Circa 400 i lavoratori che hanno preso parte questa mattina alle quattro ore di sciopero del primo turno, indette dai sindacati come primo assaggio delle 12 ore previste dalla vertenza per ribadire la ferma contrarietà all’ipotesi della chiusura del Forno verticale a Fornaci di Barga; per ribadire che senza fonderia lo stabilimento di Fornaci non sarà più uno stabilimento in grado di garantire lavoro e futuro; ma anche per richiedere una ripresa della manutenzione degli impianti che manca da troppo tempo e che non garantisce di guardare al futuro di Fornaci in prospettiva.
Sono stati questi i punti ribaditi nello sciopero proclamato alla vigilia dell’incontro sindacati-azienda che è previsto per domani 24 marzo e che, notizia di stamani, si terrà stavolta a Lucca e non a Firenze.
Tra i primi punti dell’incontro la questione della maturazione dei ratei di tredicesima che “Se non verrà riconosciuta – come dichiara Emilio cecchini della RSU di KME – come preciso mandato avuto dai lavoratori ci porterà a non firmare la proroga degli ammortizzatori sociali. Senza il riconoscimento dei ratei i lavoratori rischiano di vedersi ridotta della metà, se non del tutto annullata (come nel reparto di fonderia) la tredicesima”.
Ma ovviamente si parlerà anche dei punti caldi a cominciare dall’ipotesi avanzata dall’azienda di una possibile non riapertura del forno verticale Asarco e quindi e della produzione diretta del rame: “Senza fonderia rame lo stabilimento non è più credibile; è impensabile che possa dipendere dalle fo0rniture che arrivano dalla Germania. A rischio è la sua sopravvivenza – afferma Mauro Rossi segretario provinciale FIOM – Su questo non possiamo transigere mentre siamo pronti a discutere su un piano industriale finalmente serio e concreto. Ma dobbiamo pensare al confronto anche guardando in prospettive questo stabilimento. Impensabile è che non si continui a fare la manutenzione nei reparti che potrebbe minare tutto il futuro lavoro”.
“E’ dal 10 di ottobre che l’azienda ci tiene praticamente in stand-by con continui cambiamenti di rotta; siamo partiti dall’idroponico e siamo arrivati all’ipotesi di chiusura della fonderia rame – dice invece Giacomo Saisi provinciale della UILM – Ora non si può più aspettare e dobbiamo farci sentire; la fusione del rame deve rimanere a Fornaci . Questo sciopero è per riportare l’azienda ad un tavolo di confronto costruttivo ed anche per sensibilizzare l’opinione pubblica.”
Allo sciopero come detto circa 400 lavoratori, ma anche una rappresentanza dei lavoratori della Corghi e della Perini ed una presenza di diversi commercianti del Cipaf di Fornaci con la loro presidente uscente Fiorella Chiezzi”: “Siamo qui a rappresentare – ha detto – tutti i commercianti di Fornaci perché siamo anche noi la KME; perché anche noi viviamo con la stessa preoccupazione la situazione dei la voratori ed a loro non può mancare il nostro pieno appoggio.
Proprio da alcuni commercianti , ma non solo da loro, è stata peraltro stigmatizzata l’assenza stamani delle istituzioni presenti solo in forma privata con pochi rappresentanti.
“Una assenza che si nota e che si fa notare e che si sentire quella delle istituzioni – ha detto in proposito il segretario della FIOM, Rossi – ma mi auguro che l’assenza sia legata solo ad un disguido ed alla fine spero che anche le istituzioni ci siano al fianco nel sostenere la nostra trattativa”.
A gettare benzina sul fuoco anche l’ex sindaco di Gallicano ed ex consigliere regionale, Ardelio Pellegrinotti: “Mi aspettano una presenza istituzionale massiccia perché le ragioni dello sciopero sono la sopravvivenza di questa azienda e su questo non si scherza. Se io fossi ancora sindaco sarei stato in prima linea a difendere non solo i lavoratori, ma l’intera Valle del Serchio che non si può permettere di perdere anche i 600 posti di lavoro dello stabilimento di Fornaci”.
Marco Bonini, il sindaco di Barga, ha telefonato ai rappresentanti sindacali ribadendo la solidarietà del Comune nei confronti delle preoccupazioni dei lavoratori, ma anche garantendo un forte impegno a favore della salvaguardia dei posti di lavoro e del futuro dello stabilimento:
“Non ho partecipato direttamente allo sciopero – ci ha detto – perché stiamo lavorando per mettere in piedi un tavolo istituzionale. Pur essendo ovviamente vicini ai lavoratori ed alle loro problematiche il nostro compito in questo momento è di non far saltare una trattativa importante in corso che ci vede direttamente impegnati con l’azienda”.
Tra i sindacalisti presenti anche Stefano Tortelli della FIM – CISL: “La nostra protesta per ribadire la richiesta di un piano industriale serio che ci permetta di guardare in prospettiva allo stabilimento di Fornaci e che ci metta in condizioni di lavorare. Qui da noi ormai subiamo la crisi da più di 10 anni, da prima ancora che si facessero sentire le conseguenze della crisi economica mondiale”
“Vogliamo garanzie, vogliamo una linea chiara da seguire e non questi continui cambi di rotta che dall’ottobre scorso ci ha prospettato l’azienda”– è il parere di uno dei lavoratori, Stefano Bertolini.
E così la pensa anche un altro lavoratore, Rossano Pieroni che però è convinto che: “Non tutti siamo convinti della validità dello sciopero in questa fase. Forse sarebbe stato meglio organizzare più avanti una grande manifestazione con il supporto delle istituzioni che è comunque l’ora che si facciano vedere e che siano al nostro fianco in modo concreto. Fino ad ora da loro sono viste solo parole e pochi fatti”
Al di là delle opinioni, al di là degli interventi, al di là delle partecipazioni (tra i politici presenti l’ex assessore provinciale Mario Regoli e l’assessore al comune di Gallicano Lara Barbi) resta forte, questa la sensaziomne raccolta tra tutti i presenti, la preoccupazione per una soluzione della vicenda che al momento non è ancora alle porte.
Importantissimo quindi il confronto di domani a Lucca tra sindacati e azienda nella speranza che si possa nuovamente trovare una linea unitaria di confronto.
Tag: kme, sciopero, rame, fonderia, piano industriale, riconversione, vicenda kme, agricoltura idroponica, sindacati, lavoratori
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