Intanto iniziamo informando i lettori che l’elenco dei Caduti e Dispersi del Comune di Barga nella Grande Guerra, redatto dallo scrivente nel 2015 e pubblicato in due articoli sul Giornale di Barga Online, sotto il titolo: “La storia dei Caduti di Barga nella Prima Guerra Mondiale”, il primo del 14 ottobre, l’altro del 22 ottobre 2015, oggi, sempre a cura dello stesso scrivente è stato aggiornato.
Il precedente elenco, che già aveva già comportato un non indifferente lavoro di ricostruzione storica, partito dall’osservazione della lapide commemorativa di tutti i Caduti del Comune presente al Cimitero di Barga, che ne assomma 149 di cui 6 nomi erano stati inspiegabilmente doppiati, quindi 143 effettivi, allora salirono a 153. Oggi, in occasione del Centenario dalla fine di quel conflitto 1918 – 2018, dopo altra indagine, effettuata incrociando quei 153 nomi con quelli presenti sulle lapidi che a suo tempo furono messe in varie frazioni del Comune di Barga e altre osservazioni, l’elenco è passato a 165 persone.
L’ultimo elenco stilato in quest’anno 2018 sarà consegnato al Gruppo Alpini di Barga, che ufficialmente ha proposto al Comune di Barga, nei giorni del 4 novembre, una degna celebrazione commemorativa nell’occasione centenaria della fine della Grande Guerra.
Facciamo presente che nella nuova lista di cui stiamo parlando ci sono tre nomi di caduti, in tutti i sensi, appartenenti ad altri comuni della Provincia di Lucca, comunque aggiunti e il perché è presto detto. Il caso è riferito alla particolare lapide presente all’interno dell’ex S. M. I., dove sono ricordati quei dipendenti inviati al fronte e morti per l’Italia, in totale 10, però 3 di queste persone è appurato non siano del Comune di Barga. Che fare? Alla domanda ha risposto il buon senso, che sempre dovrebbe consigliare ognuno: meglio ricordarne tre in più, piuttosto che uno in meno, ovviamente sulla base delle conoscenze. Queste tre persone cadute, aggiunte in più all’elenco, sono evidenziate facendo precedere al loro nome la dicitura “Sulla lapide interno S. M. I.”.
Quella della S. M. I. di Fornaci di Barga è una storia molto importante e interessante, proposta dallo scrivente sempre sul Giornale di Barga Online in dieci articoli pubblicati tra il 2015 e 2016, che hanno per titolo “La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli”. Infatti, Fornaci di Barga, fu scelta dal Ministero della Guerra quale sede di una nuova fabbrica di munizioni a servizio del conflitto e per tal fine, si affidò l’incarico al patriottico industriale Luigi Orlando di costruirla e renderla efficiente. Iniziata nel 1915, arrivò a occupare con gli anni della guerra più di quattromila persone. Il tutto era militarizzato, dal personale alla stessa produzione, con la costante presenza all’interno della fabbrica di vari militari graduati.
Penso sia utile ripetere che Fornaci di Barga, sia per la Fabbrica ivi costruita per quel conflitto mondiale, come per l’istituzione di un Asilo Pro Orfani di Guerra voluto dall’Ing. Luigi Orlando, sospinto in ciò dal Ministro Armi e Munizioni Dall’Olio, è da considerarsi elevata a emblema della vittoria italiana in quel conflitto, non solo nel Comune di Barga ma anche oltre.
Si ricorda che l’idea di un Asilo Pro Orfani di Guerra (ancora visibile in ciò che resta presso il Ceser Asl 2 di Fornaci di Barga) si sviluppò all’interno della S. M. I. nel 1917, dopo Caporetto, affidato alle cure di un Comitato diretto da Orlando, però ed eccezionalmente, approvato con tanto di progetto esecutivo la sera di lunedì 4 novembre 1918, dopodiché, lo stesso Orlando, alzatosi in piedi, dette lettura del sopraggiunto Bollettino della Vittoria. Inutile dire che il tutto fu accolto dal più che vivo plauso, soprattutto all’idea che la guerra era finalmente finita.
Dopo questa premessa ed entrando, come dal titolo, nel merito del presente articolo, appunto, crediamo cosa utile fornire a chi dovrà commemorare in loco questa pagina centenaria della storia d’Italia e con loro a tutti i lettori, un elenco dei luoghi del Comune dove ancora oggi si conservano le memorie di quella guerra, iniziando con il capoluogo del Comune, cioè Barga. In altro articolo saliremo alle frazioni della montagna, per poi ridiscendere sino Serchio.
Barga:
1) Cimitero Urbano: una lapide di marmo, una Cappella dei Caduti e un Parco della Rimembranza.
2) Palazzo Mordini: una lapide di marmo e una targa di bronzo.
3) Parco della Vittoria: un Monumento ai Caduti e Parco della Vittoria.
