BARGA – A Barga sono molto conosciuti e ricordati i due fratelli Marcucci: don Enrico e suor Marianna, il primo sacerdote e canonico del Duomo di Barga, la seconda una suora oblata consacrata a Dio presso il Conservatorio di Santa Elisabetta e per molti anni insegnante elementare nel capoluogo. Due figure che ancora oggi al solo nominarle muovono il cuore a un moto di spontaneo affetto, di ringraziamento a Dio per averli donati alla nostra comunità e questo per il gran bene distribuito sia l’uno come l’altro alla loro cara e diletta Barga, attenuando in tante persone la loro povertà, cui donavano, specialmente il Canonico, anche il proprio necessario. Don Enrico, “Il Santo di Barga”, ci lasciò per la Santa Croce del 14 settembre 1960, era nato il 6 gennaio 1871, mentre “L’Angelo della Compassione” Suor Marianna, nata il 15 ottobre 1879, morì il 22 maggio 1972.
Don Enrico, dal soprannome della storica famiglia, detto “il Dorme”, come suor Marianna, era nato da Antonio e Albina Groppi ma con loro videro la luce altri nove fratelli, tutti nati a Barga e che ricordiamo:
Pietro, che nato il 1° gennaio 1861 visse un solo giorno; Maria, 31 dicembre 1861, +11 gennaio 1945;
Pietro, 27 settembre 1863, morì l’anno 1899 da emigrato, genericamente, negli U. S. A.;
Carolina, 15 aprile 1865, +22 febbraio 1953;
Giuseppe, 3 marzo 1867, che a diciotto anni raggiunse negli U.S.A. il fratello Pietro, però di questi non sappiamo l’anno della morte;
Palmira, 3 gennaio 1869, +25 agosto 1933, l’unica femmina sposata;
Enrico di cui si è già detto;
Gioconda, 4 aprile 1873 ma visse solo sino al 25 aprile dello stesso anno;
Gioconda, 4 novembre 1874, questa nel 1891 si dette al Signore nel nome di Suor Agnese nel Monastero di San Domenico a Pisa e qui morì il +3 marzo 1926;
Maria Rosa, soggetto del nostro articolo, nacque il 9 dicembre 1876, fu oblata presso il conservatorio di Santa Elisabetta a Barga e nel 1912-13 entrò nel Monastero della Visitazione a Pisa, dove morì in odore di santità il 17 settembre 1935;
Marianna, ultima di questa sequela di figli di Antonio e Albina, l’abbiamo già notata in precedenza. (1)
Come si è visto, dei nove figli sopravvissuti, ben quattro sentirono forte in loro il richiamo della Chiesa: tre furono suore, uno fu sacerdote e tutti ebbero il naturale dono di una singolare rettitudine, misericordiosamente indirizzata verso la ricercata carità spirituale e materiale, specialmente Enrico e Maria Rosa (Suor Maria Cristina), ambedue arrivando sino a mortificare le loro carni per redimersi dal peccato. Certamente non suoni questo inciso riduttivo per gli altri fratelli, perché sarebbe commettere un peccato ma serva solo per far capire che livello di misticismo fu intrapreso dalle due sante persone.
Abbiamo detto che volevano redimersi dal peccato ma chissà quale fosse il loro! Se questo fosse stato invocare l’Iddio che li aiutasse ad andare sempre più incontro al prossimo o redimere con la propria sofferenza parte di quell’immenso male del Mondo, ebbene, ecco che allora si è capita subito una cosa: questa è la pensata via per la vera santità! Una via che lambì con straordinari frutti tutta la ricordata famiglia dei “Dorme”, che ebbe un patriarca illuminato nella fede in Dio, Antonio. Questi discendeva da un’altrettanto illuminata progenie di buone persone, lui timorato in Dio, si narra che a sera raccogliesse la figliolanza intorno al misero desco dell’ombrata stanza di contadini e forse, anche per alleviare qualche o molte delle pene dovute al poco, quei figli sentissero raccontarsi delle magnificenze divine, con tanti a tali esempi e con vivo ardore, da rendere meno perigliosa la via e rinforzata la mente per la strada da percorrere nella speranza.
