BARGA – più di un anno, quasi due, che la Polisportiva Val di Lago Barga era dietro al progetto di un libro che ricordasse e celebrasse quegli anni fenomenali de “La Bella Signora Senza Tempo”, che furono i ’60 e ’70 del Novecento. Da pochi giorni, in questo settembre, dopo tanto lavoro che ha visto l’impegno di diverse persone, con Sara Moscardini a registrare le varie interviste e poi a raccordarle in un racconto, ecco che il prodotto da ora è nella disponibilità di tutti, grazie anche ai vari sponsor che sono ricordati nel libro.
Si tratta di un lavoro di quasi duecento pagine in formato A 3, cioè di una dimensione che assomiglia a un album e dobbiamo dire che l’esempio sulle dimensioni calza benissimo su come alla fine si vuol presentare il libro: proprio come un album fotografico e di ricordi scritti. Un insieme di parole vissute e immagini di tanti personaggi che hanno cadenzato lo svolgersi di quegli anni, ripetendo eccezionali per la grande vitalità che riuscirono a imprimere in ognuno di noi. Un amarcord d’emozioni, proprio come Fellini titolò il racconto di un tempo tutto suo, mentre in questo caso ecco come i barghigiani, grazie alla Val di lago, raccontano di quel loro vissuto.
Potremmo dire molto altro, ma ci torneremo, e intanto lasciamo la parola alla sindaca di Barga, Caterina Campani, che con le parole che seguono apre e presenta il libro e lo tratteggia nella sua importanza, così connotandolo nel suo vero.
Perciò quando gli amici dell’Associazione Polisportiva Val di Lago hanno iniziato a lavorare a un libro su Barga e i barghigiani a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 si è aperto un mondo, non così lontano ma ricco di storie, interviste, d’immagini di quegli anni e soprattutto di persone che poi sono loro a rappresentare come era Barga. Davanti a pagine che raccolgono i luoghi simbolo di quel periodo, dalla Pista Onesti al Fosso al Sacro Cuore, ed anche i volti di tanti personaggi che vivevano la cittadina all’epoca, ci troviamo a scoprire una Barga di un tempo diverso. Le immagini in bianco e nero i nomi delle persone non sono altro che uno spaccato che vuole mostrare come la cittadina ha vissuto questa grande epoca di cambiamento, dalle macerie del dopoguerra alla contemporaneità, e ricordare i barghigiani e la vita del periodo. E la cosa è ancora più interessante perché ci offre anche, in un certo senso, una chiave di lettura della Barga di oggi; di alcune scelte fatte, di come alcune persone in quegli anni sono riuscite a cambiare il volto della cittadina, a farle intraprendere una via. Anni che a loro modo si sono rivelati cruciali e che d’altro canto ci danno la misura di come siamo cambiati e cresciuti.
Se queste sono alcune delle parole usate, dalla sindaca, sentiamo ora il direttore della Val di Lago, dott. Florio Biagioni.
Attraverso la testimonianza di alcuni protagonisti, il libro vuole ricostruire la realtà, i personaggi e gli eventi che hanno caratterizzato la vita sociale e comunitaria di Barga negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Un periodo storico che ha rappresentato la speranza di poter vivere in un mondo migliore dopo la fine della seconda guerra mondiale, con possibilità economiche e culturali fino a quel momento impensabili.
Vuole altresì rappresentare un modo per lasciare alle nuove generazioni un documento con nomi e fatti che altrimenti sarebbero andati persi nell’oblio del tempo. Senza fare distinzioni tra ricchi e poveri, intellettuali e semplici cittadini, la narrazione mette in evidenza l’aspetto umano più profondo di vite vissute all’interno di un gruppo, di una collettività, di un paese come tanti.
Ecco ora che con la prof.ssa Graziella Cosimini si addentra nella presentazione della poesia del racconto sociale che c’è dietro il libro, cui ha dato titolo Amarcord, Mi ricordo, e subito chiarisce che non è un tornare indietro con la lacrima pronta a fluire; niente di tutto questo ci prende ma solo la gioia di aver vissuto momenti belli, struggenti di varie passioni, partecipazione all’evoluzione sociale della Città e forti di un’umanità che ancora segna il cammino di chi c’era.
