BARGA – Con sabato 10 luglio (resterà aperta sino al 26 settembre prossimo) la Fondazione Ricci ospita una mostra davvero interessante che racconta un aspetto tanto inedito quanto importante della storia e del fascino e della bellezza di Barga. La mostra si intitola “La nuova Barga” e racconta gli stili Liberty ed eclettico e la bellezza delle architetture e delle decorazioni di ben 113 tra ville, villette, palazzi ed altri edifici barghigiani; sparsi per lo più sui viali di Canteo e del Piangrande di Barga, ma anche a Fornaci, Santa Maria, Castelvecchio, Filecchio e nelle altre frazioni del comune.
Una mostra che non solo permette di evidenziare e registrare finalmente la presenza di questi edifici e soprattutto il valore artistico dei loro interni, dove sono ancora conservati magnificamente, decori, stucchi, lavori in ferro battuti, mobili e opere d’arte, ma anche di raccontare una presenza del Liberty a Barga legata in particolare alla storia dell’emigrazione barghigiana. Un’emigrazione diversa da quella che si è sempre conosciuto e che anche Pascoli evidenziò: non la gente che scappava dal luogo della povertà per non farci più ritorno; ma le persone che avevano come obiettivo importante quello di tornarci, di costruire qui la loro casa dopo aver fatto fortuna e di farlo raccontando il bello.
Nasce così la storia davvero straordinaria della presenza delle architetture e delle arti decorative tra liberty e stile eclettico a Barga, in un periodo che va dal 1900 al 1935 e che viene adesso raccontato in questa mostra (inaugurazione sabato 10 luglio alle ore 18 Fondazione Ricci in via Roma) che raccoglie documenti, immagini, la storia di questi edifici e dei loro interni, ma, cosa non di secondaria importanza, anche la storia di tante famiglie di bargo-esteri artefici di questi lavori.
E’ il primo censimento di 113 immobili nello stile dell’epoca mai realizzato finora a Barga. Un lavoro certosino e complicato durato due anni e che partiva dal niente, con l’assenza di uno specifico archivio storico e che ha visto impegnati gli artefici della mostra in una ricerca archivistica e geografica, nella raccolta di testimonianze fotografiche ed orali in cui fondamentale è stato il confronto anche con le famiglie che abitano questi edifici in alcuni casi eredi di coloro che li realizzarono. Nel 70% dei 113 edifici raccontati, i ricercatori sono riusciti ad entrare nelle abitazioni ed a completare una indagine davvero minuziosa che i pannelli della mostra ora presentano. Ci sarà tempo anche per una pubblicazione che racconta questa storia e che sicuramente verrà realizzato il prossimo anno
La mostra ha visto impegnati in prima linea la presidente della Fondazione Ricci, Cristiana Ricci, la direttrice della sezione di Barga dell’Istituto Storico Sara Moscardini e Pier Giuliano Cecchi soprattutto nella ricerca della storia delle famiglie; Ivano Stefani che ha curato la ricerca per gli edifici presenti a Fornaci, ma anche Leonardo Umberto Conti e la fotografa Caterina Salvi.
Il lavoro, almeno questo primo lavoro perché c’è ancora tanto da raccontare di questa storia, è ora terminato e viene presentato in questa esposizione che, come ha detto la sindaca di Barga Caterina Campani stamani durante la presentazione, qualifica non poco l’estate culturale barghigiana, ma anche racconta una parte inedita e poco conosciuta, nonostante sotto gli occhi di tutti, della storia della Barga del ‘900.
E’ indubbio peraltro che la mostra ed il lavoro realizzato dalla Fondazione Ricci e dai collaboratori oggi ci offre uno spaccato, una indagine che ci mostra la bellezza che ritroviamo in questi viali ed in questi luoghi da un punto di vista diverso e più affascinante. Anche per chi vive ogni giorno Barga, dopo questo lavoro, dopo le scoperte del bello e del buono di questi edifici, soprattutto dei loro tesori interni, la cittadina non sarà più la stessa. Il suo fascino assumerà un valore più prezioso.
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