Il Giornale di Barga compie 60 anni. Si festeggia con la consegna dei premi ai vincitori del “Premio giornalistico Bruno Sereni”.

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Venerdì 29 maggio alle ore 10.00 presso l Teatro dei Differenti a Barga si svolgeranno due grandi eventi in ambito giornalistico. Per celebrare il 60° anniversario de “Il Giornale di Barga” e per ricordare il suo fondatore, Bruno Sereni, la nostra redazione ha organizzato la prima edizione del Premio Giornalistico “Bruno Sereni”. Si tratta di un concorso giornalistico rivolto alle scuole della Valle del Serchio che si è svolto nel periodo dal novembre 2008 al 29 aprile 2009 e che alla fine è riuscito a vedere la partecipazione di molte scuole presenti sul territorio: medie ed elementari soprattutto.
Importante è stata la collaborazione del Comune di Barga e della Conferenza zonale dei Sindaci per l’Istruzione, grazie all’impegno dell’assessore Renzo Pia. Hanno collaborato inoltre, arricchendo la dotazione dei montepremi (quasi tutti borse di studio), la società Antherica srl, realizzatrice del sito internet del Giornale di Barga; la Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno, la Cassa di Risparmio di Firenze, la Concessionaria Fiat Lunatici di Barga e due coppe donate dalla Comunità Montana della Media Valle del Serchio.
La premiazione di vincitori si svolgerà appunto nel giorno del 60° anniversario, con un incontro previsto alle 10 presso il Teatro dei Differenti, dove il prof. Antonio Corsi terrà un ricordo di Bruno sereni e della storia del Giornale di Barga.
Il concorso si prefiggeva lo scopo di avvicinare i giovani al mondo del giornalismo online, sfruttando la possibilità di pubblicare i propri lavori sul sito www.giornaledibarga.it.
Alla fine sono arrivati articoli, inchieste, ampi servizi giornalistici, disegni ed altro materiale. Con tanti lavori dove sono state affrontate le più svariate tematiche non ultime quelle di attualità.
Nei giorni scorsi tutti gli articoli pervenuti sono stati giudicati da un’apposita giuria nominata dal Giornale di Barga e composta dal prof. Antonio Corsi e dalla prof.sa Graziella Cosimini quali esperti pedagogici, dai giornalisti Francesca Tognarelli e Moreno Salvadori e da Renzo Pia in rappresentanza delle istituzioni.
I premi assegnati sono stati in tutto 8 ed è stata decisa anche una menzione speciale.
Ecco tutti i premiati che il prossimo 29 maggio si ritroveranno al Differenti: la classe II A della Scuola Media “A. Mordini di Barga” con l’articolo “CIR, Rally del Ciocco: Abarth esce vittoriosa con Travaglia!!!” pubblicato su giornaledibarga.it il 22 marzo 2009; la giovane Ylenya Vesnaver della classe II C della Scuola Media “A. Mordini” di Barga con il testoo “Niente alcool ai minorenni” pubblicato su giornaledibarga.it il 14 aprile 2009; la classe III C della scuola media di Castelnuovo Garfagnana per il bel servizio dal titolo “La terra è in pericolo”, pubblicato il 9 gennaio 2009; la classe V della Scuola Elementare di Piano di Coreglia con l’articolo “Immersi nella spazzatura” pubblicato il 24 aprile 2009; la classe III sez. unica della scuola primaria “E. De Amicis” di Fornaci di Barga per l’articolo “Con la ricerca contro il cancro” pubblicato in data 17 febbraio 2009; gli alunni della scuola primaria di Fabbriche di Vallico per il loro lavoro dal titolo “Una grande scuola per un piccolo comune” pubblicato in data 29 aprile 2009; la classe V della scuola primaria di Molazzana per l’articolo “Grande festa di carnevale alla scuola primaria di Molazzana” pubblicato in data 23 marzo 2009; Lisa Fiori e Stefan Biagioni e la Classe II A Geo I.T.C.G. “L . Campedelli” – Castelnuovo di Garfagnana per l’ampio servizio “L’alimentazione, i fast-food e l’educazione alimentare dei giovani” pubblicato in data 11 marzo 2009; Enrico Capanni classe III A Scuola media “A. Mordini” Barga e Marco Giovannetti e Federico Salotti, Scuola media “A. Mordini” Barga (Laboratorio di scrittura creativa) con gli articoli “Diritti e doveri tra fratelli” pubblicato in data 22 aprile e “Figli unici è meglio?” pubblicato sempre in data 22 aprile 2009.
Alla speciale mattinata dedicata all’annoiversario del Giornale di Barga sono invitati tutti i nostri lettori.
QUINDI, CONGRATULAZIONI AI VINCITORI E TANTI AUGURI AL GIORNALE DI BARGA!