Leggere in queste pagine i ricordi che molti di noi hanno degli anni ’60-’70, mi esalta invece di immalinconirmi. Contrariamente a quello che mi succede, se la memoria va a ritroso, il pensiero non si fissa su ciò che è passato e inevitabilmente perduto, ma insiste su quanto abbiamo saputo, allora, impostare, inventare e realizzare attraverso un corale e tacito patto stretto tra noi.
Questo, non la giovinezza, le fresche energie e la baldanza, di quei tempi rimpiango. Mi meraviglia, oggi, come velocemente l’idea balenata nella mente di uno diventasse un progetto capace di aggregare molti.
Una catena si metteva in moto, in cui si cercava l’anello giusto in grado di agganciare il successivo per garantire l’esito desiderato. Ognuno trafficava il suo talento. Gli altri glielo riconoscevano e non cercavano di ostacolarlo. Anzi. La voglia di fare, il fervore di contribuire a crescere come comunità sociale e culturale erano contagiose e sprigionavano una carica propulsiva.
Infine, ecco Sara Moscardini; introdurre il suo bel lavoro con un titolo che riassume il tutto del racconto:
Una geografia del cuore. Barga e i barghigiani negli anni ’60 e ’70, che apre con le parole che seguono.
Molto, nella stesura di queste pagine, devo alla penna lucida e brillante di Bruno Sereni e ai contenuti che via via pubblicò sul Giornale di Barga. Senza quella testata avremmo oggi perso memoria di particolari, episodi, aneddoti all’apparenza banali, ma che, a decenni di distanza, leggo come tasselli fondanti di una stagione irripetibile. Anche i titoletti e le citazioni in corsivo che incontrerete nelle prossime pagine sono di sua invenzione.
Il Giornale di Barga, allora diretto dal suo fondatore Bruno Sereni, che con parole da epitaffio scrisse di un evento mondiale che a metà di quegli anni emozionò tutti noi come il mondo, la conquista della Luna del 1969, timbra tutto il valore del vissuto di quella stagione.
IL SOGNO DELLA LUNA
20 luglio 1969 ora italiana 22 e 18 minuti, astronauti americani sono scesi sulla Luna. Questa fantastica impresa di proporzioni universali, alla quale la nostra generazione ha partecipato, seguendone tutte le fasi, è destinata a segnare una nuova era dell’umanità. Scriviamo questa breve nota per i posteri, affinché sfogliando le pagine ingiallite di questo giornale, possano trovare testimonianza della nostra intensa esultante commozione per il grandioso evento storico.
Barga 21 luglio 1969 ore 12.30.
Scritto di proprio pugno dal direttore di questo giornale, Bruno Sereni, nella redazione dello stesso in Via di Borgo, Palazzo Biondi.
Seguono nel libro le interviste ad alcuni dei protagonisti di quella stagione unica, magnifica per Barga come per tutta l’Italia e nel momento corre l’obbligo di ricordare in tutt’uno chi partecipò e che oggi, pian piano, se n’è andato e non potrà mai leggere queste pagine che molto spesso li rievocano. Chi leggerà senz’altro capirà a chi si allude e sono proprio tanti. Comunque il racconto che si svolge sotto forma d’interviste, inizia con Opera Barga, il Giornale di Barga, La Pro Loco, il CAI, la Lenza Bargea, il Cinema Roma, il Dancing Morino, l’A. S. Barga, il Ciocco e il suo Sporting Club, per poi venire ai luoghi del giornaliero ritrovo giovanile, come il Sacro Cuore, il Fosso, agli svaghi come Moto e Motori, Barga in bicicletta, ai complessi musicali che in quei tempi fiorivano come funghi. Sopra a tutti i mitici Milionari che ebbero un successo che andò anche oltre l’Italia e ai locali complessini, tra i quali gli Aztechi e i Saturno 4, ma anche personaggi come don Giorgio Pisani, un giovane prete che divenne amico di tutti.
