorganizzazione funzionale di tutto il piano dedicato all’Area Materno infantile ed ha visto un investimento
complessivo di oltre 4 milioni di euro. Al termine della riorganizzazione sullo stesso piano troveranno posto, oltre al blocco parto, i servizi di degenza e ambulatoriali della Ostetricia-Ginecologia e della Pediatria. Le sale parto vengono quindi ad integrarsi perfettamente con la nursery da un lato e con l’ostetricia dall’altro. Peraltro è già in fase di progettazione la realizzazione di una sala operatoria che si affiancherà alle sale parto.
“Questi lavori di adeguamento strutturale non possono che essere di ulteriore stimolo per i già ottimi risultati della Ostetricia e Ginecologia di Barga – ha commentato il direttore generale dell’ASL 2 Oreste Tavanti – che vanta oltre 600 nascite nell’anno 2008.”
All’inaugurazione è intervenuto anche il sindaco di Barga, Umberto Sereni, in qualità di presidente della Conferenza zonale dei sindaci per la sanità ed il presidente della Comunità Montana, Marco Bonini, oltre al sen. Andrea Marcucci.
Da segnalare che nell’ultimo periodo è stato anche migliorato presso l’ospedale di Barga il comfort dei reparti di Medicina e Riabi¬litazione di Barga, tramite la sostituzione dei letti manuali con più moderni e confortevoli letti elettrici.
Le nuove sale parto dell’ospedale di Barga
- 4 di Redazione
maria
28 Maggio 2009 alle 0:11
VERGOGNATEVI
Ma cosa inaugurate le sale parto e mettete una sala per il parto dolce(erano già idonee quelle di prima ),se chiudete il PRONTO SOCCORSO.VERGOGNATEVIVERGOGNATEVI VERGOGNATEVIVERGOGNATEVI.
futuro dell’ospedale?
28 Maggio 2009 alle 9:29
Qual’è il progetto?
Letto l’articolo e viste le foto, con tutti questi candidati politici in mostra che da qualche giorno sono peggio del prezzemolo, e valutate le condizioni dei servizi dell’ospedale di Barga, mi sorge spontanea una domanda: stiamo lavorando per la futura clinica privata del “colle”???????Apriamo gli occhi, finchè siamo in tempo…….
Anonimo
31 Maggio 2009 alle 12:46
Una vera vergogna
Una nuova sala parto nell’Ospedale di Barga è una notizia molto buona e positiva per la comunità barghigiana solo se funsionasse tutto il resto!!!!! É inutile una nuova sala parto super accessoriata quando manca il pronto soccorso , quando per fare una lasta ci vogliono mesi, per fare un ecografia mesi, per fare una visita ci vogliono mesi….. MESI MESI MESI di attesa è l’ora di cambiare e di finirla di dire alla gente che l’Ospedale di Barga funziona bene…. “per non parlare delle scuole ” hihihihihihihihihihi….
Giacomo Mrakic
22 Marzo 2013 alle 15:00
Re: Sì alle unioni civili. In consiglio l’approvazione di un registro comunale
siamo sicuri che concedere con naturalezza e senza criterio alcuno la cittadinanza onoraria significhi civiltà? a mio giudizio bisogna partire da due considerazioni fondamentali: cosa si intenda per civiltà e cosa sia davvero la cittadinanza. in questo mondo di incertezze e di relativismi parlare di civiltà diventa ogni giorno sempre più difficile e contraddittorio. ogni volta che si cerca di fare riflettere sull’aspetto di cosa sia davvero civiltà, certi soggetti che fanno del multiculturalismo la loro parola d’ordine pongono in rilievo come non si possa definire migliore nè tale una civiltà, se paragonata alle altre, a causa delle numerose sfumature che la contraddistingue e che impedisce un raffronto sereno che permette di qualificarla tale. esistono barbarie consolidate, ma non può esistere una civiltà degna di chiamarsi tale. con questo metro di giudizio diviene allora chiaro che concedere la cittadinanza o istituire un registro delle unioni civili non è un segno di civiltà tout court, ma un segno di un progredire dei tempi che al contrario, a mio giudizio, indica o un declino della civiltà come noi la conosciamo o un diverso modo di concepire la civiltà se raffrontata ad altri esempi sociali e culturali. per quanto riguarda invece il concetto di cittadinanza, ritengo immatura la concezione di un diritto di cittadinanza solo per lo Jus Soli. lo jus soli può esistere in una componenente sociale ancora da formarsi, come gli Stati Uniti d’America per esempio, ma trova i suoi limiti in un continente di lunga storia e formazione culturale come l’Europa e l’Italia in particolare. il sistema europeo ha risolto di norma questa carenza prevedendo un sistema misto “jus sanguinis” con un sistema “jus soli” molto stringente. la cittadinanza è un concetto che non va preso alla leggera perchè implica non solo un diritto fondamentale e imprescindibile come il voto, ma anche un’accettazione di un modo di vivere e di concepire la vita e la società che è imprescindibilmente etnico e sociale nello stesso istante. diritto presuppone anche dovere e il diritto per eccellenza, la cittadinanza, comporta anche il dovere e la consapevolezza da parte di questi futuri cittadini di sposare in pieno un valore, o meglio un insieme di valori che sono fondanti per il nostro paese e la nostra società. siamo quindi sicuri che concedere la cittadinanza, seppur onoraria, con tanta facilità comporti anche la crescita di nuovi cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri in un paese come l’Italia, oppure comporterà ancora di più una recrudescenza dei rapporti tra “nuovi” italiani, provenienti in maggior parte da culture confessionali o comunque poco laicizzate, e “vecchi” italiani?
concludendo, ritengo che vadano ben riflettute le parole di Montesquieu:
“È vero che talvolta occorre cambiare qualche legge. Ma il caso è raro; e quando avviene, bisogna ritoccarle con mano tremante: con tanta solennità e con tante precauzioni che il popolo debba concluderne che le leggi sono veramente sante; e soprattutto con tanta chiarezza che nessuno possa dire di non averle capite.”