THE MILLIONAIREGB 2008di Danny Boyle – Nella caotica Mumbai, il giovane fattorino Jamal è sottoposto ad un violento interrogatorio in una stazione di polizia. L’accusa: il ragazzo, partecipando all’edizione indiana del programma televisivo Chi vuol essere milionario, è arrivato vincente alla fatidica domanda da venti milioni di rupie imbrogliando, poiché di origini umili e completamente privo di istruzione. Ma Jamal ha in pugno una tanto incredibile quanto laboriosa difesa: è riuscito a rispondere correttamente poiché ognuna delle domande che gli erano state poste aveva un particolare collegamento con la sua avventurosa esistenza. Parte allora un lungo flash back degli anni dell’infanzia e della giovinezza ricca di espedienti e sacrifici per sopravvivere nei bassifondi cittadini, a fianco dell’ambiguo fratello Salim e della dolce amichetta Latika che tanto desidera ritrovare e che conta molto più di qualsiasi
montepremio.
Il film è tratto dal libro Le dodici domande di Vikas Swarup e firmato da Boyle, già regista del cult Trainspotting. Boyle conferma una regia splendida ed originale, con passaggi ed inquadrature fulminee estremamente ed attentamente intricate nell’intento di riflettere il caos e la rapidità di un paese veloce, tanto arretrato quanto moderno come l’India.
Oltre che dalla tecnica registica, i repentini e contraddittori cambiamenti cui è soggetto il paese nei vent’anni di vita di Jamal è ben esplicato nella scelta delle location e delle superbe scenografie. Si parte dalla degradata periferia in cui cresce Jamal: un dedalo di vicoli fangosi, baracche coi tetti in lamiera (sottolineate con inquadrature dall’alto), latrine all’aperto, fiumi di feci; vediamo questi quartieri trasformarsi lentamente con l’avanzare del “progresso” selvaggio e incondizionato portato dai giorni nostri: un mostro di grattacieli, edifici illuminati stile casinò, bordelli, ville enormi su cui esercita incontrastata il dominio una malavita tanto organizzata quanto sanguinosa.
È in questo inferno che si svolge la vicendosa esistenza di Jamal, un innocente, un puro di cuore. Difatti tanto è putrido, corrotto e violento il mondo in cui cresce, tanto è intonso, sincero e ingenuo il cuore del giovane (interpretato come gli altri personaggi principali da tre diversi, straordinari attori per i tre momenti dell’infanzia, della giovinezza e dell’età adulta). Jamal comprende appieno la morbosità del cosmo che lo circonda ma non si lascia corrompere da esso, a contrario del fratello Salim: il giovane rimane coerente nella semplicità della sua esistenza e dei suoi sentimenti, che ruotano intorno alla disperata e costante ricerca della bella Latika. Salim è invece un carattere incoerente e perfettamente riuscito, sempre in bilico tra buio e luce: salva la vita al fratello aiutandolo a fuggire dai massacri indù, ad allontanarsi da un orfanotrofio in cui si preferisce storpiare i bambini per mandarli a chiedere l’elemosina che aiutarli, a evitare la vendetta di magnaccia e malavitosi. Ma lo rende anche vittima di dispetti infantili, lo costringe alla frode ingegnosa per sopravvivere, gli strappa con violenza la prima notte d’amore con la piccola Latika che inizialmente non voleva soccorrere: infine si lascia corrompere da quella stessa malavita di traffici di droga e prostituzione che segnerà il suo destino, pur se un fondamentale barlume di umanità avrà in lui la meglio.
Sono amicizia e amore e la loro forza salvifica il vero fulcro del film: le difficoltà a sopravvivere, la miseria, le violenze, la solitudine, l’egoismo e le tanto sottolineate differenze sociali possono essere superate dalla purezza di questi sentimenti; in fondo, a chi importa vincere quei venti milioni di rupie, quando la felicità sta da tutt’altra parte?
Le musiche molto hindi e il clima e gli interpreti estremamente caotici e bollywoodiani aiutano ad entrare nello spirito di quella che in conclusione non è che una favola moderna e vitale.
Tag: cinema, the millionaire
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