Il giorno 7 dicembre 2022, alla cerimonia dei 500 anni del Doppio per la Madonna del Molino, che si è tenuta a palazzo Pancrazi sede del Comune di Barga, assieme ad altre personalità, essendo stato invitato nella sua qualità di storico locale il nostro collaboratore Pier Giuliano Cecchi, il Giornale desidera far conoscere a un pubblico ben più ampio il suo intervento, che, data l’ampiezza, si è ritenuto opportuno dividerlo in due parti, di cui questa è la prima. Buona lettura.
Buon pomeriggio a tutti. Ringrazio chi ha creduto in me, nella mia possibilità di poter raccontare qualcosa in questo importante giorno in cui si ricorda e si celebra la Madonna del Molino e con essa la barghigianità, in particolare dei nostri campanari.
Personalmente devo dire che diverse volte mi sono interessato alla Madonna del Molino, la cui immagine, straordinaria e molto affascinante, da sempre ha attratto i miei interessi di ricercatore della storia di Barga. Il mio interessamento ha consentito di ampliare storicamente le conoscenze sulla nostra Madonna del Molino, che prese tal nome dal fatto che fu prelevata dal mulino dell’Opera di San Cristofano, ente che curava il Duomo di Barga. Questo perché il mugnaio la vide sudare copiosamente, era il 1512, e così, da tutto il clero e popolo di Barga, fu portata in processione nel Duomo di Barga.
La prima volta che me ne interessai fu nel 2001, epoca del Raduno Nazionale dei Campanari che si tenne qui a Barga. Nell’occasione mi fu chiesto dagli organizzatori se avessi voluto scrivere un libro sulle campane di Barga. Dissi di no, seppure in testa avessi qualcosa che reputavo interessante, come la storia dell’antico “oriolo” del Duomo che suonava l’ora con le campane e soprattutto il Doppio per l’Immacolata Concezione, festa cui sin dal 1512 in Barga si legò, appunto, la Madonna del Molino. Dissi di no perché non mi sentivo all’altezza di scrivere un libro su un così ampio argomento. Comunque, non volendo deludere la fiducia riposta in me, soggiunsi che avrei sentito la storica e oggi cara Maria Vittoria Stefani, cui ero in stretto contatto, anche di amicizia. Lei fu molto contenta del progetto libro e cominciammo a lavorarci, e grazie al Proposto don Piero Giannini, Enrico Cosimini, Moreno Salvadori e altri, potemmo giungere a un buon risultato culturale, ravvisabile nel testo di circa duecento pagine: “Barga al suono delle campane”. Io vi pubblicai i due argomenti ricordati: la storia dell’oriolo del Duomo e del Doppio dell’Immacolata Concezione legato alla Madonna del Molino.
Dopo quest’esperienza di ricerca, altri sono i lavori da me prodotti, sempre incentrati sulla Madonna del Molino e il suo Mistero della Concezione. Nel 2008 con il fascicolo La festa della Concezione a Barga, dove indagavo la possibile nascita del celebre Doppio di un’ora, il titolo è: I Doppi per la Madonna del Molino. Quel testo è pubblicato anche nel libro di Gualtiero Pia: “Frammenti di vita Barghigiana”, del 2010. Lì il titolo scelto da Gualtiero è “La Madonna del Molino e il culto della Concezione a Barga”.
Su esplicita richiesta del Gruppo Campanari di Barga, questa ricerca fu da me ampliata nel 2009 e presentato il lavoro, raccolto in un fascicolo, il 19 dicembre di quell’anno nella sala consiliare del Comune di Barga. Il testo ha per titolo: “La Madonna del Molino- Il culto della Concezione a Barga – La nascita del Doppio.” Questo nuovo lavoro fu ancora ampliato nel 2012 con un’indagine circa la possibile storia della tavola che raffigura la Madonna del Molino, indagando da quale momento culturale poteva essere sorta e il titolo di quest’altra ricerca fu: “L’enigmatica tavola della Madonna del Molino – Due ipotesi storiche.”
