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Hanno volto nel duomo di Barga Matilde di Canossa e genitori?
Quando con la Polisportiva Valdilago ci accingemmo nel 2010 al convegno barghigiano sul Duomo di Barga, i cui risultati sono raccolti nel libro “Il Duomo di Barga –Storia, Arte e Spiritualità nei primi tre secoli dopo il Mille”, in quell’occasione indagammo diversi aspetti del nostro millenario monumento, consapevolmente consci però che c’era ancora molta storia da leggere, racchiusa tra le ammiccanti pietre scolpite dalla sapiente mano dell’uomo medievale. Nonostante lo sforzo culturale allora in atto, in precedenza e anche dopo senza uguali, quella storia ancora oggi e in gran parte resta misteriosa. Comunque, come dal titolo del presente articolo, qualcosa si è mosso e se la tesi che spiegheremo più avanti trovasse un riscontro, certamente per Barga si aprirebbe un capitolo per certi versi nuovo, spiegante molto del suo essere stata centro medievale qualificato e molto influente nella Valle. Questo particolare stato politico e civile di Barga ha nel suo Duomo la fucina culturale per conoscerla, appunto, rinserrante ancora storie…
Il palazzo Pretorio di Barga sede del museo (undicesima parte)
L’affresco della Madonna con il San Cristoforo e San Giuseppe (già Sant’Arsenio). Siamo ancora sotto la Loggia dei Podestà a Palazzo Pretorio a Barga e dopo aver parlato della storia degli stemmi scolpiti, Podestà, antiche misure, colonna a Cosimo I, Marzocco, ecco che è arrivato il custode per l’apertura del Museo Civico. Ora, dall’aperto portone chiodato, abbiamo l’occasione di vedere un affresco che fa da sfondo alla sala grande, come abbiamo detto, in antico sede del Consiglio Generale della Terra di Barga. Quest’opera pittorica, per chi ha seguito un poco la storia del suo restauro avvenuta nel 2004, sa che su di essa si addensa un mistero. Intanto, iniziamo a dire che raffigura due santi con la Madonna in alto che ascende in cielo. Ora i due santi sono San Cristoforo e San Giuseppe, e il mistero che racchiude l’opera sta proprio nel secondo, perché un Podestà di Barga ci racconta una cosa diversa circa i santi. Questo ricorso storico…
Il palazzo Pretorio di Barga sede del museo (decima parte)
Il Marzocco o Leone fiorentino Il termine Marzocco negli studi su Firenze resta incerto da cosa derivi. Questo è il nome che aveva assunto il Leone seduto che regge sotto una zampa, lo stemma raffigurante il Giglio, opera Quattrocentesca di Donatello entrambi simboli della Città. Alcuni vogliono il Marzocco memoria d’epoca romana, di un Marte fiorentino perduto e poi riedificato nel Leone, appellato nel diminutivo Martocus: piccolo Marte. Altri vogliono il Marzocco derivante dal Longobardo “marth”cavallo e “zuccon” proteggere, a comporre “Marthzuccon” poi cambiando il cavallo con un leone per due ragioni: una perché il cavallo lo aveva anche Arezzo, l’altra per ricondurre il tutto alla filosofia biblica, cioè alla memoria della tribù da cui discese anche Gesù, quella di Giuda, simboleggiata nel leone. Comunque sia il vero della storia, quel Marte affascina molto, perché quella divinità pagana ha delle caratteristiche tutte particolari e confacenti al saputo della storia di Firenze. Infatti, Marte si vorrebbe protettore dalle mortali insidie le…
Il palazzo Pretorio di Barga sede del museo (nona parte)
La Colonna Medicea Siamo ancora sotto la Loggia del Palazzo Pretorio a Barga e dobbiamo dire che non è facile entrare all’interno per visitarlo, perché qui ogni pur piccola cosa ha un ricordo, una storia meritevole di essere raccontata. Non potendo addentraci nelle cose più di quanto stiamo facendo, che ci pare già molto in diversi casi rinverdendo frammenti di storia mai raccontate, allora, volgendo gli occhi a destra ecco venirci incontro nella sua statica e ieratica bellezza l’immagine di una colonna in pietra serena, che si erge sulla base del suo dado o cubo della stessa materia, con alto svettante, circa a tre metri da terra, l’arma dei Duchi di Firenze, i signori della casata Medici. A seguire, con l’articolo dieci, parleremo anche del Leone fiorentino, il Marzocco, che fa bella mostra di se all’interno del Museo. Effigianti il potere di Firenze nella Terra di Barga, queste due opere sono giunte a Palazzo Pretorio in due date distinte a…
