Adottato dal consiglio comunale il nuovo Piano Strutturale. Barga si è così dotata di un nuovo strumento urbanistico per progettare il futuro del territorio guardando però alla tradizione di un paesaggio che racchiude sue particolarità e i tratti della toscanità. Così ha detto il primo cittadino, Umberto Sereni, nell’introduzione al Piano. E infatti alla base del lavoro svolto si trova la lettura e la riproposta dei caratteri originari del territorio e la loro valorizzazione nella consapevolezza della sua delicatezza idrogeologica e morfologica e dell’importanza del territorio rurale, nel rispetto della vegetazione e delle caratteristiche architettoniche, tipologiche e strutturali del patrimonio edilizio esistente. Il piano arriva dopo quello approvato nel 2000 e, a testimoniare il positivo lavoro svolto dall’Amministrazione e dall’Area Assetto del Territorio con la sua responsabile che ha seguito l’iter, ing. Daisy Ricci, l’adozione con i voti favorevoli della maggioranza e di parte dell’opposizione (Regoli e Salvateci) e un’astensione del gruppo di centrodestra definita da loro stessi “positiva”.
Nel dettaglio del Piano è entrato l’assessore all’Urbanistica, Antonio Da Prato, che ha spiegato come gli obiettivi generali sono da conseguire anche attraverso azioni coordinate con la Regione Toscana, la Provincia e gli altri Enti interessati e come alla base si trova una condivisione delle strategie di sviluppo e delle scelte di governo del territorio. Fra le linee guida del Piano – come spiegato da Da Prato evidenziando l’importanza fondamentale di questo strumento urbanistico – il consolidamento della presenza “industriale”, mantenere la popolazione in collina e nelle zone montane per la sua funzione fondamentale di presidio ambientale, la promozione e lo sviluppo di politiche di crinale rivolte all’integrazione interregionale e interprovinciale, mantenere e valorizzare gli ambienti e i paesaggi fluviali, il miglioramento dell’accessibilità complessiva, lo stop a un ulteriore aumento del sistema insediativo lungo la viabilità di fondovalle, al di fuori di aree già interessate da un processo di urbanizzazione consolidato o in atto, il mantenimento e il recupero funzionale e la riorganizzazione e razionalizzazione degli insediamenti produttivi di interesse locale.
Fondamentali anche i principali temi del Piano: la tutela del territorio, la difesa dagli inquinamenti, la prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico, la valorizzazione dei boschi e quindi del paesaggio, la valorizzazione e riconoscimento degli elementi di interesse storico, ma anche la riorganizzazione del sistema delle infrastrutture, l’adeguamento e potenziamento degli impianti e delle attrezzature di carattere sportivo e ricreativo, una revisione quantitativa e qualitativa degli insediamenti residenziali e quindi l’aggiornamento e verifica degli standard e dei parametri urbanistici.
Come poi è emerso nella discussione, ai fini della caratterizzazione e della qualificazione degli insediamenti, assume particolare importanza, soprattutto in alcune aree, il sistema infrastrutturale. A questo proposito il Piano prevede di garantire migliori condizioni di fruibilità e sicurezza della SR 445 in accordo con gli Enti competenti, favorendo con opportune azioni il progressivo spostamento del traffico pesante sulla strada provinciale di fondovalle che per condizioni e grazie agli importanti interventi realizzati negli ultimi anni risulta più idonea; completare gli interventi di adeguamento delle dotazioni infrastrutturali a servizio delle attività produttive con la realizzazione, ad esempio, della viabilità di collegamento del PIP in Loc. Rio Chitarrino a Fornaci con Europa Metalli; una nuova strada che da Fornaci arriva a Barga e l’adeguamento dell’intersezione stradale esistente in Loc. Loppora; razionalizzare la circolazione nel centro abitato di Barga con la creazione di spazi di sosta e “percorsi pedonali protetti” lungo Viale Marconi e in prossimità del centro storico. Inoltre promuovere il riordino, l’adeguamento e il completamento della viabilità nel centro abitato di Filecchio, recuperando e valorizzando nel contempo il collegamento con Loppia. E poi promuovere il completamento degli interventi di realizzazione della viabilità di collegamento con il territorio del Comune di Fosciandora. Infine migliorare le condizioni di accessibilità e fruibilità delle aree di interesse naturalistico e socio – ricreativo lungo il corso del torrente Corsonna e del Fiume Serchio con la realizzazione di piste ciclabili e di percorsi attrezzati e l’adeguamento della viabilità di accesso all’area del campo sportivo di Castelvecchio Pascoli.
Infine, fra gli insediamenti produttivi di rilievo ai fini della riqualificazione e valorizzazione del tessuto urbano, per l’Amministrazione assume particolare importanza Europa Metalli che è da considerarsi “strategica” per lo sviluppo sociale, economico e produttivo del territorio.
