BARGA – Oggi, Martedì 18 marzo 2025, una delegazione di amici del prof. Stefano Borsi (Lucca 1956 – Roma 2023) e Angelo Pellegrini (Bagni di Lucca 1934 – Barga 2024), andrà al cimitero di Barga a rendere a loro un omaggio ponendo sulle tombe un mazzo di fiori. Il gesto è stato pensato dalla Fondazione Ricci e Istituto Storico Lucchese, entrambi di Barga, essenzialmente pensato e voluto nellascadenza del secondo anno dalla morte di Stefano Borsi e a uno da quella di Angelo Pellegrini. Dopo di loro, certamente non mancheranno altri omaggi alla memoria, che comprenderanno Antonio Nardini, Gualtiero Pia, Emilio Lammari ed altri.
Chissà quante volte il prof. Stefano Borsi, professore ordinario di Storia dell’Architettura presso l’Università agli Studi della Campania“Luigi Vanvitelli”, era già venuto a Barga, prima di vederlo tra noi con una consueta frequenza? Probabilmente moltissime volte, dato che sua madre era di Barga, poi, con il tempo, vivendo qui le sue estati, dividendo con la sua famiglia l’abitazione di due case poste nella parte finale della via del Giardino.
Pensiamo sia stata Maria Vittoria Stefani ad introdurlo decisamente in Barga quale profondo conoscitore della sue vicende storiche, quando volle che fosse lui a presentargli il suo libro dal titolo molto intrigante: “Barga piccola repubblica medievale e le sue leggi”, dell’anno 2003. Un libro molto importante per la storia di Barga, perché raccoglie la traduzione dal latino in italiano del libro “Lo Statuto di Barga del1360”, pubblicato in un libro nel 1994 a cura del caro don Lorenzo Angelini. Ebbene ed appunto forse è da ascrivere proprio a Maria Vittoria Stefani, che lo volle a presentare il suo lavoro, a lui affidatasi forse su suggerimento della madre di Stefano Borsi, l’amica Marta Cola, che lo stesso iniziò a prendere un contatto più diretto con la storia di Barga. Un accostamento che lo porterà nel futuro a sentire forte il richiamo dello studio della storia di Barga, la terra di una parte dei suoi avi.
In effetti, ecco che Borsi, nel 2009, portò alla nostra conoscenza un libro straordinario “Le origini di Barga e il culto di San Cristoforo”, uno studio sulla nascita della Città e il suo santo protettore. Quasi trecento pagine in cui s’indagano i tempi più remoti, un prezioso excursus di storia che affascina ogni lettore. A questo libro ne fece seguire un altro nel 2017, espressamente dedicato alla misteriosa figura del “santo traghettatore”, in cui s’indaga la sua possibile o probabile vita e il suo culto, in cui non è trascurata per niente la vicenda fideistica di Barga: “Storia di San Cristoforo, origine e diffusione di un culto tra mito e realtà” presentato a Barga nella sede della Fondazione Ricci il 23 giugno 2018. Sempre in questa sede, nel settembre del 2022, presentò il catalogo dell’importante mostra “La nuova Barga. Arte e architettura tra Liberty e stile eclettico (1990-1935)” cui il sottoscritto aveva partecipato con l’ Istituto Storico sez. di Barga.
Altri e importanti sono dei suoi lavori e chiariamo subito che alludo alla storia di Barga, perché Borsi ne ha altri a carattere scientifico che riguardano la sua professione, molte pubblicazioni che spaziano da Leon Battista Alberti a Francesco Colonna, ecc. L’ultima sua fatica letteraria è postuma e si tratta di “Giannozzo Manetti e la nuova Roma di Niccolò V, mito e realtà di un grande piano urbano”, un libro di oltre cinquecento pagine che conservo come una reliquia, donatomi dalla moglie di Borsi con queste parole: “Con infinita stima per la tua passione per la storia, Antonella Scarpellino Borsi, 30 marzo 2024”.
Parlando ancora del suo interesse per Barga ricordo il suo intervento al convegno che la Polisportiva Valdilago di Barga, organizzò nel 2010 circa il Duomo di Barga “Storia, Arte e Spiritualità nei primi secoli dopo il Mille”. Diversi i partecipanti, tra cui il sottoscritto, e Borsi trattò ancora il tema di San Cristoforo e Barga. Al convegno seguì la pubblicazione degli atti che poi furono tradotti anche in inglese. Altro suo intervento fu la presentazione nel 2012, del libro“Le Antiche Porte di Barga e il Ponte di Borgo”, scritto dal sottoscritto con l’ausilio di Pier Carlo Marroni. Poi la partecipazione con pubblicazione al convegno “Dalla Città alla Valle” del 2021, in cui trattò “Da centro a periferia: la trasformazione urbana di Barga dopo il passaggio a Firenze”, saggio questo pubblicato negli atti.