Commenti

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  1. Giacomo Mrakic


    Re: Sì alle unioni civili. In consiglio l’approvazione di un registro comunale
    evidentemente sig. Cardone ha letto con poca attenzione il mio pensiero e ne ha estrapolato pochi passi che, presi da soli, dicono poco al mio pensiero che, in verità, è assai più complesso. la Costituzione repubblicana che Lei ha citato nel suo primo intervento parlando, con molta competenza, di Laicità dello stato (articoli 7 e 8 precisamente) tratta, in maniera molto chiara, dei punti che Lei garbatamente mi contesta. spesso bisognerebbe andare oltre i 12 aritcoli fondamentali ed eviscerarne l’essenza. così potrebbe vedere che l’articolo 29 della nostra costituzione parla di famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (e attenzione, per matrimonio bisogna rifarsi alla definizione del Codice Civile del 1942). dunque come ben vede la nostra Costituzione dice molto e anche troppo su come il legislatore dovrebbe comportarsi in merito. come sempre ci si trova di fronte ad una scelta sociale e di civiltà (parola ormai abusata in questo post), dove, in nome di un distorto ideale di uguaglianza, si pensa di concedere diritti senza alcun dovere. avere dei diritti comporta necessariamente dei doveri a monte e se una coppia decide di convivere rifiutando coscientemente a priori il matrimonio non può pretendere di ottenerne gli stessi vantaggi abusando di un istituto che parifichi i loro diritti a quelli di una coppia che ha scientemente deciso di unirsi in matrimonio (civile o concordatario).
    per ciò che riguarda la cittadinanza, anche onoraria, mi pongo la seguente domanda: a chi realmente spetta tendere la mano nei rapporti interculturali che ormai, complice la globalizzazione, stanno prendendo campo? un conto è incentivare l’integrazione, un altro è operare in maniera unilaterale. la concessione della cittadinanza è un modo di dagire unilaterale. l’integrazione per essere valida va prima voluta da chi è ospite, non va concessa, ma va meritata, altrimenti diventa un distorto rapporto dove, in nome del culturalmente corretto, si concede un qualcosa per noi prezioso di cui gli altri non sanno che farsene. la cittadinanza è il più grande e grave diritto che un paese può concedere e per questo non può essere concesso se prima non vi è una domanda in tal senso da chi vi può accedere. sarebbe inutile e squalificante, svilente per il paese stesso concedere il suo più grande diritto a chi non lo desiderasse esplicitamente. al contrario sarebbe la più grande conquista per una società potere annoverare tra i suoi cittadini altri cittadini, che, consapevoli della loro scelta e della loro possibilità di vivere in un nuovo paese, domandassero di diventarne parte attiva, sposandone le aspirazioni sociali e culturali.
    qui sta la differenza tra “concedere”, con un certo paternalismo, un po’ come dare l’elemosina, e costruire, forgiando e formando nuovi cittadini (che, ricordiamo, non sono apolidi, ma sono cittadini del paese di origine dei genitori per il sopracitato jus sanguinis).
    e anche in questo caso la Costituzione ci viene incontro con due norme fondamentali: l’articolo 10 (che ci ricorda che la condizione dello straniero viene regolata dalle leggi internazionali) e l’articolo 11 secondo comma (che ci ricorda che il rapporto legislativo deve essere fatto a condizione di parità con gli altri stati). ed ecco quindi la parola magica: parità da intendersi come reciprocità, non unilateralità. reciprocità nel concedere, reciprocità nel crescere, reciprocità nel formare nuovi cittadini a condizione che anche nel paese d’origine venga concesso lo stesso diritto a un cittadino italiano.
    la invito, nel mio piccolo, quindi, a riflettere su questi aspetti e forse si renderà conto che se, forse, come nel commento precedente aveva fatto notare, esiste ancora oggi un vuoto legislativo, esso non è dovuto ad incuria del legislatore, quanto a presa di coscienza di un vincolo costituzionale difficilmente evitabile.

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