Un progetto di ripopolamento dei corsi d’acqua della zona, che in tre anni ha portato ad un cospicuo aumento degli esemplari di trota “fario”, pregiato salmonide che costituisce un patrimonio ittico che rischiava di andare perduto. Di questo e molto altro si parlerà stasera a partire dalle 20.30 presso la sala del consiglio della Comunità montana Mediavalle nel corso di un convegno aperto alle amministrazioni locali, aziende ittiche e appassionati di pesca locali.
L’incontro, intitolato “La trota mediterranea e la gestione delle acque vocate a salmonidi nella Comunità montana della Mediavalle”, fornirà un primo importante bilancio di un progetto avviato tre anni fa dall’ente montano che, assieme agli allevamenti Giovannetti di Val Fegana, hanno portato al ripopolamento della rinomata specie ittica nei torrenti del circondario. Dopo il saluto del presidente Marco Bonini e l’introduzione dell’assessore Pietro Onesti, il corpo della serata sarà incentrato sulla relazione del dottor Pierpaolo Gibertoni, biologo dell’associazione “Mediterranean Trout research group” che ha curato la parte squisitamente scientifica del censimento ittico e il campionamento della specie dopo gli interventi attuati grazie ad un investimento di circa 70.000 euro. A chiudere il summit l’intervento dell’assessore provinciale alla caccia e pesca Alessandro Adami, primo sostenitore dell’iniziativa. Sarà un momento di confronto per gli appassionati del settore, proprio quando le politiche della Comunità montana, attraverso gli investimenti effettuati, stanno consentendo di riscoprire un prodotto tipico della Valle che rischiava l’estinzione: “Si tratta di un punto di partenza per riportare nei torrenti della Valle le pregiate trote originarie di questa zona” commenta Pietro Onesti “il vero completamento del progetto partito 3 anni fa per trote autoctone. Sono stati fatti dei prelievi selettivi, con alcuni esemplari analizzati dall’ Università di Bologna, e catturati dei riproduttori che dopo la spremitura che hanno ottenuto circa 3000 di trote autoctone”. Il progetto è costato 70mila euro, tra ricerche, investimenti in materiale e ordinaria amministrazione. In tutta la Mediavalle sono cresciuti gli allevamenti e anche le normative in materia di gestione della specie ittica, piuttosto restrittive, stanno consentendo di ripopolare i torrenti della Valle e soprattutto salvaguardare il pregiato prodotto che, grazie a questi interventi, sta tornando a ripopolare la propria “casa natìa”.
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