La FIOM-CGIL a difesa dell’occupazione: i mezzi per difendere i posti di lavoro

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Una precisa presa di posizione quella assunta dal segretario provinciale della FIOM-CGIL, Massimo Braccini, in merito alla crisi che sta investendo il settore metalmeccanico della provincia di Lucca.Ecco il testo completo del documento inviato alla stampa:”La Fiom-Cgil Provinciale intende mettere al centro il problema della crisi nella Provincia di Lucca che, sta interessando il comparto metalmeccanico, con un’accentuazione nel settore della nautica di Viareggio, nel settore delle macchine per carta a Lucca, delle aziende legate alla produzione e profilati in alluminio quali la Fapim di Altopascio, l’Alumi.l di Borgo a Mozzano, l’All.Co di Pietrasanta; nel settore dei laminati in rame quali la KME Italy
di Fornaci di Barga, a cui sono collegate altre aziende dell’indotto quali la Cooperativa Fanin e la Balleri, nonché a tutte le aziende che sono interessate alla cassa integrazione quali le Rubinetterie Ponsi di Viareggio, la Corghi di Pieve Fosciana, la Pardini di Camaiore, la Colged di Montecarlo,la Chelucci di Altopascio,l’IFT di Capezzano Pianore, la Volanti Luisi di Viareggio,la Benaglio di Capezzano Pianore,la Carp Inox di Porcari,la Celli di Porcari, la Paper Converting di Diecimo, nonché le procedure di mobilità aperte quali alla Ciet, a cui vanno aggiunte ulteriormente le numerose aziende artigiane o Cooperative interessate alla Cassa integrazione straordinaria in deroga. Si calcola che circa duemilacinquecento lavoratori metalmeccanici in Provincia di Lucca, su oltre undicimila addetti al settore, siano in cassa integrazione; a questi si aggiungono un centinaio tra contratti atipici o a termine non rinnovati. Una crisi profonda, una situazione che comincia ad essere allarmante, che rischia di lasciare il territorio con condizioni di arretramento sociale se, non vengono adottate idonee misure a sostegno del reddito dei lavoratori e concrete politiche industriali e sociali.
Riteniamo, per questi motivi, che a partire dai territori vadano organizzate adeguate forme di protesta, per salvare il lavoro e l’occupazione, per rivendicare un salario che permetta una vita libera e dignitosa , per garantire un futuro migliore per le giovani generazioni e per non lasciare nessuno da solo di fronte alla crisi. Chiediamo inoltre: una concreta politica industriale nazionale che punti alla difesa dell’occupazione e investa sulla ricerca e sviluppo con investimenti pubblici per la compatibilità ecologica dell’industria; estensione della cassa integrazione a tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro rapporto di lavoro; aumento da 52 a 104 settimane della cassa integrazione; responsabilità sociale e vincoli precisi delle aziende nei confronti dei territori; misure a sostegno dei redditi e a sostegno dei servizi sociali anche a livello locale.
La Fiom Provinciale rivendica il riconoscimento del diritto al lavoro, perché senza un lavoro non saremmo uomini liberi.
La crisi va aggredita con idee e risorse, noi ci batteremo perché non siano i più deboli a soccombere, precisando che, la crisi la deve pagare chi l’ha causata.”.

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