CASTELVECCHIO PASCOLI – Una folla numerosa, commossa e silenziosa, sotto una pioggia fine ma insistente, ha preso parte oggi presso il cimitero di Castelvecchio Pascoli alle esequie di Iole Capannacci, venuta a mancare nella notte del 6 ottobre. Una folla che si è stratta attorno a figli e famiglie; amici, abitanti di Castelvecchio e di Barga, dipendenti vecchi e nuovi della famiglia del Ciocco ed anche autorità cittadine come la sindaca di Barga, Caterina Campani presente insieme ad altri amministratori della Valle per rendere omaggio ad una donna che nella famiglia Marcucci è stata senza dubbio un pilastro, un punto di riferimento per tutti.
Lo ha dimostrato il tangibile dolore sui volti dei suoi cari, a cominciare dai nipoti e pronipoti presenti al cimitero.
E’ stato il proposto di Barga don Stefano Serafini ad officiare nella cappellina le esequie, con la concelebrazione di don Giovanni Cartoni:
“Quando arriva il momento in cui dobbiamo distaccarci da una persona cara la memoria ce la mostra quasi come al centro di un grande libro dalle tante pagine; con le sue pagine belle, con le sue pagine piene di affetto e di gioia ed anche con le sue pagine dolorose, quelle in cui affrontiamo il distacco – ha detto – Come avviene oggi per la signora Iole alla quale diamo l’ultimo saluto. Iole ha cercato di vivere al meglio la sua vita, sia personale, che nella famiglia, che nel paese di Castelvecchio; sia svolgendo il suo compito di insegnante. E’ stata una persona che ha dato il meglio di sé, una persona gentile, premurosa, che ha raggiunto una bella età ed ha conosciuto tutte le stagioni della vita. Che ha vissuto in una grande famiglia, accanto al suo sposo il signor Guelfo con grande responsabilità, partecipazione, attenzione.”
Non senza una forte commozione, è stato alla fine della cerimonia il figlio Andrea a ricordare la mamma e lo ha fatto riassumendo in poche parole tutto quello che era la signora Iole:
“La mamma ha vissuto una lunga e piena vita; l’infanzia a Castelvecchio, poi la gioventù al conservatorio di Barga a studiare per diventare maestra; la morte prematura della sua mamma che l’ha sempre segnata profondamente; il matrimonio con Guelfo, l’amore della vita; ma anche il suo voler vivere sempre in autonomia e quindi la sua passione di fare la maestra in un luogo, Viareggio, che tanto amava.
Della mamma ricordo l’amore indiscusso per i figli, un affetto che però non le faceva mai dimenticare le regole e il rigore anche se sempre legato alla bontà ed alla gioia per la famiglia che era la cosa più importante.
Quando arrivò alla pensione si dedicò sempre con i suoi modi, con lo stesso rigore e senso del dovere, alle attività della famiglia, in particolare al Ciocco… Era la più temuta, ma anche la più amata…
Ci mancherà il suo sorriso sincero…”
Lascia un commento