Nostra intervista al sindaco Umberto Sereni sulla sanità della Valle del Serchio e sulla difesa dell’Ospedale “San Francesco” di Barga –
Nell’ultimo numero del Giornale di Barga, il numero di maggio, abbiamo ospitato due pagine curate dall’Amministrazione Comunale e che riguardano i nuovi interventi previsti per il miglioramento ed il potenziamento dell’ospedale di Barga. Le pagine sono accompagnate anche un articolo di fondo scritto dal sindaco del comune di Barga Umberto Sereni che riassume l’impegno di questi anni in difesa di ospedali e sanità.
In questa intervista abbiamo voluto approfondire con il primo cittadino quello che è stato e quello che sarà riguardo alla saniutà della Valle del Serchio.
La sanità della Valle del Serchio ed in particolare la questione dell’ospedale di Barga. L’eredità che ha assunto diventando sindaco quale è stata?
Chiunque si ricorda come avvenne la mia elezione a sindaco nel giugno del 1999 ricorda altrettanto bene che alla sua origine ci fu “il disastro dell’Ospedale”: anni di sconfitte, di batoste, di arretramenti che avevano portato il “San Francesco” in uno stato di agonia.
Nessuno scommetteva una lira sul futuro dell’Ospedale. Da più di dieci anni in Regione erano fermi miliardi di investimenti che dovevano servire a garantire al “San Francesco” la sicurezza antismica. Senza la quale l’Ospedale poteva essere chiuso da un momento all’altro. I soldi c’erano ma non venivano spesi perché ormai si dava per finito l’Ospedale di Barga. Dopo nove anni la situazione è completamente cambiata: l’ospedale è in piena salute. E’ cresciuto dotandosi di nuove specialità: oculistica e oncologia e sta crescendo con lo sviluppo delle attività storiche: medicina, ginecologia e riabilitazione che hanno raggiunto un livello di eccellenza.
Nell’ultimo numero del Giornale di Barga lei parla, riguardo alla sanità, di impegno rispettato. Quali obiettivi sono stati raggiunti? L’ho detto e lo ripeto: “Impegno rispettato”. Con i cittadini nel 1999 presi l’impegno di evitare la fine dell’Ospedale di Barga. Tanti che votarono per me – e io li ringrazio ancora della fiducia che riposero in me – lo fecero perché vedevano in me l’ultima occasione per salvare l’Ospedale. Io sentivo allora e ho sempre sentito nel corso di questi anni il valore morale del patto stretto con i cittadini: ne andava della mia faccia e del credito della mia famiglia. In nessun modo potevo tradire quella fiducia Alla “battaglia” per l’Ospedale ho dedicato tutte le energie che avevo, l’ho considerata coma la “battaglia della vita” e adesso con legittima soddisfazione posso dire: “Impegno rispettato” e posso andare alla tomba di mio padre Bruno con il cuore in pace e posso dirgli che può essere orgoglioso di me.
Dopo anni di lotta sterile sulla sanità, tra i paesi della Valle del Serchio, che cosa è cambiato?
I grandi risultati che abbiamo raggiunto sono sicuramente dovuti al “nuovo vento” che soffia in Valle del Serchio: alle guerre tra di noi che ci logoravano e ci indebolivano abbiamo sostituito un’alleanza per la crescita condivisa: Ho trasferito in Valle il “modello Barga”: per anni il nostro Comune è stato paralizzato dal conflitto tra Barga e Fornaci: Sembrava una malattia incurabile e invece è finita anche questa quando è partito il “treno sereni”: una forte spinta dinamica che ha messo in movimento positivo tutto il Comune. Oggi sembra di vivere un’altra storia e gli effetti si vedono ogni giorno dappertutto. Così abbiamo fatto in Valle ricercando con Castelnuovo un’intesa per crescere assieme: Ce l’abbiamo fatta. Gli Ospedali di Barga e Castelnuovo sono due gambe dello stesso corpo: se una zoppica indebolisce anche l’altra. Se una cammina spedita trascina anche l’altra. E’ stato un grande cambiamento di mentalità e come si sa riuscire a cambiare la mentalità è un’impresa difficile e faticosa: ci vogliono pazienza, costanza, lucidità, determinazione: Insomma ci vuole un grande sforzo culturale che investa tanti aspetti della nostra vita. I risultati si vedono: la realizzazione di grandi opere pubbliche, lo sviluppo delle scuole sono il frutto dell'”alleanza per la crescita condivisa”.