Lo scrivente ha già scritto qualcosa di Don Enrico in due semplici e modesti libretti (2), essenzialmente con l’idea di tramandare il suo esempio e con lui anche quello di Suor Marianna, però, ogni volta che si accingeva a far ciò ecco sopraggiunte due figure. Quasi curiose di vedere cosa stesse scrivendo dei due fratelli rimasti a Barga, anche loro trapassati alla corte celeste con lodevole cammino di fede e bontà, tradotta in una fattiva utilità nei confronti del Prossimo, materiale e soprattutto spirituale. Le due “ancelle curiose” sono Suor Agnese, al secolo Gioconda, che di lei, oltre all’idea dello scrivente di una vita virtuosa in santità, altro non ha mai avuto occasione di sapere, nel senso di cose approfondite. Questa è la prima morta dei religiosi Marcucci, anno 1926, e dopo di lei Suor Maria Cristina nel 1935, che ogni volta a lei si accompagna e insieme le senta arrivare nel gioco della mente ed è di lei che desidero dire qualcosa, più che altro di come sono giunto sulla sua tomba or sono non molti giorni fa; era il 27 gennaio di questo 2021.
Di Suor Maria Cristina mi arrivò il primo messaggio diretto circa trentacinque anni fa, era il 1986, ma già c’era stato qualcosa che vedremo. Il momento fu quando un’amica mi regalò un libretto dove era scritta la storia non firmata della Suora, di Autrice rimasta Ignota, però pensando a una consorella del Monastero della Visitazione di Pisa, che tra l’altro, per essere precisa sulla gioventù della stessa Suor Maria Cristina, richiese informazioni alla sorella Suor Marianna che era a Barga.
L’edizione del dono è la seconda pubblicazione del libretto, la prima fu quella in italiano del 1936, mentre quella regalatami è in francese e dell’anno 1938: Une nouvelle fleur de la Visitation – Soeur Marie-Christine Marcucci. Religieuse de la Visitation Sainte-Marie de Pise 1876 – 1935”.
Il gesto fu ed è ancora molto apprezzato e difatti, seppur sia un libro scritto in una lingua, che non conosco, lo scrivente lo conservi con particolare cura tra le cose più care, anche per le parole con cui mi fu presentato il regalo“A Pier Giuliano, come modesto contributo alle sue ricerche”. Infatti, erano quelli gli anni in cui iniziammo sotto l’egida della Parrocchia di Barga, io e altre persone di Barga, a ricercare testimonianze circa Don Enrico Marcucci e anche sulla sua famiglia. Il fine era la ricerca della beatificazione del Santo sacerdote.
Ho anticipato il giorno e mese di quest’anno che la fortuna volle arrivassi sulla tomba di Suor Maria Cristina, al secolo Maria Rosa Marcucci che d’ora in poi chiamerà Rosina ma questo desiderio, di là dal dono del libro che ho or ora ricordato, è bensì molto più antico, nato quando appresi che una suora di Barga, generica nei suoi connotati, era morta tanti anni prima e poi sepolta in un Monastero vicino a Ponte a Moriano. Terminate le Medie a Barga frequentai il professionale di Saltocchio, vicino a Ponte a Moriano, e ogni tanto, ricordo che guardavo quelle alture intorno che non conoscevo ma che mi dicevano che là, da qualche parte era sepolta quella Suora, una mia idea, mai condivisa con nessuno e sempre rimasta lì come soffio di una possibile conoscenza ma allora per me irrealizzabile.
Da allora sono passati molti anni e ogni volta che con la macchina passavo e vedevo quei luoghi, ecco quel soffio tornare a dirmi che là, tra quel verde di olivi, c’era Lei, placida nella beata conca di verde a fissar lontano quel Sole della sua vita. Cercato in ogni momento, trovandolo e dialogando con Lui come se la Terra fosse rimasta laggiù con il Calvario del figlio, rosso ancor del sangue versato e mai sbiadito, dove ogni volta Lei poi tornava a piangerlo e a pregarlo per l’umanità. Sposalizio sul Calvario, così inizia e s’intitola un libro scritto su Suor Maria Cristina da Mons. Icilio Felici l’anno 1962. (3) A questo proposito crediamo sia l’ora di vedere come si mosse la vita di Maria Rosa Marcucci, per tutti Rosina e poi Suor Maria Cristina.
(fine prima parte –continua)
(1) Per queste notizie sui fratelli Marcucci vedere il libro: Il Canonico Don Enrico Marcucci – Il Santo di Barga; Grafiche Cappelli, Sesto Fiorentino (Fi); L’Ora di Barga settembre 2010.
(2) Pier Giuliano Cecchi:
*) In ricordo di due Barghigiani campioni nella misericordiosa carità. Don Enrico Marcucci “Il Dorme” e il Beato Michele da Barga. Arciconfraternita di Misericordia di Barga, settembre 2019. Tip. Gasperetti, Fornaci di Barga.
*) Il Canonico Enrico Marcucci “Il Dorme” riposa nella sua Chiesa –Nel 60° dalla morte. Arciconfraternita di Misericordia di Barga, settembre 2020. Tip. Gasperetti, Fornaci di Barga.
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