L’impegno di Borsi per la storia di Barga lo portò anche a livello universitario, tantoché nel 2022 fui messo in contatto con una studentessa cui Borsi aveva dato il mio recapito affinché potesse recuperare il libro che avevo scritto circa le “Antiche Porte di Barga”, per capire quale potesse essere l’evoluzione di un castello medievale e del suo territorio, che a lei sarebbe stato utile per la sua tesi di laurea.
Se con quanto si è detto, abbiamo capito l’importanza tra noi di Barga circa la presenza del prof. Stefano Borsi, altrettanto importante è stata quella di Angelo Pellegrini, da sempre attratto dalla sua storia, sin da quando con la sua famiglia d’origine da Bagni di Lucca venne ad abitare con noi e questo avvenne quando Angelo era già adulto.
Personalmente ricordo la sua attenzione alla nostra storia che manifestava con un amore che certamente faceva invidia a chi era nato a Barga. Ricordo che da ragazzo mi sentì parlare della storia di Barga e un giorno mi volle accompagnare in visita a ciò che lui reputava gli importanti segni di quella storia, in giro per il Castello, da porta a porta sino al Duomo.
Poi fummo insieme nel Gruppo Ricerche Storiche di Barga, un buon momento per riuscire ad approfondire certe storie, ricercandone gli spunti salienti anche in archivi, scambiandoci le notizie e, soprattutto, restando ammirati dal Duomo di Barga, di cui, forse per primi, ne controbattevamo la tesi conoscitiva, pubblicata in un libro risalente al tempo dei restauri 1927-1939. Tante volte, appoggiati ai muri del bastione del Duomo, lo abbiamo rimirato e così osservando e discutendo della sua possibile evoluzione costruttiva, che quel libro, secondo noi, non raccontava nel giusto. Poi entrando nel Duomo, guardando attentamente ogni particolare, sempre più convincendoci che le nostre osservazioni critiche fossero giuste.
Lui era appassionato di fotografia, in un tempo in cui esserlo non era come oggi che il sistema digitale ha dato a tutti la facoltà di scattare foto. Era allora il tempo delle pellicole che poi andavano sviluppate e dopo stampate le foto, badino bene, in bianco e nero. Angelo lo faceva da sé e questo gli dette l’avvio al pensiero che delle stampe ne potesse fare anche una mostra a tema, magari con soggetto il Duomo, oppure Barga e certi aspetti storici e così dicendo, poi passò anche al colore. Con altri di Barga aveva partecipato alla costituzione di un Circolo Fotografico intitolato alla memoria di un grande del luogo, il fisicoProf. Michele Bertagna (Lucca 1867 – Pistoia 1908), che agli inizi del secolo aveva studiato un sistema di fotografia a colori, mettendo in posa nel 1905 anche Giovanni Pascoli, almeno in due scatti, che poi di ognuno, con la tricromia, riuscì fotografia, appunto, a colori.
Molte le mostre attuate con l’amico Antonio Nardini nell’ambito delle iniziative dell’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga, con temi di varia natura, essenzialmente risorgimentali o che trattavano di Giovanni Pascoli e la sua poesia, sul Duomo di Barga, ecc. Angelo necurava la parte fotografica che a volte finiva anche in pubblicazioni dello stesso Istituto Storico, oppure di altra natura e sono molte le pubblicazioni a cui ha dato il suo contributo. Di mostre ne fece anche di personali a carattere essenzialmente popolare e il luogo erapreferibilmente la chiesa del Crocifisso, profittando del fatto che della stessa ne era anche incaricato dalla Parrocchia per le aperture e chiusure.
Tutta un’attività che gli ha meritato di essere ascritto in vita tra i soci onorari dell’Istituto Storico Lucchese sezione di Barga, a cui era iscritto da moltissimi anni, mostre che oggi sono raccolte in molte cartelle che dopo la morte sono ancora conservate nella sua casa ma che presto entreranno, per donazione degli eredi, a far parte del patrimonio della Fondazione Ricci di Barga.
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