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Pier Giuliano Cecchi
8 Febbraio 2012 alle 18:05
Re: Monsignor Lino Lombardi commemora Morando Stefani
Tutti avete le vostre ragioni e fate bene ad esprimerle, però devo dire che non si è valutato il messaggio che racchiude il mio sforzo di appassionato ricercatore di storia locale, cioè quello di ricordare l’impegno di un uomo per il suo Paese, nel caso, per un monumento che è tra gli orgogli e vanto di tutta la Valle da Lucca sino alla foce Carpinelli.
Quindi l’uomo si è reso meritorio di un ricordo e, sia chi sia, ha acquisito merito alla luce di chi è interessato alla nostra storia, all’arte in genere e tutto quanto ne consegue, perché credo sia semplicemente così.
Non è poi vero che in qualsiasi condizione politica una persona possa raggiungere l’onnipotenza, perché da soli non si farà mai niente d’importante.
Comunque, al di là di come uno la pensi a questo riguardo, lo Stefani fece una scelta, tra l’altro non di così facile esecuzione al suo tempo.
Certamente se Morando Stefani non avesse deciso di spendersi e realizzare opere in favore di Barga che ancora oggi si ricordano, tra le quali emerge il restauro del Duomo, forse, la sua persona non avrebbe interessato più di tanto i ricercatori.
Non fu facile però realizzarle quelle opere. Per il Duomo fa fede quanto narra la storia al suo ingresso nell’Opera nel 1923.
Infatti, il monumento, dopo i rattoppi a seguito del terremoto del 1920, giaceva sul colle in uno stato preoccupante. Morando Stefani, come Operaio, all’ingresso nell’incarico decise la spesa da farsi per una perizia tecnica, i cui risultati, allarmanti, fecero decidere la chiusura della chiesa.
Da qui l’inizio della storia dei restauri.
In ogni tempo, chi assurge alle cariche amministrative, se si distingue per importanti scelte decise in favore della sua comunità o di una più ampia società – cose o persone – e le persegue magari per tutta la vita anche senza raggiungere la méta, se poi raggiunte vedremo che hanno un valore oltre il suo tempo, senz’altro e comunque sarà degno di un ricordo.
Questa è la mia convinzione, il resto non interessa il mio lavoro, perché esula completamente dai suoi intendimenti, eventualmente e personalmente già chiariti.
Desidero solo fare un rilievo attinente alla biografia di Morando Stefani.
Morando Stefani fu sindaco nel 1923, poi podestà sino agli anni 1935-36, dopo fu nominato commissario prefettizio di Barga. Un differente incarico rispetto a podestà! Cioè, da ora l’operato di Morando Stefani è sotto sorveglianza del prefetto?
Il 29 gennaio del 1938, adducendo motivi personali, in Comune c’è la consegna da parte di Morando Stefani del commissariato di Barga nelle mani del Vice Prefetto di Lucca, Sestini comm. Dott. Francesco, il quale lo tenne sino al maggio 1938. In quel mese fu nominato commissario prefettizio il barghigiano Emilio Nardini.
Con questo mio intervento desidero far presente che il ricercatore, lo scrittore di storia locale e l’uomo Pier Giuliano Cecchi non condivide ogni strumentalizzazione politica nata o che nascerà a seguito dei suoi articoli storici su Morando Stefani.