Storia
La battaglia del 26 dicembre 1944 a Sommocolonia
Pomeriggio del 25 dicembre ‘44, Natale. Il plotone del Battaglione Autonomo Patrioti al comando di “Leone” è appena smontato, ma rimane in paese. Festeggiano il Santo Natale. Il Ten. Sommati, un ufficiale del Regio Esrecito Italiano, che combatte nelle file della XI Zona (assieme a molti altri ex ufficiali e sottufficiali del R.E.I.), assieme al collega americano Ten. Jenkins, ha la percezione che i tedeschi attaccheranno presto. Ci sono precisi segnali rivelatori. Per questo Sommati e Jenkins inviano urgentemente la sera del 25 un messaggio a mano al Comando a Barga, tramite il patriota Corneli Ambrogio detto “Balistite”; gli ufficiali che lo leggono non gli danno importanza e rimandano indietro il patriota messaggero, schernendolo per latroppa preoccupazione.L’attacco a Sommocolonia inizia verso le 04,00 del 26 dicembre, con la 3.a Compagnia del 4° Hoch che attacca frontalmente il paese, proveniente dalla strada di Lama. La compagnia incappa involontariamente in un campo minato difensivo la cui posizione era stata variata alcuni giorni…
La Natività di Baccio Ciarpi
La pittura che rappresenta la “Natività”, riprodotta in questa pagina, è dovuta all’arte del pittore Baccio Ciarpi nato a Barga nel 1574 e morto a Roma all’età di ottanta anni.Alcune sue opere realizzate per il paese natio sono andate perdute ma quelle che rimangono evidenziano il suo talento.Il Ciarpi ebbe una buona notorietà nel suo tempo per cadere poi nell’oblio, ma recentemente i maggiori critici italiani ne hanno riconosciuto i meriti.Visse oltre mezzo secolo a Roma dove produsse opere pittoriche sempre di soggetto religioso, per confraternite laiche e ordini religiosi di chiese minori fatta eccezione della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, di cui fu rettore anche Filippo Neri e della cattedrale di Roma San Giovanni in Laterano.Le chiese minori sono, Santa Maria in Selci, Santa Maria in Monticelli, Santa Maria in Campo Marzio, San Silvestro in Capite, San Martino al Monte, Santa Maria in Vallicella, tutte ubicate vicine alla via Monserrati, ove abitava il pittore con i fratelli, nel…
La Madonna del Don. Custode dell’ultimo sogno dei tanti giovani tragicamente morti e dispersi in Russia
Dedico questo mio articolo alla memoria di tutti quei giovani del Comune di Barga che nella II Guerra Mondiale risultarono caduti e dispersi sul Fronte Russo 1942-43. Naturalmente ho un pensiero particolare per uno di loro, che risulta tra i dispersi: lo zio Giuliano Cecchi, che seppur non ho mai conosciuto, per il fatto che porto il suo nome, da sempre sento di averlo vicino giorno per giorno. Tra l’altro siamo anche vicini come data di nascita: lui il 9 luglio, io il 4.Qualcuno potrebbe obiettare che io ho per nome Pier Giuliano, mentre egli solamente Giuliano. Allora chiaririsco perché poc’anzi ho detto che portoil suo nome. La cosa è molto semplice: Giuliano era il suo nome di battesimo, ma in casa lo chiamavano Pietrino, da questi due nomi il mio.Il fatto che lo chiamassero Pietrino forse è dovuto a mio nonno, che senz’altro voleva chiamarlo così alla nascita, o meglio Pietro, in ricordo di suo padre Pietro Michele. Poi…
La Festa della Concezione a Barga nel 1522. I Doppi per la Madonna del Molino
Tempo addietro pubblicai nel libro “Barga al suono delle campane” di Maria Vittoria Stefani, edito nel 2001, un mio studio storico sull’antica Festa dell’Immacolata Concezione a Barga, alla quale i Barghigiani nel corso dei primi anni del 1500 abbinarono cultualmente l’antica immagine pittorica in stile bizantino della Madonna del Molino e il ricordo del miracolo della sua sudorazione che avvenne nel 1512, quando era conservata presso il Molino di S. Cristofano (dall’edificio il nome della Madonna) allora ubicato rispetto a Barga al di là della Corsonna nella zona di S.Maria.In Barga è tradizione consolidata che il culto della Concezione, per la detta abbinazione, risalga proprio a quel 1512 del miracolo della Madonna del Molino, così anch’io, sia pur ponendo il dubbio che fosse più antico, nello studio testé ricordato mi attenni nella ricerca a indagare il 1500. Ma dopo l’uscita del libro, seguendo la mia passione per la ricerca ho potuto riscontrare sui documenti che il dubbio che mi ero…
Per ricordare gli alpini ed i soldati barghigiani caduti in Russia. Ecco l’elenco
