Un pubblico assai folto ed eterogeneo si è ritrovato la sera di sabato 12 agosto nel giardino della Fondazione Ricci a Barga per la presentazione di “Il nostro altrove – voci dalla Val di Corsonna“, seconda fatica letteraria firmata Ayala & friends e pubblicata dall’associazione Cento Lumi come il precedente “A proposito di Amicizia”.
Fatica per modo di dire, perché alla base di entrambi i libri c’è la voglia – per non dire l’esigenza – di ritrovarsi intorno a un tavolo, raccontare e raccontarsi sempre col sorriso sulle labbra, per salvare dall’oblio storie magari anche piccole, ma degne di essere tramandate.
A fare gli onori di casa, la vicepresidente della Fondazione Ricci Maria Pia Baroncelli che ha ringraziato Giuliano Ayala Bertolini e Simone Togneri per l’opera meritoria di salvataggio delle memorie del luogo, poi senza ulteriori indugi siamo stati catapultati direttamente nell’atmosfera del libro con la lettura ad opera di Valeria Belloni di “Le lune della Corsonna“: primo racconto della raccolta (quasi un’invocazione alla musa) e porta d’ingresso alla Val di Corsonna. Una valle, come ha ricordato Simone Togneri nel suo intervento, che ha una sola porta sia per l’ingresso che per l’uscita. In altre parole, non è un luogo di passaggio: per uscirne si può solo tornare indietro; non è possibile attraversarla e sbucare dall’altra parte.
Appena il tempo di metabolizzare le molte suggestioni vissute all’ombra delle lune della Corsonna e il microfono è passato alla dottoressa Sara Moscardini che come suo solito, senza perdersi in chiacchiere, ha messo sul piatto i tratti salienti e gli elementi caratterizzanti della pubblicazione, sgombrando il campo da possibili equivoci sempre in agguato dietro a operazioni simili: “Il nostro altrove” non è frutto della nostalgia per i bei tempi andati, ma eco attuale e contemporanea delle voci che questa valle la vivono ogni giorno, a volte con fatica, ma sempre per libera e orgogliosa scelta.
E infine a prendere la parola sono stati gli autori. Prima Giuliano Ayala Bertolini, che dopo aver ringraziato la Fondazione Ricci e in particolare Caterina Salvi Westbrooke per aver fortemente voluto e portato avanti tutte le iniziative di questa estate legate alla Corsonna, ha parlato di un debito finalmente ripagato: quello di restituire alla collettività molti dei racconti con i quali è cresciuto e dei quali da ragazzo non aveva forse compreso a pieno la portata.
Quindi Simone Togneri che ha voluto evidenziare tre tratti tipici della gente della Corsonna: la coesione, la solidarietà e l’ospitalità. Caratteristiche che potrebbero sembrare in contraddizione con il ritratto di una valle talmente chiusa da avere una sola porta sia per l’ingresso che per l’uscita, come nell’annotazione dello stesso Togneri riportata in precedenza, ma che sicuramente non hanno bisogno di ulteriori spiegazioni per chi ha avuto il privilegio di sperimentare sulla propria pelle l’accoglienza della Corsonna e della sua gente. Concetto peraltro ribadito dalla sindaca Caterina Campani nel saluto finale con parole decisamente sincere e partecipate.
Alla fine, una bella giornata per tutti i presenti: frase che potrebbe suonare di rito in occasioni simili, ma non per questo meno autentica. Dopotutto, grazie alla Fondazione Ricci sempre sensibile a iniziative che coinvolgono la comunità, ci siamo potuti ritrovare tutti insieme a parlare di noi e non solo di noi, quanto di quei tre fattori che per un lettore raffinato come Italo Calvino sono alla base dei racconti più riusciti del genere umano: la natura, la storia e il rapporto dell’uomo con entrambe.
Tag: fondazione ricci, simone togneri, Ayala, Il nostro altrove, cento lumi
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