In provincia di Lucca aumentano i casi di violenza sulle donna. La denuncia della Commissione Pari Opportunità

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LUCCA – «Abbiamo vissuto un’estate in cui la violenza contro le donne è stata pressocché quotidianamente protagonista della cronaca, a volte con finali estremi, a volte con risvolti meno gravi, ma non per questo meno significativi. Un fenomeno che ci tocca anche da vicino, poiché anche la nostra zona ha visto un aumento di casi di violenza di genere subiti e denunciati in questi ultimi mesi». A dirlo è la presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Lucca, dottoressa Piera Banti, intervenendo a nome dell’intera Commissione su quella che oramai si è delineata come una vera e propria emergenza.

«Quello di cui dobbiamo renderci conto – prosegue Banti – è che una forte presa di coscienza degli atti di violenza, fisica o psicologica che sia, in atto oggi nella società, non corrisponde, purtroppo, a un altrettanto forte cambio di cultura sia maschile che femminile. Ne sono concrete testimonianze, ad esempio, le app a disposizione dei ragazzi minorenni che vedono nella donna un oggetto da ‘costruire’ a loro piacimento, così come certe pubblicità trasmesse o pubblicate senza porsi il problema del ruolo che vi ricopre la donna, la pornografia facilmente accessibile a ogni età,  ma sono significativi anche quei commenti che tutti possiamo leggere sui social e che rimandano a una concezione della donna che pensavamo oramai superata».

 

Secondo la Commissione Pari Opportunità della Provincia, un altro aspetto importante da considerare è che tali episodi non sono legati ai soli contesti sociali di marginalità: «Sono trasversali a tutte le fasce sociali – spiega Piera Banti – e fin troppo spesso ‘il lupo’, come è stato definito, è dentro casa. Questo emerge chiaramente dai dati del Codice Rosa che, in questi mesi estivi, ha visto anche nel nostro territorio un impennata di casi».

Ma cosa fare concretamente per porre un argine a un fenomeno che oggi possiamo definire emergenziale? «Prima di tutto – prosegue la presidente -, secondo noi, è necessario lavorare con le nuove generazioni: nei giovani è possibile riporre le speranze per un futuro diverso. La cultura del rispetto e della non violenza deve nascere e crescere con loro. E lo possiamo fare attraverso progetti che vedano sempre più coinvolte le scuole. Questo, a nostro avviso, porta a un coinvolgimento anche delle famiglie, con la conseguente presa di coscienza da parte di esse di eventuali situazioni di disagio che, magari, fino a quel momento si erano volute o dovute ignorare».

 

Secondo Piera Banti, di pari passo deve evolvere anche la legislatura, prevedendo misure efficaci e tempestive a tutela delle donne che subiscono un qualsiasi tipo di violenza. «Serve anche uno scarto culturale – dice -, poiché la donna vittima di violenza non può e non deve venire colpevolizzata in alcun contesto, come, invece, abbiamo visto accadere in questi ultimi mesi. Ci vorrà ancora del tempo affinché vi sia un forte cambiamento sociale – conclude – ma questo deve spronarci a portare avanti una progettualità, come quella che abbiamo in essere come Commissione Pari Opportunità della Provincia, pensata per realizzare piccoli e grandi interventi di sensibilizzazione, informazione e prevenzione della violenza di genere, poiché siamo convinte che anche le piccole azioni possano contribuire a creare il substrato per cambiamenti epocali».

 

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