4) Barga: una via intitolata all’eroico volontario Leo Giuliani.
1) Cimitero di Barga: lapide di marmo, Cappella dei Caduti e Parco della Rimembranza.
- a) La lapide di marmo con tutti i Caduti del Comune di Barga.
La lapide è di marmo con cornice esterna del solito materiale, leggermente più grigia, e fregio artistico. Nella banda di marmo in alto, posta tra la lapide e la cornice esterna, si nota, seppur grattato, forse nel dopo guerra 1940-45, il Fascio Littorio, che testimonia il periodo in cui fu messa in opera, dove si può leggere: “Barga ai suoi Gloriosi Caduti” – “Non già muoiono i forti come si muore – Giovanni Pascoli”. Questa lapide non ha la data di apposizione.
La lapide avrebbe dovuto raccogliere tutti i nomi dei morti e dispersi del Comune di Barga, questo era l’intendimento, ma così non fu e non siamo in grado di darne una chiara spiegazione, anche perché siamo ignari circa il metodo che allora fu usato, cioè, se lapide redatta sulla base della nascita nel comune del ricordato o dell’effettiva residenza, seppur nato altrove. Tra l’altro, come accennato nell’introduzione, tra i 149 nomi scritti ne vanno sottratti 6, perché risultano una doppia citazione, restandone certi solo 143. Similmente dobbiamo dire dei nomi riportati sulle altre e varie lapidi presenti in diverse frazioni del Comune, perché alcuni nomi sono ricordati anche in altre lapidi, mentre alcuni dei ricordati in queste lapidi sono assenti nel marmoreo ricordo ufficiale presente al cimitero di Barga, che verificati, ognuno è stato aggiunto alla lista.
Come accennato sopra, qualche nome si trova presente in almeno due lapidi e ovviamente l’attenzione è stata d’obbligo. Questo particolare si fa presente specialmente nelle lapidi esposte nella tristemente abbandonata chiesa del cimitero di Loppia, che seppur dall’esterno si mostri bella, entrandovi, il fedele è colto da smarrimento per il totale smantellamento di ogni religioso ornamento, polverosa e mostrante solo gli abbandonati ricordi marmorei dei Caduti nella Prima Guerra Mondiale. Un tristissimo aspetto che riguarda anche la:
- b) Cappella dei Caduti nel cimitero di Barga.
Come detto, questa Cappella è presente nel cimitero urbano, ma ormai ridotta a luogo di passaggio per accedere ai cunicoli sotterranei. Qui, l’ufficiale lapide dei Caduti e Dispersi del Comune di Barga nella Prima Guerra Mondiale, seppur incompleta, veda con i suoi nomi, quello che resta di un bel mezzo rosone con vetri policromi, simboleggiante il nascente Sole, l’alba dorata d’Italia. Al centro del mezzo tondo, in basso, spicca l’elmetto del caduto posato sul verde campo di battaglia, il tutto fra muri scalcinati, muti e malridotti, che ognora lasciano cadere la calce. Luogo sacro alla memoria di Barga, dove in vari tempi furono raccolte anche altre lapidi, dal Risorgimento, alla guerra di Libia e altro. La Cappella ai Caduti occupava due edicole del cimitero, oggi ridotta a una.
- c) Parco della Rimembranza.
Questo Parco della Rimembranza fu deliberato dal Comune di Barga il 23 febbraio 1923 su suggerimento del Provveditore agli Studi con sua lettera del 22 dicembre 1922. Rimase in discussione il luogo tra gli Avelli del Duomo e la strada del Cimitero, poi deciso per lo stesso cimitero. Questo Parco prevedeva un cipresso per ogni Caduto e quasi certamente si attennero alla lista dei Caduti in possesso del Comune, poi trascritta nella lapide della Cappella, sempre al cimitero. Questa assomma 149 Caduti, di cui 6 nomi doppiati, restandone 143 e questo dovrebbe essere stato il numero dei piccoli cipressi messi a dimora.
Il Parco della Rimembranza, messo in opera, non ebbe vita facile, infatti, dopo poco (maggio 1923) fu violato con il taglio di alcuni cipresseti, gesto accompagnato anche da un manifesto politico che suonò offesa alla memoria di tutti i Caduti. Oggi quel Parco, con ciò che di esso è rimasto nel numero dei cresciuti e alti cipressi, è ravvisabile ai lati del viale che introduce al cimitero urbano e forse, dato il gran numero di cipressi, proseguiva ai lati della strada che da Barga conduce al cimitero.
2) Facciata di palazzo Mordini. Una lapide di marmo e Bollettino della Vittoria.
- a) La lapide di marmo.
Questa lapide è posta sotto il Bollettino della Vittoria e se ricorda il Centenario della nascita del Patriota barghigiano Sen. Antonio Mordini (1819 – 1902), esprime nelle parole e negli artistici fregi di bronzo, un chiaro riferimento al conflitto mondiale appena concluso. Infatti, nelle quattro borchie agli angoli della lapide, le due in alto mostrano la testa di un leone, mentre quelle in basso gli stemmi delle due Città simbolo del conflitto italiano: l’aquila di Trento e l’alabarda di Trieste.