Oggi, iniziando a dire qualcosa di concreto nei 500 anni dal solenne intervento del Comune di Barga che volle si festeggiasse la Madonna della Molino come fosse giorno di Pasqua, era il 7 dicembre 1522, per meglio inquadrare l’importanza della cosa, si ricorre alle parole del nostro proposto Valentino Bientinesi, vissuto nel secolo XIX. Siamo al 1855, a un anno dal proferito Dogma di Pio IX circa l’Immacolata Concezione, e volendo anche tra noi un festeggiamento tutto speciale, ovviamente e chiaramente incentrato sulla Madonna della Molino che fu consacrata a quel culto, eccolo prendere carta e penna e vediamo seguire cosa intraprese.
Infatti, si era agli inizi del dicembre 1855, e Bientinesi così si rivolse alla parte laica e politica di Barga, ricordandogli quanto già e ancora fosse presente in Barga il culto della Concezione, da molto tempo venerata nel popolo grazie anche all’immagine della Madonna del Molino: “Nuovo lustro e splendore alla fede intemerata dei suoi padri, i quali con speciali insoliti onori e con particolare solenne festività, perpetuarono fra noi la divina tradizione di quel Mistero, e precedettero di lunga posta molte altre cristianità nel venerare un tal singolarissimo e sublimissimo privilegio della gran Madre di Dio.”
Da queste parole si capisce subito che già prima del solenne e perentorio intervento comunale dell’anno 1522 (il mezzo millennio che oggi celebriamo) quando la Concezione, legata all’immagine della Madonna del Molino, fu solennemente codificata festa come Pasqua per tutto il popolo di Barga, qui, in qualche misura, era già allora una religiosa realtà. Si ricorda che in quei 1522 il Comune sancì che l’8 dicembre di ogni anno a venire, si limitassero i commerci ai soli necessari per l’occorrenza del giorno, al soccorso medico e agli inevitabili movimenti dei vetturali, mentre il resto si fermasse in religiosa osservanza, specialmente i molini.
Si è detto, che il culto della Concezione in Barga c’era assai già prima di quei 1522 ma anche da prima del 1512, anno in cui, per il celebre evento miracoloso avvenuto al molino di San Cristofano, la Madonna, appunto, dal Molino, fu portata nel Duomo di Barga. Tra qualche riga spiegheremo meglio in cosa consistette il miracolo. Una storia cultuale, appunto, già precedente e che arriva al tempo in cui Papa Sisto IV, un francescano, l’8 dicembre del 1476, istituì in Roma la festa dell’Immacolata Concezione di Maria. Per noi, cioè in Barga, è molto credibile che quel culto entrasse grazie ai francescani del convento di San Francesco, condotti nello spirituale, sino al 1479 della sua morte, da Fra Michele, il futuro Beato Michele da Barga. I francescani, che a Barga erano i Minori Osservanti, è un ordine religioso amorevolmente fidente nella Celeste Madre, quindi non resta difficile pensare che nelle loro giornaliere questue tra la gente, avessero divulgato la religiosa e romana novità e, infatti, in una delibera comunale che sta sul finire del secolo XV, già appare il termine Concezione.
Accadde poi che agli inizi del secolo XVI prendesse avvio e sempre maggior corpo l’Eresia Protestante circa l’Immacolata Concezione della Madonna. Da qui la necessità di una forte difesa del divino mistero di Maria ed è in quest’ottica che va posta l’attenzione allo specifico fatto della Madonna del Molino, che così si riassume.
