Storia

- di MeCap

“The boy in the photograph”, la straordinaria vita di un bargoestero

Si chiama “the boy in the photograph” ed è la biografia di Bill Pieri trascritta da audio interviste dallo scrittore James Warden.L’altro giorno, questo libro, è arrivato presso la nostra redazione con una breve lettera di accompagnamento firmata dall’autore (Terence Cant, quando non scrive romanzi), aprendo così la porta su un’altra storia di ordinaria emigrazione. Bill Pieri, il “ragazzo nella foto”, è infatti uno dei nostri bargoesteri naturalizzati britannici che però non ha mai sciolto il legame con la terra di origine. L’autore, che ha voluto che la storia della sua vita fosse edita solo dopo la sua morte per una sorta di “pudore”, svela così un altro capitolo di straordinarie storie ordinarie vissute da molti coraggiosi emigrati: la nascita in tempo di guerra, la dissoluzione della famiglia a causa del servizio militare del padre e delle ristrettezze economiche, gli anni dell’orfanotrofio e la separazione dai fratelli, la difficile gioventù fino alla riscossa, all’arrivo dell’amore e della solidità economica con…

- di Pier Giuliano Cecchi

Al cimitero di Barga ieri e oggi (prima parte)

Tanti anni fa, se uno si recava al cimitero di Barga, oltre al ricordo degli eventuali cari lì sepolti, non poteva che restare ammirato dalla mesta eleganza del luogo. Un tacito invito a pensare all’ordinata pace cui avremmo ammirato e goduto nell’Aldilà.Già all’ingresso del viale che ci avrebbe introdotto tramite il cancello ai cari sepolcri, un più che sufficiente decoro, pulizia e ordine ci accoglievano. Eccoci allora al ricordo di un nostro novembre e nel sole chiaro o tra la mesta pioggia ci rivediamo nella via che va al camposanto, quella bella discesa di Sant’Antonio dove avrebbero steso il loro tappeto dorato, le prime foglie secche degli aceri o dei castagni. Più avanti, dopo un tocco con la mano alla fonte di Sant’Antonio scolpita nella pietra serena, alti i cipressi laggiù ci salutavano come a Carducci quelli di Bolgheri, però ognuno di loro messo lì, nei due campetti che si allineano al vialetto sacro, non a tracciare la via, ben…

- di Pier Giuliano Cecchi

L’anarchico Gaetano Bresci: un caso che brucia ancora?

Monza 29 luglio 1900. A sera Umberto I cade sotto i colpi di Gaetano Bresci, l’anarchico che venne dall’America.L’Italia dinastica è scossa, come scosse furono quelle masse di gente, scese in piazza per protestare contro il rincaro del pane e il diritto alla personalità civile; protestando ancora contro il disumano carico fiscale che gravava sulle loro teste. 1894 in Sicilia; Lunigiana 1895; Milano 1898: Sicilia, Puglia, Marche, Romagna, Lazio, Umbria, Toscana, Lombardia … proteste contadine, operaie, ma più che altro protesta della miseria. Per contro regimi di stato d’assedio, repressioni, arresti, sequestri di articoli specialmente all’Avanti, la voce che più si stava spendendo in favore dei cittadini. Le classi popolari vedono nel governo un nemico e le classi dirigenti, non avendo più fiducia nelle proprie forze, nella propria capacità di governare – si veda gli scandali delle banche e le fallimentari imprese coloniali- si volgono alla repressione, dando carta bianca ai generali.Nel 1894 un generale degli Alpini aveva sedato i…

- di MeCap

Quando l’Arte e la Storia si incontrano a Barga: intervista a Sereni a proposito de L’Eroica

Qui, dove Ugo Bertagni aveva impiantato una tipografia centro di vita e di cultura / nell’estate del 1914 Ettore Cozzani portò a stampare “l’Eroica” / rivista della rinascenza spirituale che restituì dignità alla xilografia / preparò e sostenne gli italiani nella suprema prova della guerra. Con questa epigrafe da lunedì 28 luglio l’Istituto Storio Lucchese e “i barghigiani che non dimenticano” ricorderanno a cittadini e passanti la parentesi barghigiana dell’Eroica, la più autorevole rivista di xilografia esistita in Italia. I cinque numeri dell’anno 1914 furono editi dalla Tipografia Bertagni di Barga, che al tempo si trovava in via di Borgo. Fu lo stesso direttore e fondatore Ettore Cozzani a scegliere questa sede, scoperta in virtù dell’interesse che lo legava a Giovanni Pascoli e ai suoi studi danteschi. Promotore della riscoperta e rievocazione di questo frammento della storia di Barga è il professor Umberto Sereni che ci spiega l’importanza di questa rivista, pregevole nono solo nei contenuti – xilografie di artisti…

- di Me.Cap.