Negli anni ’90 tra Barga e la Regione Toscana c’è stato uno strappo profondo dopo le decisioni riguardanti l’ospedale. Oggi lei annuncia che consegnerà il più alto riconoscimento barghigiano all’assessore regionale alla sanità Enrico Rossi.
Pace fatta dunque?
Nel 1999 a me i barghigiani affidarono il compito di condurre la “la battaglia per l’Ospedale”. Era una battaglia disperata perché venivamo da una serie di sconfitte di umiliazioni di mortificazioni. La battaglia l’ho condotta: ho riorganizzato l’esercito, ho scelto gli obbiettivi, ho studiato una strategia militare adeguata alla nostra situazione ed ho cercato le alleanze. Senza alleati non si andava da nessuna parte. Allora ho cominciato a tessere una tela cercando di cogliere tutte le possibili situazioni positive, mandando a tutti segnali di apertura e di disponibilità. Stavamo in guerra ma cercavamo la pace: Una vera pace . Non una resa, o una sottomissione, ma un rapporto che riconoscesse la legittimità delle nostre posizioni e la dignità delle nostre richieste.
Con l’assessore Rossi il rapporto è stato franco e cordiale sin dalla prima volta che ci siamo incontrati. Avvenne a Fornaci quando Rossì presenziò ad un incontro alla SMI sulla sicurezza del lavoro. Da allora il nostro rapporto è cresciuto passando attraverso prove di lealtà e di serietà: Da entrambi le parti. Se la realtà della Valle del Serchio è mutata in meglio, se i nostri Ospedali hanno avuto una forte spinta alla crescita, tanto è dovuto al ruolo che ha svolto l’assessore Rossi. Non è un caso se il piano per gli accreditamenti – circa 15 milioni di euro per i nostri Ospedali – porta il suo nome. Detto questo mi sembra ben motivata l’attribuzione a Rossi del “San Cristoforo d’oro” che vale come prestigioso riconoscimento di benemerenza civica. Che nel corso questi anni abbiamo dato anche ai primari dell’Ospedale che con il loro impegno e la loro capacità hanno garantito uno straordinario livello di prestazioni. Se l’Ospedale si è salvato è grazie a loro e ai loro collaboratori. A tutti vada la riconoscenza della nostra gente.
Prima della fine del suo mandato rimane nient’altro da fare?
Le cose da fare non finiscono mai. Ed infatti nessuno di noi ha smobilitato, ha abbassato la guardia. L’ospedale e la sanità richiedono un costante impegno giornaliero. Il pericolo di un ritorno indietro, di una ventata maligna è sempre in agguato. Da fare, e questa è una grande operazione che abbiamo già avviato e potrebbe prendere anche una forte accelerazione, è la strada che congiunga l’Ospedale con il nuovo ponte di Fornaci. E’ un’operazione di portata storica. Ci stiamo lavorando. Ci vorrebbe un altro assessore Rossi in Regione…
Parliano del territorio: quale è l’attuale situazione per quanto riguarda il nostro comune Tra i suoi primi impegni ricordiamo quello per sostenere la nascita a Fornaci di una cittadella della salute. Anche questo è un impegno rispettato?
Anche la “cittadella della salute” di Fornaci cresce. Eccome se cresce. Basta andare a vedere come stanno le cose per rendersene immediatamente conto. Tutta l’area dell’ex Asilo Pascoli è in fase di trasformazione: strutture che vengono rinnovate, impianti che vengono migliorati, servizi che vengono realizzati. Il complesso ospita già ambulatori di notevole qualità che forniscono prestazioni a centinaia di persone ogni giorno. Sono destinati a crescere.
In fase di realizzazione è la palazzina che ospiterà i disabili psichici assicurando loro un ambiente ideale e confortevole. E’ anche per queste strutture Fornaci si è meritata il titolo di centro della Valle.
A chi le succederà, quale strategia, quale impegno si sente di consigliare per il futuro della nostra sanità?
Legga questa intervista e troverà tutto quello che può servire. In ogni caso posso dichiarare che stavolta non succederà come nel 1990, quando conclusi il mio mandato amministrativo. Allora mi feci da parte senza chiedere nulla e senza avere neppure una parola di ringraziamento per 20 anni di impegno politico-amministrativo. Uscito di scena per il Comune di Barga cominciarono i disastri e finì in quel baratro da dove lo ripresi nel 1999. Stavolta intendo continuare a seguire attivamente le cose del Comune di Barga e della Valle, sempre che i miei concittadini lo vogliano.
Nella foto il sindaco Umberto Sereni con il direttore generale dell’ASL 2, Oreste Tavanti
Tag: barga, valle del Serchio, Umberto Sereni, Ospedale, sanità
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