Questo il testo: “Nell’anno della Pace / Barga / celebrava il Centenario della nascita / di / Antonio Mordini / eternando nel ricordo / il nome del Patriotta / e / il Comunicato della Vittoria / sul secolare nemico – 1819 – 1919 – Auspici / Fratellanza Artigiana, Reduci Patrie Battaglie”.
Sopra questa lapide, quasi unito in un solo corpo, c’è per l’appunto, il Bollettino della Vittoria scritto nel bronzo.
- b) Bollettino della Vittoria:
Si tratta di una targa di bronzo con fregi artistici portante lo scritto del Comunicato della Vittoria firmato dal generale Diaz. In basso, sotto lo scritto, presenta una sorta di alloro orizzontale per tutto il corso della larghezza, che si chiude con gli stemmi delle due Città simbolo del conflitto italiano: l’aquila di Trento e l’alabarda di Trieste.
Nella parte più in basso, sul limitare della targa, a sinistra si può leggere il nome dell’incisore“Mario Nelli”, mentre a destra la fonderia da lui riattata: “Casa di Benvenuto Cellini – Firenze”.
3) Località il Fosso. Monumento ai Caduti e Parco della Vittoria.
- a) Monumento ai Caduti.
il Monumento è composto in grosse bozze squadrate di travertino di due colori, alta quasi sei metri, con cornici e fregi artistici, a forma di parallelepipedo posato su una base che sul fronte ha due scalini che girano intorno al frontespizio. Nella banda in alto, sottostante la finale cornice, si può leggere in rosso: “Che il nostro sacrificio non sia vano”. Ai lati salgono a raggiungere questa scritta, due colonne con base modanata e capitello. Alla base del Monumento, al suo centro, s’innalza una colonna quadrata con fregi di circa due metri, al cui sommo è posato un braciere acceso sorretto da quattro mani, simbolo della gloria nella sofferta Vittoria, con una fiamma dorata. Su questa colonna è scritto: “Barga ai suoi Caduti – MCMXV – MCMXVIII”.
Al centro del monumento, verso l’alto, tra le due colonne che limitano il Monumento, è posta una bronzea e grande scultura in bassorilievo firmata dall’artista lucchese Francesco Petroni e fusa da Primo Capecchi di Pistoia, che raffigura un’aquila ad ali aperte nell’atto di un minaccioso arretrare, perché fronteggiata da un grosso leone rampante, il tutto in grovigli di rami di un bosco.
Certamente, sin da quando qui trovò spazio il Monumento ai Caduti, siamo nel 1930, al parco verde s’impose il nome di Parco della Vittoria.
4) Via Leo Giuliani, eroico volontario di Barga: “Forse il più piccolo, forse il più grande di tutti” (Adolfo Zerboglio, 1918).
Questa via dedicata alla memoria del volontario in quella guerra, Leo Giuliani, fu intitolata circa l’anno 1938. Così si ricorda il valoroso Caduto nell’elenco redatto dallo scrivente: Giuliani Leo di Leopoldo e Da Prato Assunta, nato a Barga il 13 gennaio 1894, soldato del 7° Artiglieria, morto a quota 208 all’assalto il 16 settembre 1916.
La via a lui intitolata parte dalla Via del Giardino, incrocia il Viale Cesare Biondi alla sua seconda traversa salendo dal Giardino e finisce al cancello della casa che sta sul Canto del Capriolo. Oltre a questa via a lui dedicata, altro ricordo avrebbe dovuto trovare spazio sulla sua casa, oggi di altra padronanza, visibile all’incrocio della Via Giuliani con il Viale Biondi. Si tratta di una lapide che nell’anno 1938 si dichiara già predisposta, ma mai affissa.
Per l’epitaffio “Forse il più piccolo, forse il più grande di tutti”, dobbiamo dire che fu pronunciato dal senatore Adolfo Zerboglio dall’alto del Bastione del Fosso di Barga, quando da lì, alla presenza delle autorità e dei barghigiani, tenne un applaudito discorso patriottico. Era sabato 31 agosto 1918 e con quelle simboliche parole finì di tratteggiare il ricordo dell’eroica figura di Leo Giuliani.
Con il prossimo articolo saliremo alle frazioni della montagna di Barga.
(continua)
Tag: grande guerra, cimitero, prima guerramondiale, rimembranza, barga
vittorio lino biondi
13 Settembre 2018 alle 13:07
Bellissimo lavoro!
Bravo Pier Giuliano.
Pier Giuliano Cecchi
17 Settembre 2018 alle 19:42
Grazie Colonnello Biondi e detto da Lei (te) mi sento sollevato. P.G.