Nel ricordo della tragica battaglia del 26 dicembre 1944

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SOMMOCOLONIA – Il 26 dicembre è una data importante per Sommocolonia e per Barga. Nel lontano Santo Stefano del 1944 il piccolo borgo fu teatro di una terribile battaglia che vide contrapposti i soldati afroamericani della 92° Divisione Buffalo e i partigiani, i Patrioti della XI zona, da una parte e dall’altra gli alpini austriaci e gli uomini della divisione alpina “Monterosa”. A sera, conclusa la battaglia, rimasero sul terreno oltre cento morti tra soldati, partigiani e civili oltre a un paese distrutto. Ogni anno l’amministrazione comunale, il 26 dicembre, si reca a Sommocolonia per ricordare degnamente quel giorno che non va dimenticato e così sarà anche  martedì 26 dicembre in occasione del 79° anniversario. Le commemorazioni sono organizzate anche con il patrocinio dell’Associazione Toscana Volontari della Libertà (ATVL) e dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ANPI).

Alle 9,30 è prevista la deposizione di una corona di alloro al monumento che a Montichino ricorda il sacrificio dei partigiani caduti ed anche quello del tenente americano John Fox, che per fermare l’attacco nemico fece dirigere sulla sua postazione nella rocca di Sommocolonia, il fuoco amico. Una corona verrà poi deposta anche presso la Rocca di Sommocolonia.

Alle ore 10,30  presso la chiesa di San Frediano il proposto di Barga don Stefano Serafini officerà la Santa Messa al termine della quale verrà deposta una corona di alloro anche presso il monumento ai caduti, fuori della chiesa.

Come sulle nostre pagine ha ricordato il colonnello (ris) Vittorio Lino Biondi, forse il massimo conoscitore e studioso di quei fatti, la battaglia di Sommocolonia, è stata in Valle del Serchio l’unica “battaglia” vera, intesa come scontro decisivo contrapposto tra schieramenti diversi. Gli altri combattimenti che avvengono nella Valle del Serchio sono di entità minore, puntate offensive, scontri tra pattuglie anche cruenti, combattimenti episodici.

Scrive Biondi:

“E’ conosciuta anche come la Battaglia di Natale, perché inizia di fatto, con l’assunzione delle posizioni nel tardo pomeriggio del 25, anche se i combattimenti sono alle prime ore del 26, vede contrapposti i soldati austriaci di due battaglioni: il 4° Hosh e il Mittenval, contro una compagnia rinforzata da una squadra di patrioti schierati a Sommocolonia e altri elementi alleati a Montebono e a Catagnana. Una linea difensiva assai esile che permette nel tardo pomeriggio di far “penetrare”, forse anche guidati da alcune guide locali, qualche elemento tedesco che circonda di fatto il paese da basso: infatti la Concetta della bottega in piazza San Rocco, rientrando la sera da governare le bestie nella stalla, dirà con voce concitata che:“ci sono i tedeschi a Pruno” ma non gli verrà dato troppo credito…

Di fatto al mattino presto la battaglia si scatena e nonostante la agguerrita resistenza che fanno i patrioti a Monticino, dove tengono una postazione con la mitragliatrice pesante, la spinta offensiva dei tedeschi è troppo forte e nella tarda mattinata americani e patrioti verranno sopraffatti.

Anche un tentativo di rinforzo inviato da Barga, non arriverà che alla prima casa del paese, la casa Olivieri, e dovranno ripiegare velocemente perché ormai il paese è completamente circondato e occupato.  

Molte sono le vittime tedesche, che incidentalmente, al mattino incappano in un campo minato protettivo, rischierato il giorno precedente sotto casa Vincenti, e quindi non visibile, né conosciuto. Le mine – Shumine -,collegate tra loro da un sistema di fili, saltano quasi contemporaneamente e fanno una vera strage di soldati, tanto che questa compagnia in attacco sarà decimata e quindi rilevata da un’altra per continuare l’azione.

La battaglia è cruenta, difficile e lunga. Solo nel pomeriggio si stabilizza la situazione. Il paese è un cumulo di rovine, distrutto dai colpi delle artiglierie americane. La chiesa è distrutta, molte case abbattute; una famiglia intera, del Cascianella, muore sotto le macerie della abitazione; si salverà solo un bambino.

Un altro civile, il Ciabattari verrà ucciso da una raffica di mitra ala Bulitoia e un bambino, il piccolo Nardini verrà anche lui colpito li accanto, alla testa, morendo tra la braccia della mamma. Il fratello verrà gravemente ferito.

Doverosa quindi la cerimonia ricordo di questa “inutile” battaglia, perché di fatto, poi dopo due giorni, il 28/29 le forze dell’Asse rientreranno nelle stesse identiche posizioni senza colpo ferire, soltanto dopo aver raggiunto come punto di massima penetrazione la riva dell’Ania.

Gli Alleati mandano in avanti una divisione Indiana, la 8.va che è schierata in attesa, nei campi a Marlia e questi risalgono la Valle senza mai incontrare di fatto una vera resistenza tedesca; si ripristina l’allineamento iniziale e il fronte rimarrà praticamente statico fino all’inizio di Aprile del ‘45.

La battaglia di Sommocolonia è l’epicentro della più grande operazione “Wintergewitter” (temporale d’inverno), decisa ad Albinea (RE) dai comandi dell’Asse, per “alleggerire” la pressione alleata sul fronte bolognese; è l’ultima zampata aggressiva tedesca sul nostro territorio.

Inutile, cattiva, sanguigna, e dolorosa..

Come tutte le battaglie e come tutte guerre.”

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