IAGOdi Volfango de BiasiItalia 2008 —–De Biasi ripropone il sodalizio con Vaporidis che due anni fa li vide vincenti con la commedia giovanilistica Come tu mi vuoi, scomodando questa volta addirittura la tragedia shakespeariana.Alla facoltà di Architettura dell’Università di Venezia primeggia nei favori del rettore Brabanzio (sempre grande Gabriele Lavia) il giovane Iago (un inaspettatamente bravo Nicolas Vaporidis), studente di notevole talento segnato però irrimediabilmente dalle umili origini. Iago ha due sogni molto tangibili: l’affidamento della direzione dei lavori per la futura Biennale e l’amore della figlia di Brabanzio, l’algida Desdemona (inutile Laura Chiatti). Entrambe le cose gli vengono repentinamente strappate dall’ultimo arrivo in facoltà, Otello Moreau (Aurelien Gaya), figlio di un noto architetto la cui posizione e il cui nome hanno decisamente attratto di più il senato accademico committente dei lavori e la volubile Desdemona rispetto alla maestria di Iago. Ulteriore beffa: Iago è nominato secondo assistente di Otello dopo l’inetto cugino di questi Cassio (Fabio Ghidoni). Ma il giovane non si lascia abbatte dalla fortuna avversa, e dà vita ad un crudele progetto di inganni e bugie per azzerare quel vizioso circolo di raccomandati e riprendersi ciò che ritiene gli spetti.Il film gode grazie al bardo inglese di un solido impianto narrativo, che il regista attualizza abilmente a seconda dei propri bisogni. Non ci troviamo di fronte alla solita commediola giovanilistica: Iago punta a qualcosa di più consistente. Iago e i suoi alleati Roderigo ed Emilia sono apparentemente personaggi negativi, sostanzialmente dark: vestiti di colori scuri, comportamento teatraleggiante e sempre un pizzico antisociale, obiettivi ambiziosi
da ottenere con l’incommensurabile abilità, la presunzione e molta sfacciataggine. Eppure questo carattere dalle oscure origini (Iago ha una storia familiare degna di un Harmony) sortisce l’effetto contrario: gioiosamente anticonvenzionale, infaticabile lavoratore che ama ciò che fa, desideroso di cose abbastanza comuni (un incarico prestigioso, l’amore di una ragazza), Iago diventa un po’ schematicamente vero e proprio condottiero contro quel mondo di privilegi e gerarchie cui si è illusoriamente allattato e che subitamente gli ha voltato le spalle in nome della corruzione e della raccomandazione imperanti. I personaggi “positivi” Otello, Desdemona (sempre di bianco vestita), Cassio sono essenzialmente dei debosciati, degli inetti dipendenti dalla cultura del tutto e subito, senza una parvenza di talento né di capacità organizzativa e lavorativa, coalizzati in un mondo fatto di sesso e notti brave. La rivolta di Iago si esplica in un piano subdolo e insuperabile: distruggere quel gruppo di incompetenti dall’interno, dimostrando l’inconsistenza e la fragilità del loro stupido essere, dando vita ad un circolo di ingegnose bugie partorite da una mente folle e smaliziata (“Tutto hanno potuto togliermi: ma non la mia intelligenza”).
La trasposizione è in una bellissima Venezia contemporanea in cui si fa però attenzione a mantenere ambientazioni di aspetto elegante e classico: l’attualizzazione ha semmai sofferto nel rappresentare seguendo i soliti cliché e stereotipi un mondo giovanilistico fatto di esagerazioni, ricerche vuote (il sesso facile, il divertimento facile), festini orgiastici e notti insonni. È particolarmente imbarazzante l’affresco che viene fatto degli universitari, e il fatto che Desdemona si rechi soavemente in facoltà vestita in modo consono ad altro preciso luogo.
La colonna sonora è ben congegnata e lavora sui momenti giusti.
Finale deludente che rischia di rinnegare la sostanza del film.
Tag: cinema, iago, volfango de blasi
Gianmarco Marroni
9 Febbraio 2012 alle 11:32
Re: Monsignor Lino Lombardi commemora Morando Stefani
Compagni aprite gli occhi, pensate prima di giudicare, lo Stefani come ricorda Giacomo ha fatto si che Barga fosse un isola felice durante il fascismo, ha compiuto molte opere come la ristrutturazione del duomo ma purtroppo i cari compagni sono solo buoni a ricordarlo come un fascista che non merita nulla perche’ complice delle loro idee sanguinarie e razziste. Chi bisogna ricordare allora a Barga? Mio nonno anche lui ha fatto molto per Barga ma forse perche’ amico dello Stefani verra ricordato solo come amico dei fascisti? Caro Salvoni esci dal guscio nel quale vivi dove vedi solo rosso e che tutto il resto e’ negativo, durante tutte le guerre vengono commessi crimini atroci sia dalla parte dei vinti che dalla parte dei vincitori. I comunisti hanno commesso crimini non inferiori a quelli fascisti ma si fa finta di nulla e si cerca di non accettare il revisionismo storico