BARGA – In uno di questi pomeriggi piovosi di inizio aprile “incontro” telefonicamente l’attore Lucchese Marco Brinzi che andrà in scena mercoledì 16 aprile al Teatro dei Differenti di Barga con il suo monologo “Komplotto“.
Questo è quanto ci ha raccontato per i lettori del giornale di Barga.
La tua formazione nasce e cresce al Teatro Piccolo di Milano sotto la direzione di Luca Ronconi ed il tuo percorso attoriale è stato diretto da ottimi registi. Cosa rappresenta per te questa esperienza teatrale in cui ti misuri come attore e autore contemporaneamente?
“In parallelo alle esperienze più riconosciute cerco di trattare temi di dinamiche sociali che mi interessano; lo scorso anno ero a Barga con “La Tregua” di Primo Levi , in cui raccontavo i mesi del difficile viaggio che Levi dovette affrontare per tornare a casa, da Auschwitz a Torino; in “Komplotto” invece affronto il tema del complottismo che mi affascina molto”.
Spesso leggiamo sui social di teorie cospiratorie e tutti almeno una volta abbiano creduto in una qualche cospirazione. Cosa ti ha portato a scrivere e mettere in scena questo spettacolo e che messaggio vuoi dare?
“Mi sono interessato a questo tema nel periodo del Covid in cui ci bombardavano con notizie sulle Big Pharma spesso con connotazione negativa e sui vaccini. Ho fatto delle ricerche; sul Web molti parlano di verità che ci sono nascoste e mi affascinava capire quale fosse il meccanismo umano che ci fa credere alle teorie del complotto, della cospirazione, al fatto che siamo succubi di poteri occulti.
Il mio monologo ha una cifra ironica, il personaggio è un uomo semplice, di borgata, che finisce dentro uno stato di alienazione dal piano reale.
Come autore ho fatto un lavoro di ricerca raccogliendo tanto materiale, anche quello più assurdo, poi attraverso delle improvvisazioni e rinchiudendomi dentro il Teatrino dei Fondi di San Miniato che mi ha dato la possibilità di farlo, è nato questo personaggio che parla ad un pubblico ‘online’ come se questo rappresentasse una comunità di suoi adepti, gli Amici della Verità.
Il messaggio che voglio dare è che troppo spesso viene a mancare l’empatia nei confronti del mondo e delle persone che ti circondano; si finisce per dubitare di tutto fino a diventare succubi di vere e proprie malattie e paranoie. Viviamo spesso di pregiudizi nei confronti degli altri di cui temiamo ci nascondano qualcosa. Ecco, il teatro vuole essere l’opposto, bisogna metterci nei panni degli altri per capire quali sono i percorsi da seguire e le verità; dovremmo dunque rimanere in ascolto del dato reale. Il personaggio che io racconto non accetta una sua verità, ma inizia a dubitare su tutto ed a mettere in discussione qualsiasi cosa.”
Cosa ti ha dato il Teatro Piccolo di Milano nella tua crescita di attore?
“Mi ha dato le basi per crescere: la disciplina prima fra tutte, la costanza, la necessità di fare ricerca ed il confronto con gli altri.”
Da attore Lucchese D.O.C. cosa significa andare in scena nella tua terra di origine?
“Ha sicuramente un significato diverso, perché le mie origini sono queste ed è bellissimo riportare il mio percorso artistico a casa.”
Un’anteprima sui tuoi prossimi impegni?
“Innanzitutto mi scuso con la Fondazione Toscana Spettacolo e con il Teatro dei Differenti di Barga per essere stato costretto a spostare la data del mio spettacolo, proprio a causa di un importante impegno cinematografico per il quale non mi hanno lasciato andare, ma su questo progetto non posso dire altro. Prossimamente sarò inoltre in scena al Teatro Greco di Siracusa con Lella Costa per un progetto che mi inorgoglisce e per cui sono molto emozionato. Un altro sogno che si avvera”.
E noi caro Marco saremo in teatro a vederti, a riflettere su questo tema tanto attuale e sicuramente ad applaudirti con l’augurio che tanti dei tuoi sogni artistici possano avverarsi.
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