Storie dell’ Appennino….storie della mia famiglia.
Mio nonno Vittorio, un bestione di un paio di metri di altezza, forte come un toro. Sollevava un mulo sulle spalle quando questo non voleva camminare…
Gran bevitore. Anarchico, antifascista storico.
Aveva la concessione di una cava lungo il fiume Serchio , a Bolognana.
Ma siccome era capatosta, non volle mai prendere la tessera del Partito fascista. Niente da fare…. e quindi… gli tolsero la “Concessione Statale” ( le cave son dello Stato, le dà in concessione, c’è poco da fare…).
Tornò a fare il boscaiolo a Sommocolonia; partiva alle 4 del mattino dalla piazzetta, 4 ore a pedantibus…per raggiungere le tagliate sull’Alpe, 8 ore a tagliar legna a scure, ( anni ’30/40..non c’eran le motoseghe…) e 4 ore sempre a pedantibus per raggiungere il paese.
Funzionava a vino, ne bruciava 10 litri al giorno.
Serviva ad anestetizzare la fatica, il freddo, la miseria.
Quando ci fu la visita del Duce a Barga, nel maggio del 1930, il Maresciallo dei Reali Carabinieri ebbe l’ordine di fermare e mettere in sicurezza tutti gli antifascisti della zona.
Nonno Vittorio era uno di quelli.
Lo fece chiamare a Barga per poi rinchiuderlo nelle celle di sicurezza, fino a visita finita. Erano amici. Gli disse di star tranquillo che in un paio di giorni sarebbe finita la menata… Allora nonno Vittorio si caricò una damigiana di vino da 54 lt. sulle spalle e raggiunse Barga dalla mulattiera. Era un tipo previdente.
Finita la guerra, tre mesi dopo, mentre andava a vedere un bosco da tagliare alla “Piangrande”, incocciò una mina tedesca su una trincea della Linea Gotica. Era di quelle “saltellanti”. micidiali!
L’esplosione gli scoperchiò il capo.
Mio papà con alcuni paesani coraggiosi, andò a recuperarlo e fu tumulato nel cimitero del paese.
Grazie alla disponibilità della Dott.ssa Sara Moscardini, Direttrice dell’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga, ho potuto recuperare la trascrizione dal Libro dei Morti della parrocchia.
“Addì 3 settembre 1945- Vittorio fu Antonio… morì il 31 agosto in seguito allo scoppio di una mina, in località Piangrande. … è stato trasportato nell’Oratorio di San Rocco, poi accompagnato al Campo Santo del paese; Don Fredianelli”
E si chiude un cerchio della storia della mia famiglia.
Tag: Sommocolonia, vittorio biondi, vittorio biondi sommocolonia
Paolo
12 Dicembre 2020 alle 0:08
Queste sono le vere storie da scivere e raccontare!
Grazie.