In ricordo di Bruno Sereni
Una vita straordinaria
La famiglia di Bruno Sereni era originaria di Livorno, di antico ceppo ebraico, ma giunse a Barga dal Veneto verso la fine del 1917, in fuga dalla tragica rotta di Caporetto. I Sereni avevano abitato anche a Milano, dove Bruno era nato il 4 luglio 1905. Scelsero Barga poiché la mamma Palmira vi conosceva la signora Zaira Nardini, che fornì ai “profughi” i primi aiuti. A Barga Bruno terminò le scuole elementari e poi per alleviare il notevole disagio materiale della famiglia a poco più di 12 anni andò a lavorare ai reparti munizioni della “Metallurgica” di Fornaci. Terminata la prima guerra mondiale, dopo aver fatto il garzone presso l’Albergo Libano a Barga, partì per la Scozia, assunto per lavorare in una friggitoria di pesce e patate. Non aveva ancora 15 anni. In scozia rimase per circa 3 anni, tornò quindi in Italia per prestare il servizio militare nella Regia Marina. Congedato rientrò a Barga ed ebbe subito scontri con…
Una vita straordinaria
La famiglia di Bruno Sereni era originaria di Livorno, di antico ceppo ebraico, ma giunse a Barga dal Veneto verso la fine del 1917, in fuga dalla tragica rotta di Caporetto. I Sereni avevano abitato anche a Milano, dove Bruno era nato il 4 luglio 1905. Scelsero Barga poiché la mamma Palmira vi conosceva la signora Zaira Nardini, che fornì ai “profughi” i primi aiuti. A Barga Bruno terminò le scuole elementari e poi per alleviare il notevole disagio materiale della famiglia a poco più di 12 anni andò a lavorare ai reparti munizioni della “Metallurgica” di Fornaci. Terminata la prima guerra mondiale, dopo aver fatto il garzone presso l’Albergo Libano a Barga, partì per la Scozia, assunto per lavorare in una friggitoria di pesce e patate. Non aveva ancora 15 anni. In scozia rimase per circa 3 anni, tornò quindi in Italia per prestare il servizio militare nella Regia Marina. Congedato rientrò a Barga ed ebbe subito scontri con…
Ricordando Bruno Sereni
Bruno Sereni lasciò subito un gran vuoto nella vita barghigiana; personalmente, ad ogni mio rientro al Giardino, rivivo gl’incontri con lui e la sua Lily, lì, seduti ai tavoli all’aperto dell’Alpino; e torno ad ascoltare la sua fluente conversazione, i suoi vivacissimi racconti della sua vita, sempre vissuta secondo gli ideali di solidarietà con deboli e sfruttati, ricca di lotte contro le dittature di ogni tipo, lotte che nella guerra di Spagna, da lui combattuta contro i franchisti, lo videro primo ferito di quella guerra, a Barcellona. Era inevitabile, dopo quell’esperienza – e in un’Italia ormai dominata dal fascismo mussoliniano – il suo esilio: in Francia, dove conobbe ed ebbe contatti stabili con altri “fuorusciti” (umili e ignoti ai fasti della Storia ed anche figure fondamentali dell’antifascismo: Nenni, i Rosselli e molti altri). Furono anni difficili, durante i quali sopravvisse acconciandosi a lavori duri – scaricatore di porto a Marsiglia tra gli altri – o precari – venditore porta a…
“Un uomo di cui la comunità deve essere orgogliosa”. Commemorato Bruno Sereni
Questa mattina, sotto una pioggerella intermittente e un freddo pungente, un nutrito gruppo di persone si è riunito al cimitero di Sigliari presso una tomba coperta di rampicanti e sormontata da croci di marmo bianco. Quelle persone erano lì per rendere omaggio alla memoria di Bruno Sereni, di cui oggi (25 febbraio) ricorrono i trent’anni dalla scomparsa. C’era il sindaco Marco Bonini, che con la sua amministrazione ha voluto rendergli un omaggio ufficiale, c’erano i figli Umberto e Natalia, c’era il sindaco di Molazzana Rino Simonetti, c’erano gli amici di Umberto e Natalia che conobbero e apprezzarono il vecchio Sereni, c’era Alessandro Adami, il sindaco che pronunciò l’orazione funebre per il funerale laico di Bruno, c’era Sara Moscardini in rappresentanza dell’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga. C’eravamo noi del Giornale e c’era, seppur con un messaggio inviato dal suo ufficio dal Senato della Repubblica, Andrea Marcucci. C’era insomma una piccola rappresentanza della comunità, lì riunita a ricordare un uomo che…
In memoria di Bruno Sereni, nostro fondatore
Il 25 febbraio 1986 moriva Bruno Sereni, fondatore di questo giornale. Ne fu direttore fino all’ultimo giorno, dopo averlo avviato e sviluppato a partire dal 1949, quando Barga, nel tentativo di scrollarsi di dosso le miserie della guerra, cercava di ripartire. Bruno Sereni impiegò tutte le energie della maturità per favorire la ricostruzione fisica e morale di Barga, sia esponendosi in prima persona in ogni progetto utile, sia utilizzando le pagine del suo giornale il quale ebbe anche un altro, nobile scopo: quello di tenere uniti alla loro terra d’origine i barghigiani partiti all’estero. Il suo giornale lo chiamava “una lettera da casa” e per molti anni – ed in parte ancora – fu un collante potente e prezioso per la comunità dei barghigiani all’estero, i “bargoesteri”. Se molti ricordano ancora Bruno ed il suo impegno per Barga, per la sua ricostruzione e per il suo sviluppo, forse sono meno quelli che conoscono la sua gioventù e le traversie che…