CALOMINI – La Valle del Serchio piange un altro suo concittadino portato via dal coronavirus; un illustre concittadino che ha scritto pagine importanti nel mondo del Belcanto. Ieri sera è morto all’ospedale di Lucca, dove era stato ricoverato dalla sua casa di Calomini, per le sue condizioni dopo il contagio da coronavirus, il Maestro Luigi Roni.
Aveva 78 anni ed era un basso di fama internazionale, più volte protagonista alla Scala di Milano, ma che si era esibito nei più grandi teatri italiani ed internazionali.
Nato il 22 febbraio 1942 a Vergemoli, Luigi a primo impatto aveva quel distacco disincantato tipico dei grandi personaggi che hanno calcato i grandi palcoscenici della lirica. Il Belcanto gli aveva dato in eredità un porsi di fronte agli altri ed al mondo diverso da ogni altro artista in musica. Uomo elegante, signorile in tutto e per tutto nell’aspetto, un gran bell’uomo con la sua barba bianca, ordinato, organizzato, sistematico e controllato e soprattutto inarrendevole, determinato… Quando si prefiggeva un obiettivo quello portava avanti fino a quando non era realizzato. Così era il maestro Roni, ma era anche tanto altro. Bastava riuscire a scalfire un po’ quel muro apparentemente impenetrabile della sua grande personalità che poi lui ti appariva quello che era nel più profondo: una persona cordiale, dotata di grande ironia che miscelava con una grande intelligenza artistica e sensibilità musicale; e a quel punto non era difficile, se toccavi le corde giuste, entrarci in sintonia.
L’ultima volta che l’ho visto è stato a Barga in occasione degli incontri con la musica organizzati insieme alla Fondazione Pascoli ed al Serchio delle Muse per le scuole della Valle del Serchio. Aveva sempre gran di progetti a cui pensare e da un po’ di tempo mi diceva che prima o poi, trovato il tempo che a tutti e due mancava sempre, avremmo avuto l’occasione per parlare di quello che aveva in mente: “Primo a poi ci riusciremo…” mi disse mentre mi salutava, prima che iniziasse la mattinata… non l’ho più visto…
Poche settimane dopo ho saputo della sua malattia e l’amico comune Abramo Rossi ogni tanto mi informava sulla sua salute dopo il contagio; le notizie non erano propriamente buone, ma mai avrei pensato che una tempra come la sua non avrebbe retto a questa battaglia. Forse, a minarlo nel suo essere indubbiamente un gran guerriero, anche la recente scomparsa della moglie e l’essere rimasto solo con i suoi pensieri ed il suo dolore nonostante le tante persone che gli volevano bene e lo stimavano tanto.
Qui da noi era da tanti anni, da sempre, il direttore artistico inossidabile della “Serata Omaggio a Pascoli”, il 10 agosto a Castelvecchio ma in Valle del Serchio il maestro Roni non può che essere ricordato per aver fondato il progetto “Il Serchio delle Muse” che nasce nel 2002, con l’obbiettivo di avvicinare al mondo della musica, dell’opera lirica, della poesia.
Tutto era nato molto prima; l’amore per la sua terra e la voglia di portarvi il meglio della musica era nata in occasione del suo primo concerto in Valle del Serchio avvenuto nell’estate del 1996, in occasione della tragedia dell’alluvione di Fornovolasco.
Per beneficenza, per la prima volta, il Maestro Luigi Roni, ad oltre 40 anni dal suo debutto, dopo aver cantato nei più importanti teatri del mondo, si esibì nella sua terra natale e da lì si aprì per lui una nuova porta.
Nel 2002, grazie all’interessamento della Provincia di Lucca, della Comunità Montana della Garfagnana e Media Valle del Serchio, nasce il festival al quale collaborano i Comuni della Valle, la Fondazione Giovanni Pascoli, la fondazione Cassa di Risparmio e la Fondazione Banca del Monte di Lucca. Nasce con l’intento di rendere omaggio con l’arte alla nostra Valle e alle sue bellezze naturali, perché gli spettacoli si tengono nelle piazze, sui sagrati delle chiese, nei giardini dei poeti, nei boschi: luoghi unici che per una sera si animano di luci, colori e suoni.
Lui non solo ha lanciato il seme di questo progetto, ma ha coltivato bene in questi anni e sul solco da lui tracciato ora, nel suo ricordo, si potranno continuare a fare tante belle cose, se sapremo cogliere l’arguzia di certi suoi ragionamenti musicali; come quelli che ci aveva espresso anche in occasione dell’ultima serata pascoliana del 10 agosto: è arrivato il momento, ci disse, di far divenire Casa Pascoli un vero grande teatro della cultura dell’intera Valle del Serchio; ospitando, non solo il 10 agosto, eventi di notevole portata culturale e musicale. Chissà che il suo sogno, nel suo nome e nel suo ricordo, non possa davvero avverarsi.
Ciao, Maestro… Un bel dì, vedremo… Un giorno, prima o poi, anche noi ci rivedremo e faremo quella chiacchierata, ma per il momento, la musica tace….
Tag: lirica, serchio delle muse, serata omaggio a pascoli, belcanto, luigi roni
Alessia Piccinini
27 Marzo 2020 alle 9:25
Questo articolo parla dell’uomo che ha realizzato nella nostra valle eventi unici.
Infatti, ci ha dato la possibilità di ascoltare della musica meravigliosa nei nostri luoghi unici della nostra valle.
Grazie, grazie.
Alfredo Casotti
28 Marzo 2020 alle 5:54
Ci portò in classe questo cantante Don Bertozzi, che ci insegnava Italiano al seminario di Castelnuovo, e ci disse che avrebbe avuto una carriera stupenda, come infatti è stata. Mi dispiace.