Barga però non era solamente questo, perché c’era chi doveva fare anche le valigie per l’estero, che man mano, con l’evolversi economico dell’Italia e per fortuna, calarono molto sensibilmente di numero. L’emigrazione e gli emigranti, una pagina storica che apertasi con l’Unità d’Italia e che aveva già portato in giro per mondo un grandissimo numero di barghigiani. Una generazione che portava in dote un gran bene, l’intelligenza temprata nelle varie culture.
Ecco allora le interviste nel capitolo “L’Emigrazione: chi andava” … ma che anche tornava. Personaggi che raccontano la loro vita nel mondo, nel sogno del ritorno, oppure, da nati all’estero, curiosi e affascinati nell’apprendere nel luogo dei padri le usanze, sorridendo di tanti costumi locali ma sempre orgogliosi della loro storia familiare, della loro Barga, amata come non sempre i barghigiani potrebbero fare.
In alcune pagine lo scrivente parla della cultura storica di Barga, di come evolse in quei venti anni e di come nacque il Museo, oggi Antonio Mordini, una delle pagine che ancora oggi si lascia leggere nel reale lassù sull’Arringo, a Palazzo Pretorio. Termina il libro con molte immagini, disposte ancora in ogni altra pagina, tutte rigorosamente in Bianco e Nero, con tanti personaggi che si affacciano e non solo quelli più famosi ma anche i più popolari.
Per finire dobbiamo dire che il progetto grafico del libro è stato a cura di Marco Tortelli, per la stampa di Pixartprintings SpA. Che dire ancora? Che è proprio un libro da acquisire e, dopo averlo più volte letto e sfogliato, da conservare nell’angolo più caro delle nostre biblioteche. Un bel regalo da farsi e di cui si deve render merito alla Val di Lago e a chi ne segna il patrocinio, come l’Associazione per Barga, Cento Lumi e la Fondazione Ricci Onlus.
Tag: barga, polisportiva val di lago, anni '70, barghjigiani, anni '60
Astuto Salvatore
18 Settembre 2019 alle 18:43
mi presento: sono l’arch. Astuto Salvatore e scrivo dalla sicilia. nel vostro libro Barga e i barghigiani c’e una fotp che mi riguarda precisamente dove si parla della necropoli di val di Vaiana. io sono il primo da sinistra quasi accosciato. Ho partecipato agli scavi insieme con Pier Carlo Marroni ambedue studenti di architettura. Vorrei sapere come fare ad avere una copia del libro. il mio indirizzo è: Arch. Astuto Salvatore, via Arianna,9
Caltagirone CT
Paolo Marroni
19 Settembre 2019 alle 18:13
Caro Salvatore, ci penserò io a farti avere il libro . Ho bisogno però del tuo indirizzo. Puoi mandarmelo per email a paolobarga@gmail.com. Vi ricordo tutti con grande piacere, in particolarei te quando, da giovane e baldanzoso studente universitario, passavi diversi periodi nella nostra casa di Barga venendo spesso anche a vedere le partite di calcio della squadra locale dove io giocavo.Ho ancora nel cuore il bellissimo periodo passato da te in Sicilia nell’estate del 1964, mi sembra. Un abbraccio e a risentirci presto. Paolo Marroni.
pier giuliano cecchi
19 Settembre 2019 alle 21:20
Egregio Architetto Astuto. Abbiamo letto il suo commento che ci fa molto piacere. Per avere il libro, però nella seconda edizione di cui è già partito l’iter, per averlo (attualmente lo abbiamo esaurito come disponibilità alla mano) sarà cura dell’organizzazione farglielo avere in contrassegno, quando e appunto sarà disponibile la seconda edizione che è questione di qualche settimana.
Grazie per l’attenzione. Pier Giuliano Cecchi
Lisandro
25 Settembre 2019 alle 15:08
Scusate, ma non si trovano in nessuna edicola il libro. Sono già esauriti ? Quante copie sono state fatte ? Come si può fare per trovarne ?
redazione
26 Settembre 2019 alle 8:17
Buongiorno, non le so dire il numero esatto delle copie però nelle librerie di Barga dovrebbe trovarle ed eventualmente chiedere informazioni. Di sicuro qualche copia in vendita l’ho vista in questi giorni alla cartoleria Da Erina in largo Biondi a Barga. Saluti
Luca