Nel gennaio del 1937 si annunciò su La Corsonna il termine dei lavori per la difesa del versante della Ripa e quindi la costruzione del muro che oggi viene chiamato gli Archi della Ripa.
I lavori furono interamente finanziati dal Ministero dei Lavori Pubblici, e furono considerati allora una grandissima opera di ingegneria.
Impiegarono una numerosissima manodopera necessaria per innalzare l’imponente muro; il tutto utilizzando impalcature in legno che oggi farebbero rabbrividire vista anche l’altezza dell’opera. Lo si vede bene nella foto che fa parte dell’archivio di Cristian Tognarelli e che si trova sul sito di Barga Archivio.
Oggi, effettivamente, le cose sono molto cambiate ed i lavori per la ristrutturazione degli archi crollati del muro della Ripa, dopo il maltempo del gennaio – febbraio 2014, richiedono l’impiego di non molte persone (incaricata dei lavori è l’impresa Giacchini di Ponte all’Ania ndr). L’utilizzo di moderne gru rende poi molto meno gravoso il trasporto di tutto il materiale necessario e questo fa capire quanto veramente furono impegnativi i lavori realizzati 80 e passa anni fa.
Anche le tecniche utilizzate oggi sono di gran lunga diverse dal 1937 e per la ricostruzione del muro di mattoni si utilizzano anche speciali armature in ferro per sorreggere meglio la struttura.
Comunque sia i lavori di ristrutturazione e recupero degli archi della Ripa per fortuna vanno avanti spediti. Sono quasi conclusi anche i lavori di regimazione delle acque piovane del versante, mentre nel giro di un paio di mesi gli archi mancanti dovrebbero essere di nuovo in piedi. L’opera verrà poi completata con la ripulitura della rimanente parte degli archi e con il posizionamento di una adeguata illuminazione. Il tutto grazie ai fondi per la difesa del suolo regionali con un investimento di 1 milione di euro. Secondo l’assessore ai lavori pubblici Pietro Onesti, l’opera potrebbe essere conclusa con la primavera prossima.
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Pier Giuliano Cecchi
11 Gennaio 2019 alle 16:25
Penso, dopo il crollo avvenuto anni fa, che vedere rialzare il muraglione della Ripa sia una delle cose più affascinanti e interessanti per i Barghigiani. Tra l’altro, di là dalle voci più o meno opportune che allora circolarono quando caddero due archi, circa il poco senso di quell’opera, penso ancora che sia sia intervento da applaudire, perché quella costa, l’antica Rupe dell’Asinara, forse perché vi gettavano i poveri asini quando morivano, era ed è da tenere ben osservata, questo per la salvaguardia di ciò che vi sta sopra: l’Acropoli di Barga. Pier Giuliano Cecchi