Questa storia è un po’ diversa dalle storie di guerra che talvolta butto giù per il Direttore della nostra testata il “Giornale di Barga”.
Quest’anno per l’ottantesimo della liberazione di Barga c’è già un sostenuto gruppo di professoroni in materia che non mancheranno di dare il loro contributo storico (…), tanto alla fine da rischiare di annoiare il lettore, e allora per non essere come loro cambiamo decisamente genere.
Raccontiamo una storia della Val di Corsonna. Vera.
Agosto 2006. Vacanze estive a Sommocolonia. Con la mia famiglia prendevo in affitto la casa del mio inossidabile amico Gilberto Nardini alla “montatella”.
Con la famiglia Nardini ci lega una amicizia storica, antica; le nostre famiglie son legate da robe della guerra, ma questo è un’altra storia…
Ci abitavo tutto il mese di agosto con mia moglie e i due gemelli, il terzo figlio era per la via…
Vivere a Sommocolonia era bellissimo, rilassante, piacevole.
Pochissime persone, neanche il bar, ma non c’era bisogno; in ogni casa che si entrava la macchinetta del caffè era pronta sul fornello, e la preoccupazione maggiore era tenere in ordine il calendario degli inviti a cena, per non sbagliare e far rimanere qualcuno male.
Ogni mattina arrivavano sul tavolo verdure fresche e torte come se piovesse. Rientravo a Lucca con 5 kg guadagnati! Un periodo bellissimo.
Una sera veniamo invitati a cena dal mio amico Alberto Rocchi e da sua moglie, la Nadia.
Hanno una bellissima casa ristrutturata un pò fuori dal paese, in località Campeglio, poco dopo il cimitero. Un chilometro scarso lungo la strada che conduce al paese. La casa è circondata da un bel giardino, piscina, capanno per le cene ecc..
Sono amici storici, da una vita.
Il piccolo cimitero rimane sopra strada, sulla destra andando da Campeglio verso il paese. Lì riposano i nostri parenti, il nonno Vittorio del quale porto il nome, saltato su una mina tedesca ai Tre Metati nell’agosto del ’45, e anche lo zio Adelmo, morto in Piazza San Rocco nel ’46 mentre cercava di togliere dalla mano di un bambino un lanciagranate che è esploso e lo ha aperto in due… poi zii, cugini ecc. c’è la nostra storia in quel cimiterino.
La cena è piacevole, la serata calda, un bicchieretto in più… tanto siamo a piedi, si fa tardi. D’estate si sta fuori a lungo, ma ad una certa ora i bambini sono stanchi, e si rientra al paese a piedi.
Una bella passeggiata lungo la strada, tanto… non passa una macchina neanche se preghi!
Ci salutiamo, a domani e buonanotte, a presto, ciao e ci incamminiamo…Io spingo il passeggino doppio, accanto ci sono mia moglie e mia suocera che era venuta su con noi qualche giorno.
La strada è buia, senza lampioni, ma la sera è limpida, con la luna; mentre camminiamo, davanti a noi vediamo distintamente una figura sulla destra, raso muro, un uomo…che procede nella nostra stessa direzione di marcia, verso il paese, ma lentamente; siamo praticamente sotto il cimiterino…lui cammina lentamente, e noi lo sopraggiungiamo, in silenzio…
Costui ha una specie di lanterna alla mano sinistra, per fare un po di luce, debole. Lo sorpassiamo senza parlare, ha una giacca pesante sulle spalle, che gli copre anche la testa alla maniera dei contadini quando piove…
Non riesco a vedergli il volto, ma avvertiamo tutti distintamente una sensazione sgradevole, un senso di freddo che ci avvolge, come un soffio. Senza parlare, acceleriamo e raggiungiamo la prima piazzetta illuminata del paese poco più avanti. Dove arriva il pullman al parcheggio basso, alla Bulitoia.
Il disagio è palpabile, si percepisce che è una situazione strana e decido di aspettarlo per vedere chi è!
Mando la famiglia su a casa e mi siedo sul muretto sotto la luce, tanto… da qui “ha da passà” non ci sono altre strade! Burrone a sinistra, muro di scarpata a destra, qui per forza deve arrivare.
A quel tempo portavo sempre un “ferro” con 15 colpi calibro 9 dietro la schiena, e per questo ero abbastanza tranquillo. Male che vada…
Accendo un sigaro, aspetto…
Niente.
Non arriva nessuno dal buio della strada. Aspetto a lungo, ma da quella strada non arriva più nessuno. Mi spingo un pò più avanti per vedere, al limite della luce…Nulla.
L’uomo senza testa non arriva. Sparisce semplicemente.
Non poteva andare da nessuna parte. Ed è sparito.
Non ne parliamo più…
Ma mi è sempre rimasta in mente questa faccenda… strana, inquietante.
Qualche giorno fa, dal “Lucchesi” un aperitivo con gli amici e racconto la storia all’Ayala.
L’Ayala è la memoria storica della Val di Corsonna. Abitano li da sempre, conosce tutti i paesi, paesini, toponimi abbandonati, vie, mulattiere e sentieri. Conosce la montagna. Ha scritto un bellissimo libro delle leggende della Val di Corsonna e quindi gli racconto questa strana storia. Poi ci salutiamo e arrivederci a presto.
Infatti dopo una ventina di giorni, faccio un salto a Gemina, in Val di Corsonna alta, dove gestisce con il figlio una azienda agricola, il Boschetto Goloso.
Marmellate, confetture e prodotti del territorio. Volevo comprare un barattolo di miele per la bimba che ha mal di gola. Arrivo davanti casa e l’Ayala mi viene incontro tutto eccitato. Mi racconta che alcuni giorni prima, incredibilmente, sua mamma – 90 anni- gli aveva raccontato una storia praticamente identica!
Tanti anni fa un fratello della nonna, tale Vittorio Guidi, che abitava in località Ceragioli, un po oltre Gemina, una sera si recò a ballare a Riboscioli, un piccolo gruppo di case, oggi semidistrutte, all’altezza della chiesetta di Montebono, ma sempre sul versante destro della Corsonna. A quel tempo esistevano addirittura due Riboscioli, di Sopra e di Sotto e su in alto c’erano “Gli Orti di Riboscioli”.
Un’oretta di “pedantibus” per arrivare.
Era sera, e sul ponticello del fosso di Bagina, vide un uomo seduto, silenzioso, con la giacca sul capo; passandogli accanto provò ad accennargli un saluto, ma questi non rispose e non si fece vedere in volto. Impaurito dalla inquietante figura il Vittorio Guidi accelerò, e raggiunse Riboscioli, dove raccontò il fatto tutto eccitato agli amici che vollero andare a vedere chi fosse l’uomo sconosciuto.
Di gente in Val di Corsonna alta a quel tempo, come oggi, non ne girava tanta.
Si conoscevano tutti… Arrivati al ponte non trovarono nessuno!
L’uomo senza testa della Val di Corsonna.
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