Aria di ricerca. Ecco i primi dati delle analisi sulla popolazione

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BARGA – Ieri sera a Barga il progetto Aria di ricerca ha presentato i primi risultati delle analisi condotte su un campione di popolazione. Un campione non cospicuo rispetto a quanto previsto dal progetto: 400 persone sulle 2000 che tra il comune di Barga e quelli limitrofi si voleva analizzare, ma comunque un dato ritenuto positivo dal prof. Annibale Biggeri e da tutto il team che ha condotto la ricerca. Biggeri ha infatti sottolineato che per processi partecipativi come questo la media della partecipazione della popolazione si attesta al 40%.

In realtà a questo progetto i campioni disponibili sono già arrivati a 480, anche se il dato analizzato e presentato ieri a Barga, presso l’aula magna, si riferisce ai primi 400. Il progetto Aria di Ricerca resta però ancora attivo e tutti i volontari che lo vorranno, oltre alle persone che sono state selezionate e che ancora non si sono presentate, possono ancora farlo e potranno rivolgersi ai contatti del progetto Aria di Ricerca.

Durante la serata sono stati analizzati anche i dati relativi al rilevamento delle centraline che in questi anni sono state installate dai cittadini sul territorio nell’ambito del progetto “ Che aria tira” in cui dati fanno parte della ricerca.

In tutto le centraline monitorate sono 6 di cui 1 a Barga, una a Fornaci ed una a Bolognana, oltre a Fornoli e Fosciandora, anche se i dati di alcune non sono stati costanti. A Fornoli è stato preso in esame anche il dato che emerge dalla centralina fissa di ARPAT. Sotto indagine i livelli di particolato. In particolare emerge che in generale se anche non si è superato i livelli massimi di legge, si è invece costantemente superato le linee guida imposte dall’OMS. Soprattutto sul PM 2.5 il limite OMS è stato superato quasi costantemente con valori almeno di tre volte superiori.

Soglia OMS superata costantemente anche per il PM 10 con in generale ina situazione che equipara la Valle del Serchio alle aree metropolitane per qualità dell’aria relativamente al particolato.

 

Tornando invece ai risultati relativi alle analisi sulla popolazione, come ha detto Ivana Bertolini, infermiera che compone il team che ha seguito l’ambulatorio aperto a Barga in via Pontevecchio per le analisi sulla popolazione barghigiana, l’occasione offerta da questa ricerca è troppo importante per lasciar passare senza sfruttarla, l’opportunità di approfondire uno studio sulle patologie renali che  negli ultimi decenni sono andate a crescere. Opportunità che, visti i 350 mila euro spesi su questo progetto; difficilmente potranno tornare in futuro.

Le conclusioni, sono state presentate ai presenti, tra cui anche i rappresentanti dei comuni di Barga (sindaca Caterina Campani) Coreglia e Borgo a Mozzano, dallo stesso prof. Annibale Biggeri.

Lo studio condotto grazie alle analisi ed a tutte le altre informazioni reperite sul campione di 400 individui della Valle, perlopiù concentrati nell’Area tra Barga e Fornaci, ha confermato un rischio maggiore di malattia renale per la popolazione residente.

Nel campione di popolazione analizzata  è stato riscontrato, almeno in un 30 % una riduzione della funzionalità renale che indici maggiori in presenza di malattie croniche come il diabete e l’ipertensione

La funzionalità renale è stata misurata attraverso la misurazione della Velocità di filtrazione glomerulare.

Dall’analisi e dallo studio attuato ci si attendeva di stabilire uno tra i cinque scenari previsti dal progetto di ricerca: dallo scenario 1 in cui la popolazione non è malata allo scenario più grave, il 5, con la presenza di una grave criticità. E’ emerso alla fine un dato che configura lo scenario 2, in cui emergono, dalle analisi, aspetti che richiedono un maggiore approfondimento  per capire quali siano le precise correlazioni che hanno portato all’incremento delle patologie renali. Correlazioni che per il momento è ancora impossibile stabilire con certezza.

Per quanto riguarda i dati, (a partecipare alle analisi sono state più le donne che gli uomini e la fascia di età più rappresentata è stata quella tra i 50 e i 59 anni) da notare comunque  in tutte le situazioni, sia in caso di presenza di patologie come il diabete o l’ipertensione, che di persone sane, che la funzionalità renale risulta in linea di massima inferiore rispetto alla media ed è significativo specialmente il dato emerso sulla popolazione più giovane, quella dove invece la velocità di filtrazione glomerulare  dovrebbe essere pressoché normale.

In linea generale, dai dati emersi, figura comunque che  il 30% delle persone analizzate risulta essere inserita nelle fasce da 2 a 5.

Per quanto riguarda ulteriori specifiche, la funzionalità renale risulta maggiormente ridotta soprattutto in presenza, come detto, di diabete e ipertensione mentre non sono state individuate dalle analisi effettuate, particolari correlazioni con chi ha lavorato in fonderia o chi vive più vicino alla fabbrica.

Che fare adesso? Intanto continuare nelle attività del progetto e cercare di sensibilizzare la popolazione a partecipare alle analisi per poter reperire maggiori informazioni che consentano di approfondire gli studi avviati con questo progetto.

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