Nel numero di ottobre del Giornale di Barga è stata accolta nella pagina dedicata ai lettori una bella e sentita lettera di Anna Maria Marchetti, la quale ci invitava a riflettere seriamente sul grado della memoria nei confronti di quelle decine di giovani barghigiani che, drammaticamente, non poterono far ritorno dal Fronte Russo 1942-43.Fu, e rimane, una delle più terribili pagine dell’Italia del ‘900, ma non per questo da tralasciarsi nella memoria, come dice Anna Maria: “monito anon dimenticare l’orrore della guerra che li ha spazzati via quando avevano solo vent’anni”. Un brivido mi sale quando risento tra me le parole di speranza della nonna Andreina per quel figlio disperso nell’immensità di un mondo tanto lontano, il cui ricordo cullava nel cuore senza pace. Il sottoscritto ne porta il suo nome e sente forte in se il dovere e il desiderio, quasi fosse un testamento da esaudire, che tutti quei nomi rimangano vivi nella nostra memoria collettiva, perché il loro…
Gli alpini barghigiani caduti in Russia: necessario far rivivere la loro memoria
Nel numero passato del Giornale è stata accolta nella pagina dedicata ai lettori una bella e sentita lettera di Anna Maria Marchetti, la quale ci invita a riflettere seriamentesul grado della memoria nei confronti di quelle decine di giovani barghigiani che, drammaticamente, non poterono far ritorno dal Fronte Russo 1942-43.Fu, e rimane, una delle più terribili pagine dell’Italia del ‘900, ma non per questo da tralasciarsi nella memoria, come dice Anna Maria: “monito a non dimenticare l’orrore della guerra che li ha spazzati via quando avevano solo vent’anni”. Un brivido mi sale quando risento tra me le parole di speranza della nonna Andreina per quel figlio disperso nell’immensità di un mondo tanto lontano, il cui ricordo cullava nel cuore senza pace. Il sottoscritto ne porta il suo nome e sente forte in se il dovere e il desiderio, quasi fosse un testamento da esaudire, che tutti quei nomi rimangano vivi nella nostra memoria collettiva, perché il loro sacrificio entri ufficialmente…
Presentato il centro di documentazione della battaglia di Sommocolonia
Presentato a Palazzo Pancrazi il progetto del Centro di Documentazione sulla Battaglia di Sommocolonia che qui fu combattuta alla fine del 1944 e che vide contrapposte le forze naziste da una parte e dall’altra la Divisione Buffalo formata da afroamericani con i partigiani. Si tratta di un progetto fortemente voluto dal sindaco Sereni con l’obiettivo di far divenire Sommocolonia un luogo simbolo della Seconda Guerra Mondiale. Dove si è combattuta l’unica vera battaglia registratasi in Toscana.Lunedì scorso si è tenuto un incontro nella sala consiliare del Comune per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto. Erano presenti l’assessore Gabriele Giovannetti e Vittorio Biondi che sta curando la nascita del Centro; coinvolti nell’operazione anche cittadini e Comitati paesani. Dall’incontro è emerso che ad oggi sono stati già raccolti diversi documenti e oggetti, ma l’appello è alla partecipazione di tutti. Chiunque desideri partecipare mettendo a disposizione documenti e materiali può infatti rivolgersi direttamente al Comune. Il Centro conta già su…
I Tallinucci, una famiglia barghigiana nella Storia d’Italia
Edito dal Giornale d Barga usciva nel giugno 1985 un volumetto curato da Antonio Nardini, dal titolo: “I Tallinucci, una famiglia barghigiana nella Storia d’Italia”.Il libro uscì in occasione delle celebrazioni a Pietro Tallinucci ed oggi ve lo riproponiamo in forma integralesul giornale di Barga online.La prefazione che accompagnata il volume fu scritta di Umberto SereniCON MAZZINI E SAN FRANCESCO: IL DOTTOR PIETRO TALLINUCCI, OVVERO LA VITA COME MISSIONEFu repubblicano, ma non comprese democrazia senza Dio, libertà senza carità e carità senza istruzione.« L’eco del Serchio », 26 giugno 1887Tra le diverse iniziative assunte nel 1982 per le celebrazioni di « Barga Garibaldina » vi fu anche il ripristino dell’antica denominazione della piazza ove sorge il Palazzo Municipale. Decidemmo, allora, che tornasse ad essere dedicata al nome di Salvo Salvi, il «milite dell’esercito rosso» che combatté a Bezzecca, dai suoi concittadini chiamato «l’uomo giusto di Barga».Ricordo che una mattina, pochi giorni dopo aver adottato quella decisione, al Giardino incontrai il…
Giovanni Pascoli. Meditazioni d’un Solitario italiano. Un paese donde si emigra un libro a cura di Marinella Mazzanti e Umberto Sereni
