Questa la lettera che ci è arrivata da unio dei componenti del consigli dell’ASBUC Barga che ha deciso di rassegnare le dimissioni a causa delle divergenze sorte durante la riunione del comitato di gestione avvenuta il 24 ottobre scorso.
Una dimissione motivata:
“Vista l’ampia divergenza di idee e vedute sia politiche che nella gestione amministrativa dell’Amministrazione. Le dimissioni varranno da giovedì 31 ottobre, quando in occasione della consueta riunione settimanale consegnerò ogni documento e fascicolo che ora detengo.
Mi spiace avere constatato come questa gestione a presidenza Giuseppe Nardini , insediatasi il 5 settembre manchi completamente del senso di democrazia; a puro titolo di esempio senza dovere riportare le altre occasioni, ricordo l’intervento del Presidente alla riunione tenutasi per discutere sul progetto Biosfera MAB, dove lo stesso nella sua qualità di Presidente dell’ASBUC ha letto un documento senza che fosse condiviso o addirittura noto al Comitato.
Questo non è l’unico problema, poiché questa amministrazione non differisce dalla precedente dell’ex Presidente Francesco Feniello, interpretando la gestione ambientale come un business: nella raccolta del legname nel patrimonio demaniale, si soprassiede dal mettere in atto analisi ambientali o di altra convenienza, procedendo senza indugio alla distruzione di sentieri da sempre utilizzati dai barghigiani ed anche curati dal CAI, come successo per il n. 26, (quello che porta all’Altaretto) o come da poco autorizzato per il n. 20. (quello che porta al Lago Santo).
Sono della convinzione che l’attuale composizione del Comitato ASBUC, è tanto legale quanto carente di rappresentanza popolare; vero è che la maggioranza di tre membri su cinque del comitato, per fare passare un qualsiasi provvedimento, rappresenta complessivamente solo quindici voti popolari”.
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