Grande successo alla Fondazione Ricci per la conferenza di Sara Moscardini, in attesa della sua nomina a conservatore di Casa Pascoli

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Si dice che nessuno sia profeta in patria, ma è altrettanto noto che a volte la regola può ammettere l’eccezione. Una luminosa conferma l’abbiamo avuta sabato 23 settembre alla Fondazione Ricci, in occasione della conferenza della dottoressa Sara Moscardini dedicata a “La morte del Papa” di Giovanni Pascoli: la misura dell’entusiasmo dimostrato dal pubblico, sia in termini di presenza numerica che di calore e partecipazione, è stata infatti assai insolita per una lezione di letteratura. Merito certo dell’argomento che si inserisce a pieno titolo nel filone delle iniziative dedicate alla Corsonna (“La morte del Papa” è a buon diritto considerato “il poemetto della Val di Corsonna“), ma merito anche e soprattutto della relatrice che ha dimostrato ancora una volta tutte le ragioni per cui la sua è una presenza insostituibile praticamente in ogni iniziativa legata alla storia e alla cultura di Barga.

Prima della conferenza vera e propria, a prendere la parola è stata la padrona di casa, Cristiana Ricci, che non ha mancato di ringraziare chiunque abbia portato un contributo alla lunga serie di incontri dedicati alla Corsonna nei mesi precedenti: Ayala & friends con i racconti contenuti nel libro “Il nostro Altrove”, Leonardo Umberto Conti con la sua conferenza dedicata alla “Madonna del Molino”, gli organizzatori e i partecipanti alle “Uscite lungo la Corsonna” e ai corsi di yoga tenuti nel giardino della Fondazione Ricci… e ovviamente Caterina Salvi e Sara Moscardini, anime e braccia operative dell’intero progetto.

È intervenuto quindi Alessandro Adami, presidente della Fondazione Pascoli, il quale ha ribadito l’importanza del ruolo della dottoressa Moscardini all’interno della fondazione e, scherzosamente, si è raccomandato di non farla affaticare troppo con tutte queste iniziative visto che la attendono giorni impegnativi a Castelvecchio: primo perché grazie al nuovo centro studi Casa Pascoli diventerà una importante fucina di produzione culturale; poi – e non poteva esserci occasione migliore per darne notizia – perché è stato avviato l’iter burocratico per la nomina di Sara Moscardini a conservatore di Casa Pascoli, ruolo rimasto vacante dalla scomparsa di Gian Luigi Ruggio. Il lungo applauso seguito all’annuncio ha suggellato l’approvazione del pubblico per una scelta largamente condivisa dalla popolazione, già caldeggiata su queste stesse pagine sia dallo scrittore Vincenzo Pardini che dal direttore Luca Galeotti.

A seguire, il consigliere Manuel Graziani ha portato i saluti istituzionali del Comune di Barga, poi il palcoscenico se lo è preso Sara Moscardini, coadiuvata per l’occasione da Cristiana Ricci nell’inedita veste di addetta al computer. Dopo una prima fase introduttiva dedicata ala genesi del poemetto, dall’esortazione della sorella Mariù al poeta affinché scrivesse qualcosa in occasione della morte di papa Leone XIII alla vicenda della “vecchina della Corsonna” Teresa Agostini, gli ascoltatori sono stati guidati per mano lungo i versi di Pascoli che, come spesso accade, partono da scene di vita vissuta per finire con l’interrogarsi sul destino dell’uomo, stretto fra la propria condizione mortale e l’immensità dell’universo che lo circonda. Senza soffermarsi più di tanto, come è giusto che sia per un incontro dedicato a un pubblico non specialistico, sulle questioni linguistiche che pure abbondano di spunti nel poemetto pascoliano.

Pubblico che alla fine ha sottolineato l’esposizione di Sara Moscardini con un lungo e convinto applauso e con alcuni stimolanti interventi nel dibattito conclusivo, grazie soprattutto ai contributi della professoressa Brunella Bertoni a proposito del fonosimbolismo pascoliano e del regista Marco Poma sul Pascoli “cosmico”, a dimostrazione del fatto che iniziative come quella di sabato non sono vuote passerelle buone solo per far fare bella figura a organizzatori e relatori, ma appuntamenti partecipati e ormai ben radicati nella quotidianità barghigiana. E di questo non possiamo che essere grati ancora una volta a istituzioni come la Fondazione Ricci e a personaggi come la dottoressa Sara Moscardini che si impegnano costantemente e con profitto per mantenere viva e diffondere la cultura di Barga per la gente di Barga.

Le foto del servizio sono di Ivano Stefani che ringraziamo per la gentile concessione

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