Come detto, la sacra immagine era esposta a un opificio dell’Opera di San Cristofano (di cui a finire diremo qualcosa circa la sua possibile ubicazione). Questa Madonna con il Bambino, dipinta su tavola di circa 60 x 40 cm., dal mugnaio fu vista sudare copiosamente. Era il 5 settembre 1512, quando lo stesso mugnaio venne qua a Barga e di ciò che stava accadendo al suo molino, certamente ne rese partecipe l’Operaio dell’Opera di San Cristofano del Duomo e il pievano Manni. Da questi è pensabile che la novità passasse un po’ a tutti i religiosi, specialmente i francescani e gli agostiniani, poi ai cittadini. Fu allora che l’8 settembre 1512, ricorrenza della natività della Madonna, con tutto il clero e il popolo, la tavola con la sua immagine, processionalmente, dal molino fu portata nel Duomo di Barga. Inizialmente furono incerti se festeggiarla l’8 settembre, giorno del prelievo dal Molino ma anche della sua Natività, ma certamente, i francescani, sulla scorta di ciò che si è detto, iniziarono a divulgare la convinta idea che la miglior data e religiosamente la più opportuna, fosse l’8 dicembre, festa della Concezione di Maria.
Che in Barga, come si è detto, la Concezione fosse in una qualche misura già un culto importante, viepiù lo dimostra quanto diremo ora. Infatti, si faccia attenzione, che il pievano Jacopo Manni da Soraggio, nel suo diario da tutti conosciuto perché pubblicato dal 1971 in un libro, così introduceva la memoria or ora ricordata di quei 1512: “Della Conceptione in Pieve”.
L’aver legato da subito la Madonna proveniente dal molino al culto della Concezione, è un passaggio molto indicativo che ci fa capire che in Barga tale festa avesse già un suo culto assai importante, confermato anche tra le righe di una delibera dell’anno 1526, discussa dai 12 Uomini sopra la Guerra, che dovettero confermare la devozione alla Concezione, raffigurata nella Madonna del Molino. Lì intervenne Maestro Jacopo fisico, che ricordò come anticamente la comunità aveva preso in devozione la Concezione e che si continuasse, perché ora è un poco trascurata. Con ciò si volle certamente riaffermare e rafforzare il culto da prestarsi alla Madonna del Molino ormai legata alla miracolosa Concezione di Maria. Undici furono i sì e un solo no in contrario, che non incise sulla decisione e chissà perché si espresse così.
Di là dall’imperativo del cattolicesimo, più che accettato in Barga, le cose non ebbero però un corso liscio circa la Madonna del Molino quando arrivò nel Duomo l’anno 1512. Infatti, il pievano Manni, ovviamente e doverosamente, anche per un senso di dovuta e religiosa ospitalità nel tempio e perché fosse in una buona visione per tutti, la mise sull’altare centrale, però, dopo qualche anno, l’Opera di San Cristofano, perché quadro tolto dal molino della stessa Opera, rivendicò a sé le cure e le sorti della Madonna. Cosicché, tra i due, Opera e Pievania, nacque una disputa che fu risolta dal Comune di Barga, che essendo l’Opera di suo patronato, deciderà di mettere la Madonna a un altare dedicato dallo stesso Comune al culto di San Giuseppe, che deciso nel 1522, da lì a qualche anno andrà realizzando in Duomo. Va detto che questo altare lo definì dedicato sì a San Giuseppe, però il 13 e poi il 20 aprile 1522, dicendo a chiare lettere che era anche dedicato alla Madonna del Molino.
A questo punto occorre aprire storicamente il momento allora vissuto e questo s’impone perché, quando il Manni scrisse la sua memoria circa la Madonna, ritenuto il suo sudare una sorta di miracolo, così finiva quello scritto: “A Lei piaccia et al suo figliolo che non ci dimostri qualche flagello”.
