Happy Hour e letteratura

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La letteratura torna protagonista al Caffè Centrale – il Sogno, dove questa sera l’ora dell’aperitivo è stata arricchita da un incontro letterario organizzato in collaborazione con Ventidarte a proposito del libro “La storia di Gianni, l’uomo più felice del mondo”,
dello scrittore lucchese Fabrizio Antognelli che ha vissuto per anni in Rwanda, e che in questo volume ci restituisce la sua esperienza di “musungu”, uomo bianco nell’idioma locale, in un libro che affronta le diversità, la miseria, le inevitabili e enormi differenze culturali, gli incontri vissuti in prima persona in Africa.

Quello che ne scaturisce, però, non è una semplice cronaca, ma una serie di racconti divertenti e accattivanti che narrano in modo ironico e a volte disarmante la vita nei villaggi del Rwanda, la perfetta integrazione dell’autore nella vita e nei modi di fare di quel paese, e la storia di Gianni, l’uomo più felice del mondo, appunto, che partito dal Veneto, è diventato per tutti Gianni di Muhura lavorando per il bene della comunità come fosse la cosa più normale del mondo, poiché, dice, è ciò che lo rende più felice.
Alcuni racconti tra i più rappresentativi sono stati letti dagli attori Francesco Bargi e Bice Bronzi, accompagnati dalla chitarra di Luca Giannotti, che ha improvvisato su temi di autori contemporanei come Gammanossi, Sabbatini, Manzi, creando così un clima perfetto per questo colto happy hour.

La Storia di Gianni è pubblicato da Libertà Edizioni, piccola ma solerte casa editrice lucchese che da spazio a scrittori emergenti o ancora poco noti, per dar voce anche –e soprattutto – alle minoranze di ogni tipo; ma l’attività della casa editrice non si ferma qui, poiché gran parte degli introiti delle vendite vengono utilizzati per un progetto di adozione di bambini di Rio Branco in Brasile.

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Commenti

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  1. Giuseppe Luti


    Re: Auguri a Francesco, il 266esimo Papa
    03/15/2013
    3:06 pmGaudio magnum.
    Non ho mai studiato latino, spero però di essermi fatto capire. Tutti Contenti! che diamine.
    A distanza di qualche giorno si fanno anche considerazioni sul “passato” del nuovo papa.
    La puntigliosa difesa dell’operato dell’odierno Papa, quando era Vescovo di Buenos Aires, mi sembrano come le scuse o arrampicate sugli specchi quando si vuole difendere a tutti i costi Berlusconi nei suoi comportamenti da comune cittadino, perchè questo è un cittadino qualsiasi nei confronti della legge.
    Sono (quasi) convinto che il Papa ha metabolizzato eventuali comportamenti non consoni, in quell’epoca nefasta e adottato in seguito comportamenti “più” coraggiosi e consoni alla realtà. Cosa che non mi sembra stiano facendo Berlusconi e suoi. Tante sono le incongruenze evidenti.
    Giuseppe Luti

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