L’Eroica si pubblicava a Barga. Nel centenario della rivista una lapide in via di Borgo

Ricorre in questo anno il centenario della prima pubblicazione a Barga della rivista “L’Eroica”, periodico specializzato nell’arte della xilografia.La rivista, nata a La Spezia nel 1911 e poi proseguita a Milano fino alla definitiva chiusura nel 1944, per cinque numeri fui stampata tra le mura del Castello, esattamente in via di Borgo, dove al tempo sorgeva la Tipografia Bertagni. Era il 1914 e Ettore Cozzani, fondatore e direttore della prestigiosa rivista nonché allievo di Giovanni Pascoli, conobbe e scelse la nostra cittadina per stamparne alcuni numeri. I cento anni dalla prima stampa sono una ricorrenza significativa e di rilievo ben più che locale, dato che quel che uscì dalla stamperia barghigiana era un prodotto di diffusione internazionale e che soprattutto partecipava all’attualità di quegli anni, caratterizzata soprattutto dai fatti della Prima Guerra Mondiale. Dunque Barga si trova ancora una volta legata a filo doppio alla storia con la maiuscola, partecipe dei grandi fatti e delle grandi ricorrenze. Per questo motivo,…

- 1 di Pier Giuliano Cecchi

Quando il 19 luglio era festa grande: sant’Arsenio difensore dalle tempeste.

Diverse volte, nell’accompagnare delle persone in visita al Duomo di Barga, così spiegando la sua storia e quella delle opere che contiene, di fronte al quadro che raffigura i protettori di Barga, con sfondo la stessa Barga, iniziando a elencarli, dopo la Madonna del Molino, San Rocco e San Giuseppe, al momento di dire l’ultimo a destra mi son sentito interrompere: “ah, sì! Quello e Sant’Antonio”. Gli somiglia molto signora ma non è Sant’Antonio è Sant’Arsenio. Ecco allora che per essere credibile nella mia affermazione e con piacere inizio a raccontare come fu che la Comunità di Barga lo volle tra i suoi protettori. Una storia che ho imparato con le mie ricerche sulla storia di Barga e che oggi ripeto a tutti i lettori. Un racconto che si lega a certi luglio pazzi del sec. XVI, che per quanto si prospetta con il presente, non ci resta difficile pensarli come veramente esistiti. Correva l’anno di grazia 1521, esattamente l’11…

- di Giuesppe Nardini

Le Uccelliere, storia di una caccia che non esiste più

Vere e proprie opere di architettura forestale, alcune uccelliere restano ancora oggi a caratterizzare il paesaggio in molte zone. Le uccelliere erano in sostanza dei boschetti che comparivano improvvisi in mezzo alla campagna, spesso in posizione sopraelevata, organizzate per attirare e catturare gli uccelli migratori. Vi si coltivavano alcuni alberi di alto fusto come le querce per invitare i volatili a posarsi, lecci per offrire loro rassicuranti ripari ed altre specie ad occupare il livello di media altezza come corbezzoli, allori, sanguini e infine siepi a delimitare e talvolta a disegnare un piccolo labirinto al livello del terreno. Al centro del boschetto sorgeva il capanno per ospitare e nascondere il cacciatore. Per gli uccelli migratori le uccelliere dovevano rappresentare un invitante punto di sosta e di ristoro, attirati tra l’altro dal richiamo di alcuni loro simili chiusi nelle gabbie mimetizzate all’interno del boschetto. La cattura degli uccelli poteva avvenire con reti verticali celate tra gli alberi o con reti orizzontali…

- di Redazione

“La Guerra a Barga”: la memoria collettiva sul conflitto mondiale al Salottino di Piazza Angelio

La seconda guerra mondiale, così lontana eppure così vicina nel tempo e nello spazio anche qui a Barga, dove il fronte sostò per pochi indimenticabili mesi settanta anni fa, lasciando segni e memorie indelebili. Diari, annotazioni, volumi furono scritti allora e negli anni seguenti; commemorazioni e monumenti furono innalzati o dedicati alla memoria di un evento tanto traumatico; articoli e ricerche sono state effettuate per l’oltre mezzo secolo che ci separa dal conflitto mondiale, rendendolo un tratto della memoria collettiva della nostra terra. La Barga che conosciamo – e le sue frazioni, e i comuni limitrofi – sono un prodotto scaturito anche dalla tragedia dei rastrellamenti, delle deportazioni, delle imboscate partigiane, di bombardamenti, ancora vividi negli anziani sopravvissuti e tenuti a mente da chi li ha solo sentiti narrare. Un ultimo tassello a questo bagaglio importante è stato aggiunto ieri sera presso il “salottino di piazza Angelio”, la temporary gallery che Arteimmagine ha aperto per contribuire al dibattito culturale della…

