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Giacomo Mrakic
8 Febbraio 2012 alle 22:11
Re: Monsignor Lino Lombardi commemora Morando Stefani
sig. Salvoni, pensavo di avere fatto un discorso chiaro e semplice, ma evidentemente o lei lo ha personalmente riletto in malafede o ha un concetto molto elastico della sintassi italiana, visto che il mio discorso non aveva valenza politica alcuna, se non quella di ricordare una figura che certamente ha fatto molto per Barga e salvarla da facili qualunquismi e strumentazioni a mio giudizio inappropriate e fuori luogo. il concetto di “Pietas” che lei ha ripreso con leggerezza, ritenendo che io lo avessi riferito al Comm. Stefani, era da considerarsi come valenza dei princìpi che una persona viva dovrebbe avere nei riguardi non solo di chi è ormai morto, ma anche nei confronti del sostrato sociale per potersi considerare a pieno titolo “vir” anzichè semplice “homo”, e mi dispiace che non sia stato compreso nella piena valenza, arrivando addirittura a scomodare Enea, che non ha alcuna attinenza con il discorso. non è stata fatta alcuna romanticheria, ma da parte mia è stato valutato il ricordo e l’operato di una persona che tanto si è spesa per Barga e la cui eredità è ben visibile agli occhi dell’intera comunità, tranne ai più ciechi ideologicamente. quanto al resto, non ho alcuna intenzione di scusare le gravi atrocità nazifasciste, ma non posso certo per questo accettare le stragi ed i massacri che sono stati compiuti dall’ideologia comunista. la storia non è fatta di filosofia ed elucubrazioni sterili, di ragionamenti sul sesso degli angeli come nella Bisanzio della decadenza, ma è fatta di fatti veri reali ed innegabili, ben documentati e sui quali si può ragionare, discutere, ma non si può fare finta che non esistano. non si può accusare gratuitamente una persona che si è spesa con dedizione al servizio di una cittadina, come se con la sua opera fosse responsabile di nefandezze indicibili.
trovo incongruente e di poco spessore il volere condannare gli interventi sovietici dettati dalla “linea Breznev” per poi criticare il mio riferimento a Pol Pot, riferimento che peraltro ben calzava le posizioni fin troppo drastiche esposte dal sig. Turrioni nel suo primo commento. è proprio vero che i cecoslovacchi capirono che il mondo era rotondo quando, dopo avere cacciato gli imperialisti ad ovest nel 1945, li videro rientrare da est nel 1968. le speculazioni e le disquisizioni servono ai vivi, ma i morti non hanno alcun colore e meritano il rispetto loro dovuto in ogni momento sopratutto quando alla prova dei fatti hanno dato atto di avere fatto tutto ciò che potevano per il bene degli altri.