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Pascoli abbandonati
MONTAGNA – Quando si dice “Alpe di Barga” ci si riferisce all’Appennino che sovrasta il territorio del comune di Barga le cui principali cime sono la Cima dell’Omo, il Giovo ed il monte Romecchio. Un tempo questi erano i luoghi prediletti per il pascolo dei tanti pastori presenti sul territorio e nella montagna, ma ora il pascolo sull’alpe praticamente non esiste più. Dei pastori presenti sul territorio barghigiano l’unico che ancora continua il pascolo sull’Appennino barghigiano è Giulio Marchi, meglio conosciuto come il Giulietto del Mengoni. Le sue pecore arrivano fin sulla cima del Monte Romecchio, ma ormai sono le uniche o quasi. Nei pascoli montani oltre a Marchi, continua ad andare, anche se nelle zone del Sillico, anche il gregge di Mario Rocchiccioli, pastore di Filecchio, ma per il resto i greggi di Giordano Bonaccorsi con le sue capre, le pecore di Luciano Gonnella o i greggi più o meno piccoli di Marco Togneri, della famiglia Longhi di Mologno,…
Una croce sulla Cima dell’Omo
RENAIO – Un gruppo di persone amante delle montagne, in questo periodo ha deciso di portare e fissare una croce sulla cima del Monte Omo, rilievo tra i più alti dell’appennino Tosco Emiliano con i suoi 1860 metri slm e posto sul territorio barghigiano. La decisione di compiere questo gesto è nata perché questa vetta, importante per i barghigiani (conosciuta anche come “Alpe di Barga”), era spoglia; niente, ad eccezione di un semplice paletto, indicava la cima. Dopo aver richiesto le dovute autorizzazioni, al Comune di Barga, all’ASBUC e informata la sezione locale del CAI, Adelmo Rinaldi, Carlo Venturi, Claudio Merlini, Michele Moscardini e Nicolò Micheletti, hanno allora intrapreso questa avventura costruendo una croce dell’altezza di circa 2,5 metri, portandola poi sull’Alpe e fissandola nel punto più alto. “Il lavoro – ci raccontano – è stato duro e faticoso, ma appena è stato completato, tutta la fatica è scomparsa, lasciando lo spazio alla gioia ed alla felicità di aver donato…