Il Palazzo Pretorio di Barga sede del museo (ottava parte)
Le Antiche Misure di Barga Siamo ancora sotto la Loggia dei Podestà del Palazzo Pretorio a Barga e dopo aver osservato i vari stemmi ancora visibili che ci ricordano gli antichi governatori della Terra fiorentina, il cui elenco, con altre ricerche, seppur non completo, abbiamo pubblicato nei due precedenti articoli, ecco che il nostro occhio è attratto da altro stemma che sta di fronte ad un grosso sasso: quello del podestà Cherubino Galluzzi. Questo masso però, oltre a ricordare un podestà di Barga, ha un significato ben preciso perché mani attente e sapienti, vi attuarono due fori: la misura dello Staio e del Mezzo Staio per le granaglie ma attenzione, misura propria di Barga. Altra misura gli sta lì vicino: quella dei passetti barghigiani. Prima di andare a spiegare queste ricordate misure occorre fare il seguente inciso: Ogni comunità, migliore se piccola come il caso di Barga, che al suo interno, ovviamente guardando anche e soprattutto all’esterno dei suoi confini,…
Il palazzo Pretorio di Barga sede del museo (settima parte)
Podestà di Barga 1552-1772 (secondo e ultimo elenco) Riprendiamo con quest’articolo l’elenco dei Podestà di Barga, iniziato con il passato e sesto articolo riguardante il Palazzo Pretorio di Barga. Con il prossimo articolo parleremo invece delle antiche misure di Barga che stanno sul muro a sinistra entrando nella loggia, come della colonna medicea che invece sta sul lato sinistro. Con la fondazione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano avvenuta l’anno 1561 di cui il Granduca di Toscana Cosimo I era il Gran Maestro, circa le boscaglie di Barga, molto utili per il fine della costruzione delle galere e altro, a reggere la podesteria di Barga s’inizia a inviare anche dei cavalieri dell’Ordine. Come nota a margine va detto che le dette boscaglie barghigiane subirono il sequestro granducale, tornando alla Comunità solo nel 1787. Quest’atto fu l’inizio di un periodo di “vacche magre” per Barga, da intendersi in due sensi. Uno classico, perché i boschi che andavano anche di là dal…
Il palazzo Pretorio di Barga sede del museo (sesta parte)
I Vicari e Podestà -1327-1772 (primo elenco) La Terra di Barga è una delle antiche conquiste del Comune di Firenze, avvenuta prima per segreti patti l’anno 1331, ma, riconquistata da Lucca, solo per acquisto fiorentino effettuato presso Mastino II Della Scala, signore di Lucca, potrà issare nelle sue terre gli agognati vessilli fiorentini negli anni 1341-42. Nei fatti, l’anno 1331 la Terra di Barga, con la stessa Barga capoluogo dell’omonima Vicaria lucchese, comprendente Trassilico, Vallico di Sotto e Sopra, Gallicano, Cascio, Cardoso, Bolognana, Molazzana, Perpoli e Lupinaia (fine sec. XIII aveva sotto di sé anche Coreglia), con patti segreti si dà a Firenze ma viene riconquistata da Lucca, che la perderà definitivamente nel 1341 per acquisto fiorentino della Terra. Da quel 1341 sino al 1347 si avrà in Barga una doppia autorità: lucchese e fiorentina, poi unicamente della Città del Giglio. Della Vicaria di Barga a Firenze passerà unicamente il tutto del proprio territorio con i seguenti luoghi: Sommocolonia, Tiglio,…
Il palazzo Pretorio di Barga sede del museo (quinta parte)
Ci siamo lasciati nel quarto articolo con l’idea che saremmo entrati nel Palazzo Pretorio, però lo faremo per passi e intanto iniziamo a varcare la soglia che ci introduce alla Loggia dei Podestà, dove sono esposti degli stemmi che riguardano gli antichi governatori della Terra di Barga. Uomini, spesso detti nobili ma sempre appellati magnifici, che Firenze inviava nella sua “enclave” della Valle del Serchio o meglio nella sua parte di Garfagnana che ebbe in certi periodi confini più ampi. Questi erano appellati in antico Capitani o anche Castellani, poi Commissari e Podestà e con le Riforme Leopoldine di fine XVIII secolo, Vicari di Barga. Sin dai primi tempi che la Terra di Barga passò definitivamente a Firenze per sottrarsi dal dominio lucchese, circa il 1342-47, per la detta natura di “enclave” fiorentina della stessa Barga, cioè isolata e lontana dalla capitale come dalla più prossima città del dominio, questi uomini cittadini fiorentini, nei comportamenti non sempre eccellenti, ebbero giurisdizione…
L’unione campanari della Valle del Serchio al raduno nazionale di Verona