L’ 11 marzo 1908 veniva a mancare Edmondo de Amicis. Conosciuto oggi dal grande pubblico soprattutto come l’autore del libro Cuore, fu anche un fecondo scrittore di resoconti di viaggi ed articoli riguardanti le realtà di nazioni e di città lontane, che suscitarono un fervido interesse da parte dei lettori del tempo assetati di conoscere mondi così diversi dalla realtà italiana.Edmondo De Amicis ricopriva il ruolo di corrispondente dall’Italia del giornale argentino «La Prensa», periodico di grande notorietà molto diffuso nella numerosa comunità italiana del paese sud-americano e la sua scomparsa lasciava un grande vuoto che avrebbe potuto essere colmato solo da una voce altrettanto autorevole e popolare. Giovanni Pascoli fu chiamato a sostituirlo; l’annuncio di questa scelta, come si legge nella presentazione ai lettori, fu accompagnato da un lusinghiero ritratto della sua cultura accademica ma soprattutto della sua squisita sensibilità: uomo capace di cogliere la poesia della natura, delle voci sommesse dell’anima e della creazione con un acuto sentimento…
Annotazioni su Pietro Angeli
L’ultimo di febbraio del1596 moriva a Pisa l’umanista Pietro Angeli insigne personaggio barghigiano del 1500.Essendo nato a Barga nel 1517 aveva raggiunto l’età di settantanove anni, un traguardo difficile da raggiungere in quei tempi lontani.Per circa quattro secoli la famiglia Angeli fu la più importante del paese e annoverò fra i suoi membri almeno tre vescovi, un cardinale, una decina di docenti universitari, uomini d’arme, pubblici amministratori.Pietro, conosciuto anche come «Il Bargeo», godè, finché visse, molta notorietà messa in evidenza dai suoi biografi e dal nostro storico Pietro Groppi che, nel 1888, pubblicò l’autobiografia dell’umanista, tradotta dal latino dal prof. Enrico Giuliani di Filecchio.Il nostro poeta ebbe molta considerazione anche all’estero: in Francia ove pubblicò parte delle sue opere, nella Germania centro-orientale la cui cultura umanistica faceva perno sull’Università di Rostoch.Presso l’Università di questa città insegnava l’amico umanista tedesco Jhoan Chessel (Giovanni Caselio) una città nella quale l’Angeli stampò, nel 1576, l’operetta De ordine legenda scriptores historiae romanae, uno studio…
I terrilogi barghigiani di Domenico Cecchi (1678-1745) di Castiglione Lucchese
Dedico questo mio modesto lavoro alla memoria del caro proposto di Barga Mons. Piero Giannini. In ogni parrocchia italiana esiste un archivio storico in cui si trovano conservati i vecchi registri dei Battezzati, Matrimoni, Defunti, Stati delle Anime e altri documenti, il tutto variabile nella loro consistenza a seconda della eventuale grandezza nei tempi del luogo ad essa efferente e alla cospicuità degli affari relativi ai suoi interessi, ovviamente il tutto rispondente ad un quesito fondamentale: il grado di conservazione. Quei registri, in cui parroci segnavano i dati essenziali della vita religiosa di ogni parrocchiano, possono risalire anche a tempi abbastanza remoti, in genere a dopo il Concilio di Trento (1545-1563), quando si dette attuazione da parte dei Vescovi a quanto si era solennemente sancito in quella importante riunione dei prelati della Chiesa, ossia, che ogni reggente di una parrocchia avesse l’obbligo di tenere, ben custodita e aggiornata l’ “anagrafe”. Tra l’altro, cosa non secondaria, finché il nascente Regno D’Italia…
Ricordare gli alpini barghigiani scomparsi in Russia: un invito
Ho recententemente letto il libro di Lorenzo Angelini sulla sorte degli Alpini di Garfagnana che hanno partecipato alla campagna di Russia nella seconda guerra mondiale.Come spesso capita, l’autore ha inteso la Garfagnana in senso stretto, limitando le sue ricerche ai soldati dei soli Comuni garfagnini ed a fornire solo il numero degli scomparsi per quanto riguarda i restanti Comuni della Valle del Serchio. Credo che sarebbe ottima cosa fare un ulteriore piccolo sforzo e integrare questa ricerca con testimonianze e memoria di chi, sopravvissuto o scomparso , partendo dalle nostre famiglie, ha partecipato a questa pagina terribile ed eroica della guerra in Russia. Ricordo, da piccina, la Signora Gelsuma Piacenza, mia vicina di casa, che ancora negli anni sessanta attendeva il ritorno del suo figliolo disperso in Russia, del quale mi mostrava addolorata la fotografia. Ci sono tanti signori che portano il nome di qualche caduto o disperso.. In breve, non credo che sia una memoria ormai perduta, perché, specie…