In effetti, i tempi erano dei più perigliosi per la fiorentina Barga: liti con i lucchesi per il possesso del Monte di Gragno, altri con i modenesi per il saliente di Barga sconfinante il crinale dell’Appennino, inoltre c’erano anche le continue lotte tra le due fazioni Italiana e Francese, talmente aspre da lacerare l’organizzazione sociale della Terra di Barga. Nel 1522 arrivò anche la peste, che si ripeté l’anno 1528, poi le liti del 1524 con il Comune di Sommocolonia inserito nella sua Podesteria, che sfociarono l’anno 1530 con l’assedio al Castello da parte della Banda Militare di Barga con l’ausilio dei fanti pistoiesi. Cosa, quest’ultima, legata alla sconfitta dei repubblicani fiorentini che vide la vittoria dei Medici, un fatto che decise l’assedio al castello di Sommocolonia dato a vita al repubblicano capitan Galletto da Barga, alias Matteo di Pieruccio Bartoli, che con i suoi aderenti dovette fuggire alla Mirandola. In tutto questo stato delle cose ci si mise anche il tempo, quando per due anni consecutivi e nel solito giorno, ai 19 luglio 1520 e 1521, due terribili tempeste distrussero ogni raccolto presente e futuro, così mettendo in ginocchio la comunità. Ravvisato che in quel giorno ricorreva Sant’Arsenio, ecco che fu deciso dal Comune di prenderlo in devozione.
Abbiamo già citato tre entità spirituali: Madonna del Molino, San Giuseppe e Sant’Arsenio e per la peste del 1522 e 1528, arriverà anche San Rocco. Ecco allora, che queste sono le quattro immagini presenti nella tavola che è nel Duomo, detta di San Giuseppe, fatta per il suo altare e dove è raffigurata anche la “disgraziata” Barga di quel periodo, pitturata dietro a questi protettori della Comunità, poco lontano stava San Cristofano.
Il Comune di Barga gioca una parte fondamentale per la devozione a queste sante figure, deliberando con decisione e assoluta autorità, l’osservanza della loro festa. Il 22 luglio 1521 delibera il culto perpetuo a Sant’Arsenio, il 23 marzo 1522 a San Giuseppe e finalmente il 7 dicembre 1522, alla Madonna del Molino. San rocco lo aveva già preso in devozione l’anno 1479, con tanto di Cappella al suo nome in fondo al Ponte di Borgo, oggi Ponte Vecchio. Tali sono le figure dei tre santi, raffigurati nella tavola detta di San Giuseppe, con Barga sullo sfondo, ordinata in quegli anni dal Comune di Barga assieme alla sua Opera di San Cristofano; mentre per la piccola tavola della Madonna del Molino, fu richiesto all’autore del dipinto che nella parte in alto della stessa tavola ci facesse una finestrella di quella misura, per poi esporcela, così come ancora oggi si vede nella tavola.
Non si sa chi abbia dipinto la tavola detta di San Giuseppe ma nei saldi del Comune di Barga che vanno dal 1528 al 1552, l’Ente che volle l’altare di San Giuseppe, ecco apparire l’anno 1533 il pagamento fatto a un certo Francesco di Giovanni dipintore, saldato con il non indifferente importo di £ 112. Nessuno degli storici locali e oltre ha mai fatto notare questo dato e, a onor delle mie ricerche, ora io lo faccio.
Per la pittura si ricercarono i soldi in vario modo, come il 23 marzo 1522, condonando una pena inflitta a Paolo Sermanni balestriere per aver ucciso un suo simile di Castelnuovo che sua volta aveva ucciso suo fratello, pagando uno Scudo d’oro. Per altri condannati a multe: Brandi, Dochi, Lucignana, Ferroni e Grigò, che i soldi andassero alla costruzione dell’altare di San Giuseppe.
Con questa delibera or ora citata si conoscerà anche chi mise mano e lavorò all’ignoto altare: Giovanni di Marco Soragi da Barga “per le sue opere date alla costruzione di decto altare di Sancto Joseph – £ 13”.
La cosa che a noi interessa è che a quell’altare di San Giuseppe ci fu messa, come detto, e ancora oggi, in copia, è visibile nella finestrella in alto, la Madonna del Molino e qui era la sua devozione da parte del popolo. Continueremo il racconto con la prossima e finale pubblicazione della relazione di Pier Giuliano Cecchi, dove ci saranno anche delle nuove notizie circa la possibile ubicazione del molino di San Cristofano, opificio da cui fu pervenne nel Duomo di Barga, l’anno 1512, la Madonna detta, appunto, del Molino. (continua)
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