Seimila chilometri a levante da Barga esiste un altro luogo con lo stesso nome: è nel Tibet, tra montagne altissime. Barga (31° nord / 81 est) sorge al confine cinese con l’India e il Nepal, nel cosiddetto “perno del mondo” delle grandi religioni orientali. Sono luoghi ricchi di simboli mitologici.
Il vicino monte Kangrimboqe di forma piramidale, cima sacra per eccellenza, con i suoi 6.714 metri, eternamente incappucciato di neve, rappresenta la forma visibile del monte Merou, mitica cima venerata dalle civiltà indiane e tibetane; montagna sacra residenza del Dio Shiva e della sua sposa Parvati, figlia del re delle montagne Himalaya. . •
Al piedi del monte nascono due affluenti dei grandi fiumi sacri, il Gange e l’Indo, che divergono e vanno a gettarsi nell’oceano agli estremi dell’India. Dinanzi alla Barga tibetana si stendono le acque di due laghi sacri: il Mapan, la cui forma circolare rappresenta le energie solari e il La’anga, la cui forma a mezzaluna rappresenta le potenze della notte. Intorno i monasteri induisti e buddisti a quote vertiginose. Luoghi spettacolari ed impervi per mistico raccoglimento e imprese alpinistiche. Dove l’Himalaya, con i suoi tredici “ottomila” sostituisce le aguzze e cerulee Apuane di pascoliana memoria (entrambe le catene sono annoverate tra le meraviglie naturali del mondo); e a Nord gli altipiani del Tiobet coi laghi salati senza estuario nel deserto di roccia, prendono il posto dell’Appennino con i suoi laghi e i “campi di pietre” delle Fontanacce sul sommo del monte Giovo.
Chissà che non sia mai possibile favorire scambi culturali turistici e commerciali tra le due Barga lontane, lontane?
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