A 80 anni dalla Battaglia di Sommocolonia

-

BARGA  –  Era  il 1944 quando, a partire dal mese di ottobre il nostro territorio venne a trovarsi al centro del fronte, con Alleati e Tedeschi che si fronteggiavano per la posizione. Il tutto culminò poi nella tragica battaglia di Sommocolonia, uno scontro a viso aperto delle due formazioni che coinvolse anche i civili e che avvenne il 26 dicembre. Proprio come oggi..

Il 9 ottobre del 1944 è la data scritta in una delibera del consiglio comunale, per sancire la liberazione di Barga anche se il territorio rimarrà per mesi zona di fronte, di bombe e di morti e feriti, con anche alla tragica battaglia di Sommocolonia.

Diciamocelo:  anniversari così importanti avrebbero meritato forse più eventi, o almeno noi ce li saremmo aspettati, come avvenne anche in occasione del 70° della liberazione.

Comunque sia e comunque sarà  stamani a Sommocolonia come tutti gli anni verranno deposte corone di alloro ai monumenti ai caduti e ci sarà la Santa Messa. Ci sarà anche il diorama vivente “La battaglia di Sommocolonia” proposto in diverse fasce dalle 9,30 del mattino. Una metodologia  che usa la narrazione biografica di personaggi di tutte le parti in conflitto. I personaggi, vestiti con le uniformi d’epoca “incontrano il pubblico e narrano la propria vicenda personale e rispondono alle domande.

Dopo stamani a Barga si parlerà della battaglia sabato 28 dicembre nella sala consiliare di Palazzo Pancrazi  con un convegno storico che si aprirà alle 15, dal titolo “La Linea Gotica occidentale: il fronte in Garfagnana”

Prima di chiudere, per ricordare quanto successe ottanta anni fa, ripubblichiamo questo scritto del nostro caro amico  Vittorio Biondi. Indubbiamente il più esperto conoscitore e studioso di quei fatti.

 

“E’ conosciuta anche come la Battaglia di Natale, perché inizia di fatto, con l’assunzione delle posizioni nel tardo pomeriggio del 25, anche se i combattimenti sono alle prime ore del 26, vede contrapposti i soldati austriaci di due battaglioni: il 4° Hosh e il Mittenval, contro una compagnia rinforzata da una squadra di patrioti schierati a Sommocolonia e altri elementi alleati a Montebono e a Catagnana. Una linea difensiva assai esile che permette nel tardo pomeriggio di far “penetrare”, forse anche guidati da alcune guide locali, qualche elemento tedesco che circonda di fatto il paese da basso.

Di fatto al mattino presto la battaglia si scatena e nonostante la agguerrita resistenza che fanno i patrioti a Monticino, dove tengono una postazione con la mitragliatrice pesante, la spinta offensiva dei tedeschi è troppo forte e nella tarda mattinata americani e patrioti verranno sopraffatti.

Anche un tentativo di rinforzo inviato da Barga, non arriverà che alla prima casa del paese, la casa Olivieri, e dovranno ripiegare velocemente perché ormai il paese è completamente circondato e occupato.  

Molte sono le vittime tedesche, che incidentalmente, al mattino incappano in un campo minato protettivo, rischierato il giorno precedente sotto casa Vincenti, e quindi non visibile, né conosciuto. Le mine – Shumine -, collegate tra loro da un sistema di fili, saltano quasi contemporaneamente e fanno una vera strage di soldati, tanto che questa compagnia in attacco sarà decimata e quindi rilevata da un’altra per continuare l’azione.

La battaglia è cruenta, difficile e lunga. Solo nel pomeriggio si stabilizza la situazione. Il paese è un cumulo di rovine, distrutto dai colpi delle artiglierie americane. La chiesa è distrutta, molte case abbattute; una famiglia intera, del Cascianella, muore sotto le macerie della abitazione; si salverà solo un bambino.

Un altro civile, il Ciabattari verrà ucciso da una raffica di mitra alla Bulitoia e un bambino, il piccolo Nardini verrà anche lui colpito li accanto, alla testa, morendo tra la braccia della mamma. Il fratello verrà gravemente ferito.

Doverosa quindi la cerimonia ricordo di questa “inutile” battaglia, perché di fatto, poi dopo due giorni, il 28/29 le forze dell’Asse rientreranno nelle stesse identiche posizioni senza colpo ferire, soltanto dopo aver raggiunto come punto di massima penetrazione la riva dell’Ania.

Gli Alleati mandano in avanti una divisione Indiana, la 8.va che è schierata in attesa, nei campi a Marlia e questi risalgono la Valle senza mai incontrare di fatto una vera resistenza tedesca; si ripristina l’allineamento iniziale e il fronte rimarrà praticamente statico fino all’inizio di Aprile del ‘45.

La battaglia di Sommocolonia è l’epicentro della più grande operazione “Wintergewitter” (temporale d’inverno), decisa ad Albinea (RE) dai comandi dell’Asse, per “alleggerire” la pressione alleata sul fronte bolognese; è l’ultima zampata aggressiva tedesca sul nostro territorio.

Inutile, cattiva, sanguigna, e dolorosa..

Come tutte le battaglie e come tutte guerre.”

Vittorio Lino Biondi

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.