- di Redazione

Ricordando Mariano Verdigi

Aveva settanta anni ma per l’impegno costante nella sua grande passione, la storia, ne dimostrava certamente molti di meno. Parliamo del maestro elementare in pensione Mariano Verdigi, una delle colonne della cultura, soprattutto storica, di tutta la Valle del Serchio. Nativo di Vagli, paese rimasto sempre alla cima dei suoi pensieri, da diversi anni viveva a Torrite di Castelnuovo Garfagnana.Il 19 giugno 2014 ci ha lasciato e nel separarsi temporaneamente da noi ci ha consegnato in eredità tutta la sua passione sociale, manifestata nel Partito Socialista in particolare per i lavoratori del marmo della sua Vagli, e storica, quale animatore di tante iniziative con il Circolo Culturale Garfagnana. Con quest’associazione ha valorizzato molti momenti del nostro passato, come le Terme Romane di Torrite, la localizzazione dei frammenti di aerei caduti in Valle nell’ultima guerra, e personaggi che hanno fatto grande la Valle. Tra queste si ricorda il cartografo castiglionese Domenico Cecchi (1678-1745), che nell’ambito delle iniziative del Circolo Culturale Garfagnana…

- di Pier Giuliano Cecchi

Alla scoperta di un mistero di Barga

Nella prima parte dell’articolo pubblicato nei giorni passati, si è posto sul tavolo delle idee, due possibili soluzioni per cercare di sciogliere l’enigma storico che avvolge la costruzione che sta sul fianco sinistro del Teatro Differenti a Barga, visibile nell’immagine. Due possibilità, di cui la seconda è stata articolata per dovere di cronaca, mentre la prima è in relazione con le evidenze che seguono e che ha per base di partenza un vecchio articolo pubblicato sul Giornale di Barga del marzo 1971, scritto dal benemerito cultore di storia locale Renzo, Lorenzo Salvi, e che ha per titolo “Le Mura urbane e le fortificazioni Al Cavallaio”. Un articolo che non parla direttamente dell’argomento da noi intrapreso, ma lo sfiora, comunque ci aiuta a intraprendere un cammino molto affascinante, in cui trova spazio e si giustifica la costruzione in oggetto. Terza idea. Intanto, come dall’articolo di Renzo Salvi, vediamo che un’ampia area che gira intorno al Duomo in antico era chiamata Il…

- di Pier Giuliano Cecchi

Alla scoperta di un mistero di Barga (prima parte)

Chi venisse in visita al Castello di Barga e si trovasse ad ammirare il nostro Teatro dei Differenti, certamente non potrebbe che restare attratto da una strana costruzione che si erge sul suo fianco sinistro, prontamente realizzando e cogliendovi un che di strano, se vogliamo di misterioso. Nonostante la familiarità, la sensazione è anche nostra, perché all’eventuale domanda del presunto ospite: mi scusi, cos’è? Credo non si saprebbe rispondere convincentemente, se non cincischiando che è una struttura antica, poi… silenzio o quasi.Con quest’articolo, a riprova del suo mistero, non andremo tanto più in là di quanto detto, però, almeno, inizieremo ad articolare qualche idea. Tracceremo tre strade, dicendo sin da ora, che l’ultima e quella che più ci convince, tra l’altro, essendo molto intrigante circa l’idea dei misteri di Barga. Iniziamo dicendo che la costruzione, così come la vediamo nell’immagine, si presenta con quattro archi in alto a tutto sesto, ben fatti e similari. Questi per quattro quinti e stranamente…

- di Giuseppe Nardini

La pesca nel lago Santo, storia e riflessioni

Venceslao Santi (1855 -1927), stimato storico frignanese, ricordava che nel 1573 alcuni pescatori di Pievepelago e Barga immisero trote nel lago Santo. Queste raggiunsero in breve ragguardevoli proporzioni; fu l’inizio dell’interesse per la pesca nel lago stesso. Ricordiamo che a quella data il lago Santo era compreso nei confini del Granducato di Toscana, come conferma la sentenza relativa alla vertenza tra lo Stato Estense e lo Stato Toscano emessa dal giureconsulto di Alba, Pierino Belli nel 1568. Con il trattato di Firenze del 1844, in esecuzione del generale riordino territoriale deciso nel Congresso di Vienna (1815) e nel trattato di Parigi (1817), il confine tra i comuni di Barga e Pievepelago veniva portato in corrispondenza dello spartiacque appenninico. Alla comunità di Barga era riconosciuta la proprietà di circa 914ha. di terreno nel versante emiliano mentre la relativa giurisdizione passava allo Stato Estense. Per effetto di una lunga controversia aperta per lo scioglimento di certa promiscuità di pascolo, controversia conciliata nel…