L’Azienda però dovrà procedere alla riqualificazione e rinaturalizzazione delle fasce fluviali e garantire il recupero urbanistico e funzionale degli immobili di riconosciuto interesse storico, architettonico, tipologico e testimoniale nel rispetto delle loro caratteristiche.
Gli immobili dismessi e sottoutilizzati ubicati ai margini del comparto produttivo potranno essere ristrutturati per ospitare attività e destinazioni diverse come ad esempio a uso residenziale o piccole attività commerciali.
Dopo l’adozione in consiglio comunale il Piano sarà pubblicato sul BURT della Regione e a quel punto ci saranno 90 giorni a disposizione dei cittadini per visionare gli atti e per le eventuali osservazioni. In questo periodo è poi previsto anche un orario particolare dell’Area Assetto del Territorio che sarà aperta al pubblico tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì e anche il sabato mattina.
Marco Tortelli
3 Maggio 2012 alle 11:28
Re: Giornaledibarganews vuole crescere e diventa “premium”. Lettera aperta a tutti i lettori
Tanto per rincarare la dose, stimolato anche dal concetto poco sopra espresso da elliot grant (“I would like the media to sell product to readers rather than sell readers to advertisers”), vorrei riportare un estratto da una lunga riflessione di Wu Ming 1 a proposito di “Feticismo della merce digitale e sfruttamento nascosto”.
Il testo integrale è reperibile all’indirizzo: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=5241
Mi scuso (di nuovo) per la lunghezza di questo intervento e mi auguro si capisca che il riferimento a Marx è importante in termini di categorie: è bene specificarlo perché quando si fanno certi nomi spesso la discussione rischia di impantanarsi in questioni “di bandiera”.
“Sto per fare l’esempio di Facebook. Non perché gli altri social media siano “meno malvagi”, ma perché al momento è il più grosso, è quello che fa più soldi ed è – come dimostra la recentissima ondata di nuove opzioni e implementazioni – il più avvolgente, pervasivo ed espansionista. Facebook si muove come se volesse inglobare tutta la rete, sostituirsi ad essa. E’ il social network par excellence, dunque ci fornisce l’esempio più chiaro.
Sei uno degli oltre settecento milioni di utenti che usa Facebook? Bene, vuol dire che quasi ogni giorno produci contenuti per il network: contenuti di ogni genere, non ultimo contenuti affettivi e relazionali. Sei parte del general intellect di Facebook. Insomma, Facebook esiste e funziona grazie a quelli come te. Di cos’è il nome Facebook se non di questa intelligenza collettiva, che non è prodotta da Zuckerberg e compagnia, ma dagli utenti?
Tu su Facebook di fatto lavori. Non te ne accorgi, ma lavori. Lavori senza essere pagato. Sono altri a fare soldi col tuo lavoro.
Qui il concetto marxiano che torna utile è quello di “pluslavoro”. Non è un concetto astruso: significa “la parte di lavoro che, pur producendo valore, non si traduce in salario ma in profitto del padrone, in quanto proprietario dei mezzi di produzione”.
Dove c’è profitto, vuol dire che c’è stato pluslavoro. Altrimenti, se tutta la quota di lavoro fosse remunerata in base al valore che ha creato, beh… sarebbe il comunismo, la società senza classi. E’ chiaro che il padrone deve pagare in salari meno di quel che trarrà dalla vendita delle merci. “Profitto” significa questo. Significa pagare ai lavoratori meno del valore reale del lavoro che svolgono.
Per vari motivi, il padrone può anche non riuscire a venderle, quelle merci. E quindi non realizzare profitti. Ma questo non significa che i lavoratori non abbiano erogato pluslavoro. L’intera società capitalistica è basata su plusvalore e pluslavoro.
Su Facebook il tuo lavoro è tutto pluslavoro, perché non vieni pagato. Zuckerberg ogni giorno si vende il tuo pluslavoro, cioè si vende la tua vita (i dati sensibili, i pattern della tua navigazione etc.) e le tue relazioni, e guadagna svariati milioni di dollari al giorno. Perché lui è il proprietario del mezzo di produzione, tu no.
L’informazione è merce. La conoscenza è merce. Anzi, nel postfordismo o come diavolo vogliamo chiamarlo, è la merce delle merci. E’ forza produttiva e merce al tempo stesso, proprio come la forza-lavoro. La comunità che usa Facebook produce informazione (sui gusti, sui modelli di consumo, sui trend di mercato) che il padrone impacchetta in forma di statistiche e vende a soggetti terzi e/o usa per personalizzare pubblicità, offerte e transazioni di vario genere.
Inoltre, lo stesso Facebook, in quanto rappresentazione della più estesa rete di relazioni sul pianeta, è una merce. L’azienza Facebook può vendere informazione solo se, al contempo e senza sosta, vende quella rappresentazione di se stessa. Anche tale rappresentazione è dovuta agli utenti, ma a riempirsi il conto in banca è Zuckerberg”.