Anche quest’anno è tornato il tradizionale appuntamento che ha visto riunirsi per due giorni i suonatori di campane di tutta Italia, per un evento diventato ormai particolarmente sentito nella nostra provincia e che si svolge all’insegna della tradizione, della religiosità ma, soprattutto, dell’antica arte del suono delle campane. E’ stata l’Associazione Suonatori di Campane a Sistema Veronese ad ospitare quest’anno il 55° raduno nazionale dei suonatori di campane che, come da tradizione, ha offerto a partecipanti e spettatori uno spettacolo unico soprattutto a livello di varietà di suono delle campane praticato nella nostra penisola, cui si è aggiunta l’inconfondibile melodia dei suonatori di campane inglesi (bellringers), ormai ospiti fissi della manifestazione. I gruppi da tutta Italia sono giunti a Verona già dal primo mattino di sabato 20 giugno, per concludere la manifestazione domenica 21 giugno dopo aver discusso di sistemi di suono, leggi in materia di tutela dell’arte campanaria, aver svolto l’annuale assemblea della Federazione Nazionale Suonatori di Campane e…
- 1 di Redazione
Restyling alla salita del Duomo: via la siepe, arriva il corrimano
Chi non sale verso il Duomo di Barga da qualche tempo nel tempo di Pasqua troverà una sorpresa, forse gradita: è ormai completato il lavoro di sistemazione del corrimano che accompagna l’ultima rampa della salita, ingentilito da un piccola aiuola nella quale sono state piantate rose. Per rendere possibile questa operazione è stata estirpata la siepe di spine che, pur rendendo l’ascesa più suggestiva e simbolica, presentava diversi problemi di sicurezza, dato che le spine che la caratterizzavano erano molto lunghe ed acuminate e non offrivano nessun appiglio a chi aveva bisogno di un aiuto per salire o scendere. Così da una decisione dell’Unità Pastorale si è pensato di sostituirla con un più utile corrimano, dato anche la pendenza della rampa. Ad oggi i lavori sono completati e dove una volta c’era la siepe ora corre una ringhiera di metallo affiancata da un tappeto d’erba e da un’aiuola perfetta. I lavori sono stati materialmente realizzati dalla ditta Bukner srl di…
I campanili delle ore nel Comune di Barga (terza parte)
Come visto nei due precedenti articoli, l’Oriolo installato sul campanile del Duomo di Barga nei primi cento anni di vita dette il suo daffare alla Comunità per il suo mantenimento e le cose non cambieranno molto nel corso del sec. XVII, restando una costante anche per i tempi successivi.Infatti, dalle delibere del Comune, alla data 21 settembre 1637, si apprende che l’Oriolo è stato nuovamente racconciato da maestro Santino Pedretti e nel frattempo si ordinò di proteggerlo con una cassa fatta di tavole perché: “… ogni giorno non fusse guasto, con sua chiave et altro”.L’ordinanza della cassa di legno però non ebbe seguito, perché ritorna la sua utilità in un’altra delibera del 26 febbraio 1639, in cui si parla ancora di riassettare l’Oriolo. La delibera, che riportiamo integralmente, è interessante per due aspetti, uno perché si ricorda che l’Oriolo va continuamente male e per l’affascinante nota di colore legata alla sua difesa, essendosi rilevato e denunciato in Consiglio come sia…
I campanili delle ore nel Comune di Barga (seconda parte)
Nel precedente articolo ci siamo lasciati a quando l’11 novembre 1471 Giovanni Santini, Capitano di Parte Guelfa per seguire le spese del Comune, intervenne nel Generale Consiglio circa l’elezione dei deputati per l’affare Oriolo. Andando avanti nella ricostruzione storica vedremo che successe qualcosa a rallentarne la volontà. Riprendendo il discorso vediamo che dopo circa un mese ritorna l’affare Oriolo in una delibera consolare, esattamente del 6 dicembre 1471. I Consoli, per certi versi paragonabili agli attuali Assessori, assieme al Podestà e secondo lo Statuto di Barga, si riunivano per decidere il Pubblico e Generale Consiglio della Terra, in quei tempi da convocarsi il giorno seguente rispetto alla loro seduta e nello stesso tempo approvarne l’ordine del giorno da trattare, e in questo 6 dicembre 1471 tra i vari argomenti riappare l’affare Oriolo: “Che si provengha al facto dell’oriolo et delle nuove campane”. Il giorno seguente, in seno al Generale Consiglio della Terra di Barga, eccoci al momento della discussione del…