Il giorno di San Rocco

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BARGA – Per i barghigiani, soprattutto per i devoti, quella di oggi, 16 agosto, è sempre una giornata particolare perché è il giorno dedicato a San Rocco, protettore dalle malattie e santo venerato nella cittadina.

Nella chiesa dedicatagli, al Giardino,  diverse funzioni religiose, la mattina ed il pomeriggio; la più solenne, quest’anno accompagnata dall’organo del M.o Arturo Pivato, alle 11,15, ma l’eucaristia tornerà anche oggi pomeriggio. Nella chiesa i fedeli per tutta la giornata dicono una preghiera davanti all’altare del Santo, molto venerato dalla nostra comunità, ed accendono un cero.

Qualcuno dice anche la preghiera dedicata al santo:

O Dio, che in San Rocco ci ha dato esempio luminoso di disinteresse e di profondo amore del prossimo, fino a fare della propria vita un’offerta costante per il soccorso dei fratelli contagiati dalla peste, fa che, per sua intercessione, nella salute dell’anima e del corpo, ne imitiamo costantemente la carità esemplare e lo spirito di sacrificio, pronti a offrire il nostro aiuto, sia morale che materiale, dovunque ne vediamo il bisogno. Te lo chiediamo per Cristo nostro signore. 

Le celebrazioni religiose nella chiesina riprenderanno anche domattina, 17 agosto, giorno di San Rocchino

A sottolineare oggi la giornata di festa, per Barga, sono senza dubbio le Campane di San Rocco. Risalgono agli anni ’50 del secolo scorso e da stamattina vengono suonate come uno strumento delicato dai campanari di Barga che sottolineano da tempo immemore con la loro opera tutti gli avvenimenti religiosi barghigiani. Toccheggiate e veri e propri doppi si ripeteranno anche oggi pomeriggio alle 17 per annunciare l’ultima Santa Messa.

La fiera. Naturalmente anche oggi e domattina non mancherà la fiera che ormai ha perso il fascino delle edizioni di decenni fa quando a Barga si trovavano davvero primizie e prodotti di ogni genere. La fiera non è più la stessa ma resistono per fortuna alcuni aspetti più tradizionali. La gente che si attarda a parlare nelle strade o nei caffè, l’acquisto che comunque non manca tra i banchetti; l’arrotino che non manca mai a questo appuntamento per affilare forbici e coltelli da cucina. Sperando che il tempo oggi non faccia bizze, si va avanti fino a stasera quando in piazza Matteotti, sgomberata dai banchetti, tornerà la musica. Stasera serata disco anni ’70, ’80, ’90.

(Notizie a cura di Pier Giuliano Cecchi)

La storia di San Rocco
Rocco nasce a Montpellier, in Provenza (sud della Francia) in un anno imprecisato tra il 1348 e il 1350. Al momento della nascita Rocco reca sul petto, lato cuore, una voglia a forma di croce che ne permetterà il riconoscimento del corpo dopo la morte. La famiglia, i Delacroix, è tra le più abbienti della città. A Montepellier, presso la locale ed antica Università Rocco avrebbe studiato medicina interrompendo gli studi alla morte dei genitori, Giovanni e Libera. Dopo il funesto evento, il giovane, distribuisce i propri averi ai poveri e parte in pellegrinaggio verso Roma.

Al momento di iniziare il pellegrinaggio ha già assunto l’abito del Terzo Ordine Francescano. Rocco, secondo la tradizione, avrebbe conosciuto il terribile flagello della peste già nella città natale. Giunge in Italia nel momento di massima virulenza di un’epidemia di peste nera ed interrompe il viaggio verso Roma ad Acquapendente (Viterbo) ove nel lazzaretto di S. Gregorio assiste appestati ed ammalati. Qui si manifestano le virtù taumaturgiche del Santo: il segno della croce praticato da Rocco sulla fronte dei malati procura la guarigione e si diffonde così la fama dei miracoli del giovane pellegrino francese.

Giunge a Roma tra il 1367 ed il 1368. Vi si ferma per tre anni assistendo gli ammalati. Con il segno della croce indelebile sulla fronte, guarisce un cardinale che lo conduce alla presenza di Papa Urbano V. Dopo aver lasciato Roma, Rocco è a Rimini, Forlì, Caorso e Cesena ove si prodiga a favore degli appestati. A Piacenza contrae la peste e si ritira in una grotta, ancora esistente e trasformata in santuario, lungo il fiume Trebbia nei pressi di Sarmato. Un cane provvede al sostentamento del Santo con una pagnotta che preleva alla tavola del padrone, il Signore di Sarmato, Gottardo Pollastrelli. Questi segue la piccola bestia, scopre la grotta e cura il giovane che si rifiuta di seguirlo a palazzo.

Gottardo cerca vanamente di seguire Rocco che lo induce a desistere dal proposito. Gottardo ne diffonde la vita e la fama dei miracoli; si ritiene sia stato il primo agiografo del Santo nonché il primo ad averlo raffigurato in una immagine e seguendo gli insegnamenti del maestro avrebbe conseguito anch’egli la santità. Tra gli storici, però, l’esistenza o meno di questa figura accostata al Santo è parecchio controversa. Nella grotta al Santo appare un angelo che gli annuncia la guarigione e la facoltà di chiedere una grazia al Signore. Lungo la strada del ritorno a Montpellier, Rocco è incarcerato come spia a Voghera. Rifiuta di rivelarsi nonostante i Signori del luogo siano avi materni.

Resta in carcere per quasi cinque anni. Riceve ancora una volta l’apparizione dell’Angelo che gli annuncia la morte ormai prossima che giunge nella notte tra il 15 ed il 16 Agosto probabilmente del 1379. Al momento della sepoltura, grazie al segno di croce che Rocco porta sul petto, lo zio materno Bartolomeo, Signore del luogo ove il Santo è stato incarcerato, riconosce il nipote nel misterioso giovane pellegrino che mai aveva voluto rivelare la propria identità. Sempre al momento della sepoltura la grazia che Rocco aveva chiesto al Signore si manifesterà con il ritrovamento della tavoletta che porta incisa la frase “Chi invocherà il mio servo sarà guarito”, e che compare in numerose rappresentazioni del Santo.

La chiesa di San Rocco
Alla fine del 1400 si hanno notizie di un oratorio chiamato Cappella S. Rocco in fondo al ponte di Porta di Borgo, sorto per onorare il santo protettore contro la peste dilagante. Nel 1630 si inizia a costruire la nuova chiesa di S. Rocco in un luogo vicino al precedente oratorio.

Terminata nel 1639, un altare diverso o l’odierno accolse l’attuale tela raffigurante quattro personaggi: la Madonna col Bambino in alto, S. Rocco, S. Sebastiano e S. Antonio; i primi due santi sono protettori contro la peste, S. Antonio è il protettore degli animali domestici presenti in gran numero nell’allora giardino, dietro i santi sono raffigurati appestati derelitti.

L’altare della Madonna di Pompei con un quadro si suppone sia del periodo dopo il 1700 periodo in cui si venerava la Madonna del Carmine. L’altare di S. Rocco che è vicino all’entrata della sacrestia in stile barocco è recente, in esso si conserva un’antica statua del santo.

 

 

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